TUTTI I NOMI. Dopo le condanne ai figli di Bidognetti, processo agli altri sette del clan. Imprenditore sparato alle gambe intercettato in ospedale

12 Gennaio 2024 - 16:55

CASAL DI PRINCIPE – Dopo che una ventina di giorni fa è terminato il processo di primo grado, celebratosi con rito abbreviato presso il tribunale di Napoli, scaturito dall’inchiesta sulla riorganizzazione del clan dei casalesi, specificatamente delle fazioni Schiavone e Bidognetti, con le condanne di 28 persone, tra cui figli e affini del super boss Francesco Bidognetti Cicciotto ‘e Mezzanotte (LEGGI QUI TUTTI I NOMI), è iniziato oggi il procedimento in rito ordinario presso il tribunale di Aversa Napoli Nord.

Sono rimasti in sette i soggetti sotto processo, ovvero Angelo Zaccariello, Gabriele Salvatore, Ernesto Corvino, Giovanni Corvino, Giuseppe Spada, Biagio Francescone, Vincenzo Simonelli.

A parlare in aula, oggi, sono stati i carabinieri del comando provinciale di Caserta, ovvero i militari che hanno indagato sulla riorganizzazione del clan.

L’ufficiale dei carabinieri ha spiegato come, grazie a delle intercettazioni captate in ospedale, gli inquirenti erano riusciti a capire che un imprenditore di prodotti in pelle sparato alle gambe era stato colpito da Angelo Zaccariello, esecutore materiale di un progetto di Nicola Garofalo, chiamato Lino Badoglio.

Aveva parlato la vittima dell’estorsione alla moglie, sperando come Angelo Zaccariello, lo voleva convincere di pagare, di “fare un regalo” a Nicola Garofalo, ricevendo, però risposta negativa.

Questa era la prova di una vendetta, secondo gli inquirenti, da parte del gruppo Bidognetti contro gli imprenditori che non volevano pagare.