4 ARRESTI. 20 miliardi di lire riciclati in euro. Per le agenzie di stampa è il CLAN DEI CASALESI, per il codice di procedura penale non è così
21 Marzo 2019 - 09:44
CASAL DI PRINCIPE – La notizia è stata passata, evidentemente dalla Guardia di Finanza di Roma e di Napoli così come le agenzie l’hanno riportata. Il problema non è costituito da come la notizia sia stata passata, ma da come è stata scritta. Un’ingegnosa operazione truffaldina, di vero riciclaggio, attraverso cui 20 miliardi di vecchie lire in contanti, ancora esistenti materialmente, a 8, 9 anni di distanza dalla data fatidica del primo marzo 2002 che segnò dopo due mesi di coabitazione il passaggio definitivo dalla lira all’euro, realizzata da esponenti del clan dei casalesi.
Questa è la modalità attraverso cui la notizia è uscita.
E’ vero che scrivere che c’entra il clan dei casalesi, in questo caso, l’agenzia scrive “mafia casalese” funziona sempre come attrattore della notizia. Ma un nostro collega normale non può ignorare che se l’indagine è stata promossa e ha vissuto le sue fasi esecutive con la richiesta di applicazione di misure cautelari in carcere sull’asse procura della repubblica di Aversa-Napoli nord e tribunale omonimo, questa è un’indagine che, al momento, va a colpire reati ordinari e non collegati alle attività della cosiddetta criminalità organizzata. Se si fosse trattato infatti di un traffico collegato al clan dei casalesi, i fascicoli sarebbero stati trasmessi alla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Ciò non è accaduto.
Quindi, siccome non abbiamo tempo adesso per rimaneggiare la notizia di agenzia, leggetela, ma sappiate che in alcune sue espressioni, quelle relative al protagonismo della criminalità organizzata quale mente organizzatrice di questa originalissima forma di riciclaggio, non sono esatte. Vedremo poi se in futuro gli atti saranno trasmessi alla dda. Per il momento non è così e quindi si tratta di criminalità comune.
QUI SOTTO LA NOTIZIA DI AGENZIA
Gli investigatori della Guardia di Finanza di Roma e Napoli, e gli inquirenti della Procura di Napoli Nord (coordinata dal procuratore Francesco Greco) – che hanno scoperto un sistema con il quale la mafia Casalese intendeva convertire denaro frutto di attivita’ illecite da lire in euro – la criminalita’ organizzata teneva nascosta una considerevole quantita’ di denaro in lire: secondo quanto emerso dalle intercettazione della Guardia di Finanza la somma si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di lire. Il sistema avrebbe consentito di ottenere mediamente, il 32% del valore in lire trasformato in euro. In sostanza, il meccanismo avrebbe consentito al clan di incassare oltre 3,3 milioni di euro. Tra gli arrestati (tre in carcere e uno ai domiciliari), rispettivamente di 64, 61, 55 e 60 anni, figura anche Gaetano Mungiguerra, ritenuto legato al clan dei casalesi. I quattro, residenti in Calvi Risorta, Acerra (Napoli), Casandrino (Napoli) e nel capoluogo campano, sono stati arrestati per tentato riciclaggio commesso per convertire in euro un miliardo di lire in tagli da 500 e 100mila lire.