MARCIANISE. Il tutor chiodo fisso di Velardi. Il Mugnone e la cittadella della box scompaiono, compaiono e poi scompaiono ancora. Schizofrenia amministrativa

20 Aprile 2022 - 19:13

MARCIANISE – (Gianluigi Guarino) Si potrebbero presentare decine di casi per dimostrare l’andamento schizofrenico della gestione del Comune di Marcianise da parte del suo sindaco Antonello Velardi, del resto dell’amministrazione comunale e anche di quella parte dei consiglieri che coprendosi ormai totalmente gli occhi con le fette di prosciutto, avallano questo racconto surreale di un’attività di governo (si fa per dire) che si sviluppa con modalità che, purtroppo per i marcianisani, non trovano una sola chiave di lettura all’interno del perimetro della ragione, della razionalità.

Prendiamo, scusateci il gioco di parole, un caso…  a caso, uno dei tanti: l’anno scorso il Consiglio Comunale di Marcianise ha approvato il piano triennale delle opere pubbliche, fondamentale “accompagnatore” di ogni bilancio di previsione con una serie di interventi in cui naturalmente spiccava quello del famoso tutor da reinsediare lungo la provinciale ex 265 ora strada regionale.

In poche parole, l ‘esercizio  questo tutor si è risolto in un vero e proprio bagno, in un  disastro economico, che pesa e peserà ancora forse per anni, sulle casse del Comune di Marcianise, subissate da ben 15mila condanne alle spese sostenute da altrettante persone (o anche qualcosa di meno se ci sono singoli automobilisti che hanno presentato più ricorsi), le quali, con tutta la  ragione del mondo, per altro  riconosciuta in pieno dai giudici di pace. E nonostante, sempre lo stesso tutor  abbia distribuito soldi, a nostro avviso, con procedure di dubbia legittimità (leggi i tre nostri articoli dedicati alla questione specifica della legittimità e della liceità delle citate procedure) all’impresa privata che ne ha esercitato l’uso.

Questa storiaccia  meriterebbe un adeguato approfondimento da parte della Corte dei Conti. Ma nonostante tutto questo “macello”,  Velardi ripropone il tutor e lo fa sia nell’appena citato piano triennale 2021-2023, approvato l’anno scorso, sia nel piano triennale 2022-2024, approvato lo scorso 11 aprile dalla giunta comunale in attesa di essere definitivamente licenziato e reso esecutivo dal consiglio comunale non ancora convocato per questo specifico adempimento.

Raccontata così, la questione, già di per se grave e inquietante per i motivi appena illustrati, si definirebbe dentro al racconto relativo a questo specifico contenuto del piano triennale delle opere pubbliche approvato l’anno scorso e confermato anche quest’anno.

Ma se uno scrive in premessa così come noi abbiamo fatto e l’amministrazione comunale di Marcianise  si muove creando facili condizioni per una diagnosi di schizofrenia galoppante, non basta certo lavorare solamente su quel chiodo fisso che ha il sindaco Velardi per il tutor, visto che per  noi di CasertaC’è il termine “apodittico” (espressione fondata su una verità a priori e non correttamente argomentata) non c’è nel vocabolario della lingua italiana.

In mezzo ai due piani triennali cioè a quello approvato nel 2021, e a quello approvato, per il momento solo dalla giunta lo scorso 11 aprile, cioè nove giorni orsono,  è accaduto un fatto importante che tra poco vi diremo.

Fortunatamente, noi abbiamo abituato molto bene i nostri lettori di Marcianise, i quali avranno ancora un ricordo sufficientemente nitido dei diversi articoli che abbiamo dedicato a quell’autentica mattana che Velardi pretese che l’allora dirigente Anacleto Fuschetti compisse, (non a caso è scappato via a gambe levate dal Comune), e con cui intendeva utilizzare, contravvenendo  ad ogni norma come noi dimostrammo in maniera chirurgica, l’avanzo di amministrazione per finanziare, non già delle opere contenute nel piano triennale vigente, ma altri interventi che nel piano non c’erano per questo motivo Velardi ricorse ad una procedura rarissima nel sul genere, di cui noi, (eppure di cose ne abbiamo raccontate in 20 anni), non abbiamo memoria perchè forse sarà capitato un numero di volte che si conta sulle dita di una mano sola nei 104 comuni della provincia di Caserta.

