Fuori dai domiciliari Pirozzi e la Biondo. Il Riesame “Liberatutti” non cambia le cose. S. MARIA A VICO è una cloaca politico-camorristica. La DDA mostri coraggio e vada avanti
12 Novembre 2025 - 13:09
Della Prefettura di Caserta ormai non parliamo proprio più perché francamente abbiamo già scritto più volte che per come lavorano, per come analizzano fatti e situazioni in funzione di quella che dovrebbe essere un angolo visuale che non c’entra nulla col punto di diritto di un Riesame, farebbero bene a chiuderle in Italia tutte le Prefetture. Da oggi riproponiamo in sintesi le decine decine di intercettazioni. Se non le ha falsificate la Guardia di Finanza oppure noi, allora, cari lettori diteci che cosa ne pesante di questa gente che indossa ancora stamattina le fasce tricolori
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SANTA MARIA A VICO – (g.g.) Il punto di diritto vale quel che vale, cioè molto quando si ragiona di indizi di colpevolezza o di esigenze cautelari. La decisione del tribunale del Riesame di Napoli che ha prodotto la liberazione dagli arresti domiciliari del sindaco di Santa Maria A Vico, Andrea Pirozzi, della vice sindaca Veronica Biondo, dell’ex assessore Marcantonio Ferrara assunto alla provincia nell’infornata Zannini-Magliocca, di Giuseppe Nuzzo detto Peppe e dei due camorristi Domenico Nuzzo, detto Mimmariello, e di Raffaele Piscitelli, detto ‘o Cervinaro, l’avevamo largamente prevista. Ormai diciamocela tutta, si è creata una divaricazione netta tra la visione delle Direzione distrettuale antimafia e dunque della Procura guidata da Nicola Gratteri e i giudici di quello che una volta si chiamava tribunale della Libertà e che oggi noi ci permettiamo di definire tribunale Liberatutti. Non conosciamo i motivi di questa divaricazione che somiglia molto ad una guerra intestina fra tribunale e procura, non sappiamo se la figura di Nicola Gratteri sia invisa dentro al palazzo di giustizia. Fatto sta che, almeno per quanto riguarda Caserta, siamo vicini al 100% di decisioni favorevoli agli indagati. Siccome questa statistica noi la conoscevamo già prima di ciò che è stato deciso ieri, avevamo già espresso il nostro punto di vista sull’esito del riesame su fatti si S. Maria a Vico a chiunque ce lo ha chiesto nelle ultime settimane.
Noi ci occupiamo di rapporti tra politica e camorra nel centro caudino da un anno e mezzo. Abbiamo letto centinai e centinaia di pagine delle intercettazioni e abbiamo acquisito in base a queste lettore e non certo per effetto di un pregiudizio nei confronti di persone che non consociamo direttamente e neanche indirettamente, convinzioni granitiche. Eni processi elettorali e politici di Santa Maria a Vico c’ è stata una pesante infiltrazione da parte della criminalità organizzata locale. E non sarà certo una decisione in punto di diritto a farci cambiare idea
Ribadiamo il concetto espresso in diversi altri articoli da noi pubblicati: o quelle intercettazioni sono false e dunque tutti i finanzieri della Compagnia di Marcianise che hanno lavorato a queste indagini vanno denunciati e processati o quelle intercettazioni, a noi giunte dai fascicoli di processi in corso, le abbiamo sbianchettate e falsificate noi e allora è giusto che ad andare in galera sia il sottoscritto e chi lavora in questo giornale oppure quello che emerge dalle parole pronunciate dal sindaco Andrea Pirozzi, dal vice sindaco Veronica Biondo scavano nella politica locale una sorte di pozzo nero, una cloaca rispetto alla quale la Prefettura di Caserta, che avrebbe gli strumenti, estranei, molto diversi da quelli attinenti al punto di diritto penale, per inviare una commissione di accesso e sciogliere in tempi solerti un’amministrazione comunale impresentabile. Eppure non lo fa. Ed è questo un fatto gravissimo. Questa vicenda andrà avanti perché sicuramente la Dda ormai convinta che le decisioni esclusivamente innocentiste del tribunale del Riesame non siano legate solo al punto di diritto ma ad un qualcosa che ha a che fare con la presenza di Gratteri a Napoli, si rivolgerà alla Cassazione. Noi di CasertaCe mai come in questo momento, abbiamo il dovere di mantenere il punto fermamente, tenacemente perchè poi alla fine a noi non frega più di tanto