ESCLUSIVA MARCIANISE. Ecco perché Antonello Velardi è stato licenziato da Il Mattino. Ovviamente lui risponde con una bugia

6 Aprile 2021 - 07:37

Con la pubblicazione in calce all’articolo della stessa foto della festa del 9 ottobre che pubblichiamo anche in alto e del post con cui il 12 ottobre….

 

MARCIANISE(Gianluigi Guarino) Il Mattino “develardizzato” rappresenta una conquista unicamente di tipo culturale. Nel senso che, al di la delle simpatie, delle antipatie, dei punti di vista, il fatto che la testata più importante, storicamente più autorevole del Meridione d’Italia, abbia deciso di disfarsene, eliminandolo dalla direzione strategica e anche dall’organico complessivo, non può non rappresentare un fatto altamente positivo per ricostruire il filo tra questo passato glorioso e un presente di oscurantismo, in quanto non connotato da un metodo di gestione delle risorse giornalistiche, sotto la potestà di una persona che al giornalismo si è collegato attraverso i sistemi, i meccanismi inortodossi di una Italia e di un sud in cui la meritocrazia, le capacità sono state e purtroppo lo sono ancora, un freno per l’affermazione in professioni in cui il connotato culturale dovrebbe rappresentare tutto, ma proprio tutto.

In poche parole, Velardi è nato con l’idea di comandare e con una consistente capacità di essere un interprete efficace delle strutture valoriali, pardon, dis-valoriali, attraverso le quali si sono costruite le carriere, tante carriere nel nostro paese e, come già detto, nel sud in particolare.

Voleva comandare e tutto sommato non era importante il settore professionale in cui ciò si sarebbe dovuto  verificare. Il mondo del giornalismo italiano, i meccanismi tossici che lo hanno connotato e che lo connotano ancora, soprattutto nella dinamica contorta e vicendevolmente ipocrita delle relazioni tra editori e sindacato dei giornalisti hanno fatto sì che Velardi ricoprisse posti assolutamente spropositati rispetto alla sua consistenza culturale, ma perfettamente aderenti rispetto a quelle particolari “abilità dei disvalori” sulle quali è stato maestro fin dalla gioventù, rispetto alla sua “eccellente” capacità di interpretare i processi premiali, annodati a fili diversi, lontani anni luce da quelli della preparazione e della meritocrazia.

Non sappiamo come andrà a finire questa storia del licenziamento. Si sa bene che i meccanismi delle cause di lavoro sfuggono, molto spesso, ad epiloghi disegnati dai veri contenuti, dal merito delle vicende e dei contenziosi che si sviluppano e si definiscono, ripetiamo, molto spesso, ad epilogo di partite regolate da tecnicismi giuridici, da situazioni inerenti alle procedure dentro alle quali un errore di tipo formale, compiuto da una delle parti in causa, può portare a decisioni contrarie o quantomeno difformi rispetto a quelle che sarebbero state, invece, giuste in funzione del registro effettuale riguardante i fatti in questione.

Per cui, non ci stupiremmo certo se il Velardi dovesse ottenere un reintegro, a conclusione di una causa di lavoro attivata da un ricorso, che sicuramente ha presentato, avverso al licenziamento subito.

Ma oggi, essendo riusciti a conoscere qualcosa, a distanza di tanti mesi, sui motivi del provvedimento, diventa doveroso dare qualche primo elemento a cui poi nel prossimi giorni ne faremo seguire altri, senza avere per questo la pretesa che la nostra ricostruzione, assolutamente dedicata ai fatti e non alle questioncelle da legulei, determini le decisioni dell’autorità giudiziaria,

Dunque, il Mattino sostiene che Antonello Velardi, caporedattore centrale, uomo da 7, 8, 9mila euro al mese, abbia violato il protocollo anti covid, firmato dai dipendenti dell’azienda che edita il giornale. In sostanza, il Mattino afferma che Velardi, pur sapendo di essere venuto in contatto con due neo consiglieri comunali e pur avendo appreso della loro positività al covid, si è recato lo stesso in redazione, mettendo in pericolo la salute del direttore e di altri giornalisti.

