MARCIANISE. Il diritto alla inviolabilità della sfera privata, il dovere della conoscenza. Nota a margine del dibattito tra Angela Letizia e Lina Tartaglione

24 Gennaio 2022 - 16:41

In calce al nostro articolo, il post di Lina Tartaglione e la risposta di Angela Letizia

MARCIANISE (g.g.) – Mi è capitato di incrociare stamattina il dibattito Facebook tra la consigliera comunale Lina Tartaglione e la presidente del Consiglio Comunale di Marcianise, Angela Letizia. Avevo deciso di ridurre allo strettissimo indispensabile le sortite di Casertace riguardanti Angela Letizia, badando bene a rimanere attaccato a valutazioni di esclusivo ordine politico e istituzionale e senza cedere a divagazioni a cui l’atteggiamento e le manifestazioni, da parte della Letizia, del suo pensiero, presterebbero ampiamente il fianco. Motteggiamenti e salaci battute non danneggiano la signora Angela Letizia o comunque non la danneggiano alla stessa stregua di quanto non danneggiano una delle istituzioni di rappresentanza più importanti della città di Marcianise.

Nel momento in cui, però, il presidente del Consiglio Comunale risponde piccata a un post della consigliera Tartaglione, che lamenta la totale assenza di impianti sportivi, anche di piccole dimensioni, in grado di ospitare società sportive locali, a partire dal Volley Marcianise, ciò non può essere rubricata come un fatto privato. Una presa di posizione di un consigliere comunale e la replica del presidente del Consiglio sono fatti di rilevo pubblico che coinvolgono le funzioni ricoperte da Lina Tartaglione e da Angela Letizia, molto, ma molto di più, le sfere private che qualcuno potrebbe erroneamente intravedere sbandierare e nel luogo di spesa di queste parole, il profilo privato di Lina Tartaglione.

Attenendomi alla consegna che mi sono dato e che ho dato al giornale che dirigo, commenterò partendo dalla necessità di non abbandonare le stesse le espressioni di due rappresentanti del popolo sovrano di Marcianise, una delle quali titolare dell’autorevolissima funzione di guida del Consiglio Comunale.
E allora, diciamola subito e per intera: non è accettabile che chi svolge una funzione di questa importanza, di guida del Consiglio Comunale della terza città della provincia, debba essere immune da confutazioni rigorose riguardanti il modo con cui si esprime ed in tal modo esprimendosi, manifesta e dà corpo al pensiero e alle posizioni della sua cattedra istituzionale.
La presidente Letizia non può non misurarsi con i contenuti di norme e con quelli dei contestuali e conseguenti repertori giurisprudenziali, che rendono illegale ciò che lei, la presidente, avrebbe voluto che la consigliera Lina Tartaglione votasse, cioè la patente, rozza violazione dell’articolo 187 del Tuel.
Se noi che guardiamo da fuori possiamo liquidare la cosa con una risata o con adeguata pernacchia, diverso è il sentimento che ogni consigliere comunale dovrebbe avvertire di fronte alla professione di ignoranza catastrofica e alluvionale mostrata, anche in questo frangente, dal suo presidente, si chiami essa Letizia, Lucrezia, Aureliana, oppure madonna Bice.

Davanti a manifestazioni di devastante ignoranza come questa, non ci si può lamentare poi se c’è qualcuno che ripaga la cifra del dibattito (vabbè, chiamiamolo così) buttandola specularmente, con una una reazione uguale e contraria, in anatomia.
Men che meno lo si potrà tacciare di essere un troglodita, additandolo con le solite menate sul sessismo, sulla idea discriminatoria di genere e altre stupidaggini assortite.
Non lo si potrà fare perché il troglodita latente, colui che percorre il campo di un’ignoranza che si sovrappone a quella ben più gravemente mostrata da chi dovrebbe rappresentare l ‘intero popolo di Marcianise. Perché qui il punto è uno solo ed è costituito da una discriminante di tipo culturale e solo dopo, conseguenzialmente, di tipo politico: se è laicamente consistente, forte, possente il diritto di ognuno di gestire, governare o anche subire la propria vita privata come meglio gli aggradi o le aggradi, se questo diritto, che in controluce compare sempre e condiziona di anomalie le valutazioni su Angela Letizia, va difeso senza se e senza ma, va pure testimoniata, con ancora maggiore determinazione, come esigenza ineludibile, la giusta pretesa da muovere quale istanza cogente nei confronti di una persona, che ricopre una carica istituzionale, affinché questa persona, sia all’altezza della funzione che rappresenta e che ha una identità, una personalità diversa dall’identità e della personalità dell’individuo che la ricopre.

Bisogna pretendere che assolva al dovere di studiare, di documentarsi, in modo che la caratteristica fondativa della sua carica, nel caso di Angela Letizia la terzietà, si mostri evidente proprio nella capacità di stare sempre un passo davanti alle strutture e alle cifre di conoscenza di cui ogni consigliere comunale è dotato.