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Certi comuni dell’agro aversano andrebbero aboliti. Gli appalti di oggi del cognato di Claudio Schiavone, imprenditore dei boss, vinti a TRENTOLA e a FRIGNANO

Il Claudio Schiavone in questione è un pezzo da novanta dell’imprenditoria di Casal di Principe, uno di cui ci siamo occupati decine e decine di volte. Condannato in diversi processi, oggi non può operare negli appalti pubblici come titolare di una sua impresa. È una gerarchia importante che comprende anche suo fratello Antonio Schiavone, titolare della società Megastrutture, che al comune di Caserta ha beccato un appalto da 2milioni e mezzo di euro per la pista ciclabile, i cui lavori sono in corso in questo periodo, e di un appalto dell’amministrazione provinciale di Caserta per la manutenzione stradale. Poi facciamo certi titoli sul clan dei casalesi che comunque infiltra tutte le istituzioni e ci dicono che facciamo demagogia. Ma riusciamo a fermarlo sulla sedia questo Gratteri? Letteralmente spiritato tra presentazioni del suo libro, convegni sulla tuttologia e ora anche presentatore televisivo, in modo che possa occuparsi del fenomeno gravissimo presente in provincia di Caserta. Un mix, non parliamo dei casi specifici, ma cogliamo l’occasione per esprimerci in senso generale tra soldi che arrivano da lontano, corruzione nella pubblica amministrazione e nessuna garanzia di una vera concorrenza, men che meno di una buona qualità dei lavori pubblici. Se lo vuole, glielo spieghiamo noi il meccanismo. Ma figuriamoci, in questo momento lui vive in una nuvola di incontrollabile autostima, sentendosi una sorta di Torquemada. Figuriamoci se ha tempo per un piccolo giornale che ha stabilito che la sua principale missione sia quella di combattere questi fenomeni

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MARCIANISE, CASO OUTLET. Sindaco Trombetta, che dice?! È mai possibile che lei non sappia neppure cosa sia un’opera di urbanizzazione secondaria?

Non sappiamo chi le sta suggerendo la strategia di comunicazione, evidentemente un congiunto discendente dei piloti kamikaze giapponesi che schiantavano i loro aerei contro le corazzate americane negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale. Comunque, al di là di questa risposta che – ci dispiace – le era dovuta, nei giorni prossimi affronteremo seriamente la questione della variazione del Pua, da lei scambiata per “approvazione del Pua”, perché tante cose, in quello che ha messo in piedi l’outlet e le sue società (diventate due, chissà perché) a noi non tornano affatto

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