quello che decide il riesame Liberatutti di Napoli ma interessa continuare a sviluppare una approfondita, analitica valutazione dei testi delle intercettazioni che una legge liberticida, ingiustamente generalista e generalizzante non permette più di pubblicare integralmente. Ma siccome noi sin dalle scuole basse abbiamo scritto nei quaderni a righe tanti riassunti, non ci facciamo spaventare da questi divieti. E allora abbiamo deciso che da oggi in poi riassumeremo tutte le intercettazioni. Sia quelle presenti nell’ordinanza degli arresti sia quelle non presenti ma comunque riversate in procedimenti paralleli che a questo punto francamente etichettano gli imputati come degli autentici fessi, delle vittime sacrificali. L’ex vice sindaco Pasquale Crisci viene arrestato perché inciucia sul cimitero con un nome simbolico, non del tutto giustamente simbolico della camorra casalese connessa alla politica, ossia con Giacomo Caterino
Mentre questi qua, ossia Andrea Pirozzi e Veronica Biondo, inciuciano con camorristi provinciali, di seconda, di terza fascia ma comunque camorristi. Ve lo diciamo per l’ennesima volta: o arrestate i finanziari di Marcianise perché hanno falsificato le intercettazioni o arrestate noi perché le abbiamo sbianchettate e modificate oppure, al di la di quello che ha deciso il Riesame Liberatutti di Napoli, che sembra sviluppare una guerra personale con la Procura e con la Dda, perché non è possibile che su 4 o 5 ordinanze non c’è un big o semi big della politica che non venga liberato esiste una connessione tra il signor Andrea Pirozzi, tra la signora o signorina (come diceva il grande Mike) Veronica Biondo e i clan camorristici della Valle di Suessola.
L’intercettazione di oggi, datata 5 ottobre 2020, ossia 15 giorni dopo le elezioni comunali del 20 e 21 settembre, riguarda una gustosa conversazione tra il sindaco appena rieletto, Andrea Pirozzi e l’assessore, non sappiamo se già in carica o invia di designazione, Marcantonio Ferrara. Pirozzi si lamenta della Biondo che nonostante ci fosse in giro un esposto sulle vicende probabilmente delittuose legate alla gestione del campo sportiva si soffermava troppo da quelle parti e soprattutto si esponeva ad eventuali fotografie senza portare quella che Pirozzi definiva “imbasciata” ad Antonio De Matteo La Biondo ha riferito a Pirozzi di aver detto a suo padre, imprenditore molto noto a Santa Maria a Vico, “di andare a pagare a quello” Ripetiamo, stiamo parlando del 5 ottobre 2020 di due settimane dopo le elezioni del 20 e 21 settembre vinte da Andrea Pirozzi e dalla Biondo. Andrea Pirozzi è un saggio, sa trovare i bilanciamenti giusti nei rapporti con la camorra locale. Ed infatti le ambizioni smodate di Veronica Biondo lo inquietano. Dice chiaramente al suo interlocutore che lei ha strafatto e che appresso a lei ha strafatto il padre Giovanni.
“A questa le sparano” ed è chiaro che si riferisse ai troppi voti presi in certi ambienti dove poi bisogna pagare. In una conversazione del maggio 2021, dunque di 7 mesi dopo, tra Clemente De Lucia considerato il mediatore elettorale tra la politica del gruppo Pirozzi con la camorra locale, e il consigliere di maggioranza Giuseppe Nuzzo si parla ancora di questa campagna elettorale spasmodica di Veronica Biondo. Ma c’è un passaggio che chi conosce la materia camorristica sa bene che è sintomatico di una modalità relazionale tra i criminali, gli imprenditori e certi politici. Una modalità in cui si è impigliata anche la famiglia Cosentino e tantissimi imprenditori di Casal di Principe e dell’agro aversano soprattutto quelli indagati e arrestati nell’ ordinanza Dante Apicella che Nicola Schiavone figlio di Sandokan configura come il vero ministro delle infrastrutture del clan dei casalesi: il cambio assegni. La criminalità cerca persone che prendano in consegna titoli di credito in cambio di danaro contanti. In quella campagna elettorale afferma quest’ultimo. “Sono stati cambiati 2, 300 assegni ma no a scherzare, davvero Peppe al dl fuori di quello che abbiamo cacciato… tanto avete cacciato … perché quelli li abbiamo acchiappati perché già erano venuti da te, Veronica, la Biondo, si deve sedere (deve stare a sentire) un po’” dice Clemente De Lucia a Peppe Nuzzo.