Velardi respinge l’accusa e fa una ricostruzione alla Velardi. Però, siccome noi lo conosciamo bene e sappiamo bene quanto sia affidabile il suo rapporto con la verità e con la sua antitesi, cioè la bugia, entriamo in scena come fecero i ghostbuster nel famoso film degli anni 80. Noi, infatti, siamo degli specialisti della materia e sappiamo come trattare il soggetto. Ma soprattutto, da giornalisti veri, da giornalisti normali e dunque, per l’appunto, veri, seguiamo passo passo, ogni giorno, le vicende di Marcianise, al pari di quelle degli altri centri più importanti della provincia di Caserta.

Come si suol dire, quelli del Mattino hanno fatto un pò di confusione ed hanno consentito al Velardi di commentare un articolo, pubblicato sulla cronaca locale, in cui veniva mostrata una fotografia, nella quale si vedeva lui insieme a uno o a entrambi i consiglieri comunali colpiti da covid.

Ma in realtà la fotografia non era quella che dimostrava la tesi del Mattino, ma una precedente, cioè risalente ad un tempo in cui i consiglieri in questione non erano positivi al coronavirus.

Se ci avessero interpellati un attimo, noi che abbiamo seguito il post elezioni comunali di Marcianise con un ritmo di 4, 5 articoli al giorno, avremmo potuto evitare che il Mattino compisse un errore che comunque non toglie proprio nulla al fatto che le tesi del giornale rispondano effettivamente alla verità dei fatti così come questi sono andati, mentre Velardi come sempre racconta bugie e, verrebbe da dire, ok, tutto normale, in Italia questi qui vanno avanti, questi qui intascano 10mila euro al mese, non quei pochi fessi che credono ancora nei valori dell’onesà materiale ed intellettuale e nel primato della preparazione utentica.

Allora, ricapitoliamo: Velardi, dopo aver vinto il ballottaggio svoltosi il 4 e 5 ottobre, rientra in servizio dalle ferie il 6 ottobre, chiedendo ed ottenendo dal direttore di poter lavorare a distanza. Intanto, il protocollo de Il Mattino, stando a ciò che dice Velardi, lo obbliga a sottoporsi ad un test ematico, ad un’indagine sierologica.

Questo accade il giorno 9 ottobre, lo stesso in cui è stata scattata la foto che pubblichiamo, quella buona rispetto all’immagine posta a corredo del citato articolo pubblicato nella cronaca locale del quotidiano napoletano. Una foto, quella che proponiamo oggi in cui si vede Velardi senza mascherina, nel pieno di una pandemia montante e si vede anche il consigliere comunale Francesco Lampitelli di fronte a lui, in camicia bianca ed ugualmente non protetto dalla mascherina.

Quella è una delle celebrazioni post-elettorali, una delle feste che noi abbiamo criticato duramente perchè vecchi e nuovi rappresentanti delle istituzioni, fregandosene delle norme anti covid, si sono assembrati e lo hanno fatto per giunta, senza proteggere se stessi e gli altri presenti con le mascherine, ritenendosi evidentemente super uomini e super donne che avendo compiuto l’impresa di vincere le elezioni, fossero per definizione immuni da covid a prescindere.

In quei giorni, CasertaCe ha pubblicato decine di articoli, corredati da tante altre foto e anche da video. Dunque, torniamo a ricapitolare. Il 9 ottobre Velardi si sottopone al test ematico a cui a suo dire l’aveva obbligato Il Mattino e festeggia la vittoria, entrando in contatto quantomeno con uno dei due consiglieri comunali risultati positivi cioè Francesco Lampitelli, l’altro era Moriello. 

Il 12 ottobre il direttore del personale de Il Mattino Santorelli lo ha contattato per dirgli due cose: la prima è che era risultato negativo al test ematico, la seconda che conseguentemente doveva tornare al servizio in presenza. Ma Santorelli questo lo ha detto in buona fede. Nel senso che non conosceva assolutamente il modo sconsiderato con cui Velardi si era comportato nei giorni successivi al ballottaggio. 

Questi, dunque va al giornale il 13 ottobre e anche il 16, ma il giorno 15 si sottopone ad un tampone. Lo fa, così afferma lui oggi, perchè riteneva il test ematico insufficiente e non efficace per sancire un’effettiva negatività. In realtà, non è così, visto e considerato che questo dubbio avrebbe dovuto indurlo a chiedere al suo direttore e anche al direttore del personale, 24, 48 ore di ulteriore servizio a distanza, in attesa di conoscere l’esito di un tampone che avrebbe tagliato la testa al toro e su cui, certo, Il Mattino non si sarebbe messo a questionare. 

