L’INTERVENTO Ursomando: “Settembre al Borgo, nessuna programmazione né campagna di informazione per la 50esima edizione. Questa amministrazione ha fallito”

2 Settembre 2022 - 16:27

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’ex consigliere comunale di Caserta Edgardo Ursomando sul Settembre al Borgo, giunto quest’anno alla 50esima edizione

“Mi ero ripromesso di non intervenire sul Settembre al Borgo, la kermesse casertana che quest’anno compie 50 edizioni, ma le polemiche che l’accompagnano mi costringono mio malgrado a farlo. In una città sorda, dove cane non mangia cane e tutti sono amici di tutti, tutto scorre nella massima tranquillità e le brutture e gli “inguacchi” passano inosservati con il beneplacito comune. In una scorsa edizione, che fu caratterizzata dallo “scandalo” dei cachet previsti per gli artisti che pare risultassero sensibilmente maggiorati rispetto a quelli abituali, il vero scandalo, invece, si manifestò nell’apatia che distinse la classe politica, l’intellighenzia e il mondo artistico cittadino, rispetto alla scottante inchiesta giornalistica. É vero, qualcuno mugugnò, qualcun altro inorridì, certi commentarono, ma sempre attenti a far sì che la propria esternazione non diventasse pubblica. Eppure, l’inchiesta era dettagliata e infarcita di dati, ma non sortì nessuna interrogazione consiliare, nessuna denuncia alla magistratura, anche se proprio questo ci saremmo aspettati da chi svolge funzioni di controllo sulle attività dell’amministrazione comunale. Però, come al solito, non sono mancate le passerelle d’onore, gli incarichi professionali e le partecipazioni artistiche, elargite a pioggia sulla città a mo’ dei volantini di propaganda della seconda guerra mondiale, una vera e propria azione di captatio benevolentiae, della serie “così sono tutti contenti”.

Ma veniamo al presente, 50^ edizione del festival con la direzione artistica di Enzo Avitabile, che quest’anno ha puntato sulla world music con qualche piccola iniezione di jazz. Un’edizione di nicchia, destinata a un pubblico colto, appassionato e “resistente”. Un festival sicuramente diverso rispetto ai precedenti, caratterizzati dal genere pop, che garantiva pienoni e sold out, tanto che i concerti venivano ospitati all’interno di ruderi del castello, all’ombra della torre, perché solo quello spazio garantiva una capienza per circa 1000 persone. Infatti, un’altra nota dolente è stata la scelta di cambiare location agli spettacoli, spostando tutto in piazza Vescovado, scelta forse dettata dalla volontà di abbattere i costi di adeguamento e messa in sicurezza dello spazio antistante al castello, e chissà forse anche per camuffare con il passeggio dei curiosi l’affluenza agli spettacoli, che seppur di qualità, non rientrano nel gusto dello spettatore comune. Scelta coraggiosa quella del direttore artistico, che punta tutto sul rapporto empatico tra artista e pubblico, sull’unicità dello spettacolo e sull’esclusività. Ma siamo sicuri che la scelta degli artisti sia stata dettata da un fil rouge di matrice culturale o invece rientra in una necessità squisitamente economica? Da qualche indagine raffazzonata sembrerebbe che l’intero costo del cartellone si aggiri sui 50.000 euro (esagerando), anche la scelta dei concerti in modalità “solo”, garantisce un risparmio nell’ottica dell’ospitalità, della back-line e di altri ammennicoli che gli addetti ai lavori conoscono bene e che hanno anche loro un costo, e come diceva Totò “ è la somma che fa il totale!”. D’altra parte il Governatore ha elargito solo 200.000 euro per questa edizione, ma nonostante l’esiguo contributo rispetto a quelli ben più gratificanti che altre manifestazioni di pari importanza possono vantare, durante la conferenza stampa si ostentava soddisfazione e felicità, e si è parlato di unicità, di apertura al mondo, di esclusive e di un nuovo corso. Insomma, è stato un continuo indorare la pillola e la pillola aveva lo sgradito sapore di una presa per i fondelli. Se davvero questa amministrazione tenesse al Settembre al Borgo, o almeno avesse tenuto alla 50^ edizione di questo, si sarebbe dovuta comportare diversamente. L’istituzionalizzazione di una manifestazione non si ottiene esclusivamente per il numero delle edizioni, ma sono importanti anche altri fattori. Manca la programmazione, un’edizione così importante andava programmata un anno prima, e pubblicizzata sei mesi prima, così come il cartellone che nella fattispecie è così culturalmente elevato tanto da solleticare gli appetiti culturali sul territorio nazionale e non nella sola provincia di Caserta. Se non c’è la programmazione vengono meno tutti quei presupposti che favorirebbero fenomeni come l’incoming, la ricaduta economica sul territorio e la crescita culturale. Una adeguata programmazione presuppone un altrettanto adeguata campagna di informazione, chissà se a Roma, a Viterbo, così come a Campobasso o a Isernia, sono al corrente che in questi giorni si terrà la 50^ edizione del Settembre al Borgo? Io ho i miei dubbi che ne siano a conoscenza anche a Napoli. La programmazione serve a trovare partner con cui avviare sinergie, partner significa sponsor e quindi finanziamenti, utili a integrare lo stringato finanziamento regionale (quando si dice la filiera istituzionale). Ancora una volta questa amministrazione ha fallito perché viaggia a vista, non ha una rotta sicura e figuriamoci se conosce la strada maestra, e anche questa volta, come al solito, si trascinerà dietro e non per loro colpa, il direttore artistico, gli artisti inconsapevoli e come al solito i casertani distratti”.