ECO.CAR. Interdittiva antimafia sospesa. Quando lo Stato diventa canaglia. Peppe la Porchetta prefetto di CASERTA e Svetlana Kaltygina capo di Gabinetto

13 Marzo 2019 - 16:10

CASERTA (g.g.) – Lo Stato, siccome ha la forza e la potestà, può permettersi quello che un privato cittadino non può consentirsi perché glielo vieta il buonsenso, ma soprattutto glielo vieta la legge.

Non ci giriamo intorno: a qualche giorno di distanza dal provvedimento assunto dalla Prefettura di Latina che ha sospeso l’efficacia dell’interdittiva antimafia del febbraio 2018, e dopo aver letto con attenzione le motivazioni del provvedimento, ci sentiamo nel massimo rispetto dell’istituzione e ci sentiamo in diritto di esprimere il nostro punto di vista.

Siccome la Eco.Car. “è stata ammessa al controllo giudiziario per i prossimi due anni“, conseguente nomina di un nuovo amministratore giudiziario che sostituisce i due commissari nominato l’anno scorso dalla Prefettura di Latina, che cosa succede? Ve lo diciamo noi. Lo Stato, con quello che è un atto di arroganza e prevaricazione profondamente iniquo, crea la condizione per poter violare un principio fondamentale più volte richiamato dall’Autorità Nazionale Anti-corruzione: le proroghe sugli appalti non si danno. Un contratto quando scade, è scaduto. Ed alterare un che appartiene al diritto naturale e che è stato fondamento della nascita del diritto in quanto tale nell’antica Roma, culla di questa elaborazione sistemica, significa diventare uno Stato fuorilegge, mascalzone e sopratutto criminogeno. Perché

se un cittadino singolo, una frazione infinitesimale dello Stato vede che per una Prefettura e dunque per un governo, non è un problema violare un contratto, non è un problema cambiare le regole della convivenza, per quale motivo quel cittadino che stipula un contratto per acquistare un’auto, una casa, dovrebbe rispettarne le clausole?

Eco.Car., che non ha neanche la creanza di stare in silenzio, con il solito Sirio Vallarelli si gode la vittoria a colpi di comunicati stampa e vuole stravincere, dicendo che da questo momento gli amministratori andranno a gestire “l’esecuzione degli appalti“. Questo è uno Stato che fa schifo, e sapete perché? Perché permette al signor Vallarelli di parlare di esecuzione degli appalti, di ridere alla grande parlando di caserta, dove il contratto è scaduto da 13 mesi e dove è stata appena varata una nuova proroga di 60 giorni, così come potete leggere nel documento a cui si accede dal link in calce all’articolo. mentre a Marcianise siamo arrivati già al sesto mese di proroga. Avete capito? “Esecuzione del contratto“. E d’altronde, al prode Vallarellli e a Peppe Zampella non puoi recriminare nulla sul piano formale. Perché se uno Stato canaglia permette tramite le sue Prefetture permette ai comuni di Caserta e Marcianise di prorogare un contratto scaduto per un tempo straordinariamente cospicuo, fornendo addirittura il puntello di questo escamotage, che sospende l’efficacia dell’interdittiva antimafia, allora ripetiamo, come scrivemmo un mese fa, il prossimo prefetto di caserta dovrà essere Peppe la Porchetta Zampella, mentre al posto di capo di gabinetto  qualche suo amico, mentre invece a Latina mandiamo Sirio Vallarelli, in versione adamitica, così come l’abbiamo proposto per anni, con una famosa fotografia che si fece scattare al mare. Perché se una Prefettura esercita la sua potestà un’azienda all’amministrazione giudiziaria, può essere al limite accettabile che lo faccia per i contratti ancora in corso, non per quelli scaduti da sei mesi oppure tredici mesi, in questo ultimo caso perché al comune di Caserta dovevano “giustamente” truccare una gara da 116 milioni di euro ed è tutto bloccato.