Mò ve lo diciamo noi com’è andata questa storia. Anzi, ve lo diciamo e, naturalmente, ve lo dimostriamo: siccome l’uomo è quello che è, dopo aver sottovalutato il contatto avuto con i due consiglieri comunali, sicuramente, al mille per milla, con uno dei due, cioè ripetiamo Francesco Lampitelli, ritratto indiscutibilmente nella foto celebrativa, la paura lo ha percorso quando qualcuno deve avergli detto che l’essere risultato negativo al test ematico, oltre a non fornire alcuna sicurezza a causa della tipologia dell’esame svolto, non garantiva proprio nulla in considerazione del fatto che il virus aveva, come ha, un’incubazione di circa 12 giorni, come anche un bambino della prima elementare oggi sa.

Ecco perchè Velardi ha fatto il tampone il giorno 15 ottobre. Da quel tampone è emerso che lui in realtà era positivo e poi le cose sono andate come sono andate. Il 13 si è recato al giornale perchè scioccamente ha dimostrato di non conoscere nemmeno i rudimenti minimi dei tempi di incubazione, mentre il 16 c’è tornato perchè se all’Asl, come noi abbiamo dimostrato a suo tempo, la positività è stata rilevata già il giorno 15, lui, superficiale anche in questo, ne ha avuto contezza due giorni dopo, cioè sabato 17 ottobre, quando, non a caso, i componenti della sua scorta si sono messi in quarantena volontaria. Domenica mattina, 18 ottobre, abbiamo pubblicato la notizia che lui, da bugiardo, ha naturalmente smentito.

Insomma, Velardi avrebbe dovuto, il 12 ottobre quando il direttore del personale Santorelli gli ha svelato l’esito del test ematico, comunicare al suo datore di lavoro una cosa che lui già sapeva e cioè di essere venuto a contatto con il consigliere comunale Francesco Lampitelli, perchè questo ci dimostra la foto e questo ci dimostra il punto 4 del post da lui scritto proprio il 12 ottobre.

I due documenti che pubblichiamo in calce lo dimostrano incofutabilmente e dimostrano inconfutabilmente che Velardi mente sapendo di mentire. Dopo aver visto la foto, che reca la data della festa del 9 ottobre 2020, ripetiamo, andate a leggere il passaggio che evidenziamo del suo diario, precisamente il numero 5 del 12 ottobre 2021.

E’ in questa data che Velardi, mai come stavolta tradito dal suo egocentrismo compulsivo, informa che il consigliere comunale Francesco Lampitelli era risultato positivo. Per cui, lui lo sapeva già in quel giorno, cioè ripetiamo il 12 ottobre. Il fatto di averlo nascosto a Il Mattino, il fatto che si sia recato in redazione il giorno dopo, significano una e una cosa sola, anzi due: ha violato il protocollo anti covid, così come il suo ex giornale afferma; la seconda è quella ben nota e cioè che oltre ad essere egocentrico compulsivo, è anche compulsivamente, spregiudicatamente bugiardo. Non lo diciamo noi, lo dicono i fatti e i documenti che anche oggi siamo in grado di pubblicare.

Noi non abbiamo letto nel dettaglio la contestazione formulatagli da Il Mattino e la sua formale giustificazione. Quando lo faremo, vi diremo anche se ci sono, in quest’ultima, delle dichiarazioni, a nostro avviso, mendaci. Perchè se Velardi ha messo nero su bianco che lui il tampone l’ha fatto solo per zelo, se ha nascosto nella sua giustificazione formale, il fatto che sapeva bene dal 12 ottobre della positività dei due consiglieri comunali con cui era entrato in contatto come la foto dimostra, allora non ci sarà dubbio che una circostanza del genere possa avere anche delle implicazioni nel diritto penale.

Nei prossimi giorni qualche altra puntata, almeno una è sicura, di questa ennesima storiaccia marcianisana, con ricadute napoletane.

QUI SOTTO LA FOTO DELLA FESTA DEL 9 OTTOBRE CON VELARDI E IL CONSIGLIERE

 

IL POST PUBBLICATO IL 12 OTTOBRE IN CUI VELARDI ANNUNCIA LA POSITIVITA’ DI  FRANCESCO LAMPITELLI