L’EDITORIALE. La maggior parte dei politici locali si candiderà solo per la ricotta personale. A gennaio tutti pronti a lasciare De Luca, ora neanche posti in piedi

22 Luglio 2020 - 16:03

Nessuna arroganza da parte nostra. Ecco i motivi per cui non prenderemo la pubblicità elettorale di cinque candidati, i cui nomi, in segno di rispetto nei loro confronti, non faremo.  Quello che è accaduto negli ultimi sette mesi rappresenta una efficacissima esemplificazione dei motivi per cui, in questa Regione e nel Sud stiamo messi così male

 

 

CASERTA – A gennaio, prima dell’esplosione della epidemia Covid, erano decine i consiglieri regionali e gli esponenti del centrosinistra, in realtà, insieme al centrodestra, una porta girevole e nulla più della politica campana, a voler abbandonare De Luca per accasarsi nel centrodestra con Caldoro o chiunque altro.
In quell’esodo, di cui abbiamo raccontato anche molti episodi mai smentiti dai diretti interessati, affiorava una e una sola ragione: la delusione per le modalità con cui il governatore aveva amministrato la Regione in cinque anni?

Ma manco per niente. Il 90/95% dei nostri politici si alza la mattina e l’ultima cosa che fa nella determinazione dei suoi pensieri è quella di dedicare i medesimi al popolo, alla gente, men che meno al popolo dei cittadini, al popolo dei diseredati, al popolo dei poveri, al popolo sempre più disperato delle partite Iva e di una micro-impresa ormai ridotta alla canna del gas.
Al contrario, il primo pensiero della giornata, così come il secondo e fino all’ultimo della serata è dedicato “aicazzipropri”.

Della serie, prima di tutto il bene mio, della mia tasca e dei miei familiari, poi eventualmente, se proprio devo concentrarmi sul bene altrui, ogni azione ad esso finalizzata deve produrre un ritorno in termini di vantaggi elettorali.
Per cui, io “sistemo solo chi è in grado di farmi i voti alle prossime elezioni.

Non deve mai accadere, allora, per il 90/95% dei politici (si fa per dire) di questa Regione di salire sul carro sbagliato, di scegliere il cavallo perdente.
Fosse stato pure Nelson Mandela, Barack Obama, sarebbe la stessa cosa. Se i sondaggi li dessero perdenti contro il candidato Pappagone, mitica maschera televisiva interpretata da Peppino De Filippo, loro andrebbero con lui, perché Pappagone vincerebbe e gli consentirebbe di continuare a inciarmare.

Va da sé che, travolti dal Covid, ma ancor più pesantemente dalla tonnellata di baggianate del fratacchione-De Luca, i sondaggi hanno cambiato totalmente le loro previsioni: ora è De Luca a essere dato per favorito e dunque, parafrasando un vecchio slogan dei comunisti del tempo del Peppone di Giovannino Guareschi, il “contrordine compagni” diventa un molto più attuale, “contrordine, ricottari”.

Contrordine, ma non solo, perché lo smottamento in atto negli ultimi mesi dell’anno scorso nel centrosinistra si è trasferito nel centrodestra e gente come Gabriele Piatto, che per 25 aveva sempre militato nello stesso partito, considerando le prossime elezioni regionali un’incrocio senza più un domani, non per la vita dei campani o dei suoi concittadini frignanesi, ma per i propri obiettivi personali, è andato nel centrosinistra rinnegando in mezzo minuto le antiche militanze con i vari Coronella, Bocchino ecc.

Se guardiamo le liste di De Luca, ne troviamo a iosa di candidai provenienti dalle file del centrodestra. Gente che ha abbandonato Forza Italia, che ha permesso loro di vivere da nababbi per 20 anni, andandosene dall’altra parte una volta compreso che l’impero dei Cesaro si è in pratica dissolto per effetto dei colpi di maglio infertigli dalle inchieste giudiziarie, e loro, che si sono fatti una pancia così in quella mangiatoia, ora portano i propri voti, acquistati grazie alla mangiatoia di Giggino a’purpetta, dalla parte di De Luca e del centrosinistra.

Ogni tanto ci rendiamo conto che non è un pensiero originalissimo; ci rendiamo conto che i lettori di Casertace l’hanno incrociato molto spesso nel nostro giornale, ma riteniamo che esista la necessità di ribadirlo una volta ogni tanto.

È utile alla nostra coscienza, ma serve sempre a comunicare a chi pensa che qui si è diventati più malleabili e più aperti al compromesso al ribasso con il ricottume imperante che invece le cose non sono cambiate e che oggi noi a testa alta, nel rispetto delle persone coinvolte in questa nostra determinazione, ci riteniamo liberi di decidere di non accettare richiesta di pubblicità elettorale da almeno cinque candidati alle prossime elezioni regionali.