Pur avendo scavallato il giro di boa di metà anno, il Velardi, spalleggiato dall’assessore ai lavori pubblici, il suo iper fedelissimo Tommaso Rossano, ha portato nel mese di settembre in consiglio una delibera con la quale si andava ad integrare il piano triennale delle opere pubbliche, approvato pochi mesi prima. Questo accadeva (cominciate  a capire perchè parliamo di schizofrenia) come immediata conseguenza del film che si era” fatto in testa”  la cui trama non prevedeva l’utilizzazione, con normalità normali, ortodosse  comunque dentro ad una procedura cervellotica e schizofrenica, quei fantomatici soldi dell’avanzo di amministrazione, circa 7 milioni di euro, che ora, per la cronaca non sono più assolutamente utilizzabili per cose del genere dato che dovranno andare a ripianare la grave situazione debitoria creatasi a causa di quell’autentico guazzabuglio rappresentato dal rapporto tra il consorzio idrico e il comune di Marcianise, che ne detiene la maggioranza relativa con il 21 e passa per cento delle quote. Questa virtuale, ipotetica, meramente scolastica normalità incastrata comunque in un contesto reale di schizofrenia amministrativa, si manifestava attraverso il totale disinteresse per tutte le opere pubbliche, presenti  nel piano triennale vigente, il quale  rappresentava una manifestazione di volontà politica, non espressa, badate bene, 5 anni prima quattro anni prima e neppure due anni prima, ma pochissimi mesi prima  e già rinnegata al punto che non si capisce perchè la ristrutturazione e la riqualificazione del Teatro Mugnone, l’edificazione della cittadella della box, i lavori di riqualificazione di  via Cairoli e  quelli della congrega di Piazza Carità  non fossero compresi nello strumento di programmazione delle opere pubbliche, relativo al biennio 2021-2023.

Quegli eventi indussero tutti a ritenere che queste opere fossero e dunque siano ancora cruciali, strategiche, fondamentali. E li sbagliarono “questi tutti”, non valutando la variabile impazzita che aleggia sul Comune di Marcianise creando situazioni assolutamente imprevedibili e non valutabili nell’alveo della razionalità. A settembre nessuno nutriva il minimo dubbio  sul fatto che il Mugnone, la cittadella della box, via Cairoli e la congrega di Piazza della Carità avrebbero avuto un posto in primo piano, una priorità  nel piano triennale delle opere pubbliche.

E invece, leggendo l’elenco uscito dalla delibera approvata dalla giunta comunale l’11 aprile, nessuna di queste opere è presente, esattamente come non lo erano l’anno scorso dato che sono solo fugacemente comparse col blitz dell’integrazione di settembre realizzato con l’obiettivo inquietante e soprattutto impossibile di utilizzare un avanzo di amministrazione per finanziare opere per la città senza aver prima adoperato questi soldi per coprire i debiti così come chiaramente, analiticamente con un esposizione elementare alla portata di tutti chiariscono le norme e ci siamo pure stufati di citare testualmente per tutte le volte che l’abbiamo fatto l’autunno scorso.

Al contrario, il tutor c’è sempre. Quello infatti è un elemento di stabilità, uno dei pochi espresso dalla potestà di questo sindaco e dalla sua amministrazione che poi si riassume in  lui e solo in lui. Tutto il resto è dunque, schizofrenia ammnistrativa documentata. Il tutor invece no e si configura come una sorta di litio, di psicofarmaco equilibratore visto che su questo particolare argomento, cioè il tutor, il Velardi mostra una granitica  coerenza ed una leonina perseveranza.