Caporalato. Un “pacchetto per l’espatrio” arruola i bulgari di MONDRAGONE
17 Luglio 2018 - 18:42
MONDRAGONE – Non si tratta di una comunita’ stanziale. I Rom bulgari (500 o 600 persone tra maggio e giugno e di 1000 – 1200 a settembre, secondo le stime dell’Osservatorio) si insediano stagionalmente in provincia di Caserta, per non piu’ di tre mesi. Ma in questo arco di tempo riescono a guadagnare mensilmente anche “5 o 7 volte” il salario che raggiungerebbero in Bulgaria. “Dividono l’anno lavorativo in due parti: quello svolto in Italia e quello svolto nella loro citta’ di origine, integrando cosi’ i due redditi”, dichiara una donna intervistata dalla Cgil – Flai. In provincia di Caserta arrivano solitamente sui bus, in viaggi ben organizzati che gli consentono, al loro arrivo a Mondragone, diavere accesso subito a una casa e a un lavoro dopo pochi giorni. È un ciclo migratorio ben strutturato, a volte un vero e proprio ‘pacchetto per l’espatrio’ gestito per lo piu’ dai capi diorganizzazioni criminali dalla Bulgaria che sono in stretto contatto con la mafia locale. Per reclutare i braccianti, preparare il trasferimento e procurare un alloggio e un lavoro a gruppi di decine di persone serve un’organizzazione tale che implica “una capacita’ di agire a livello transnazionale che soltanto gruppi specializzati nell’uno e nell’altro Paese possono attivare”. Una situazione che si e’ modificata con lo smantellamento di buona parte delle cosche dei Casalesi in Campania, lasciando “vuoti di potere – osserva la Cgil-Flai- che gruppi malavitosi di Rom bulgari, in particolare quelli che gestiscono la manodopera, stanno riempiendo” eppure “i boss interni alla comunita’ Rom di Mondragone sono pochi, non superano le 5 o 6 unita’”, spiega un intervistato, perche’ di solito i veri capoclan restano in Bulgaria.