Campo sportivo affidato senza gara d’appalto: l’ipotesi di un collegamento al clan dei casalesi.

11 Agosto 2024 - 07:00

Non vedo, non sento e non parlo, la storia di un Lombardi «rischiatutto» che ha sottovalutato i rischi di compromissione.

CALVI RISORTA – Quando si parla di «comune condizionato dalla presenza delle organizzazioni camorriste». Che cosa può significare oltre a tutto quello che è già emerso per cui l’Amministrazione comunale ha dovuto sloggiare? E poi ancora: sarebbe possibile trovare traccia di tale situazione anche nell’ambito, per esempio, del controllo e dell’affidamento a terzi delle strutture sportive?  Tenetevi forte, pare proprio di sì. Qualche tentativo di analisi è stato fatto, qualche dubbio serio è nato, ma vediamo in che senso e come è andata a finire.

Dunque, la gestione e la concessione delle strutture sportive a Calvi Risorta per un lungo periodo sembrano essere state sotto il controllo di società sportive riconducibili alla camorra. Ma non direttamente, ma per vie traverse. Anche se poi come tutti sanno tutte le strade portano a Roma. Ecco l’ipotesi, il dubbio giornalistico. La cosa qui potrebbe essere stata possibile (ma le indagini sono ancora in corso) tramite un sistema a triangolazione, ossia grazie ad alcuni dei gestori non classificabili certo camorristi e quindi indirettamente. E su questa circostanza, esisterebbero segnalazioni e denunce e quindi ampia documentazione in Procura. Il fattore tempo. Ancora una volta l’amministrazione comunale era guidata dalla Giunta presieduta dall’allora sindaco Giovanni

Lombardi. Ad un certo punto la «generosa» Giunta Lombardi che fa? Decide di concede a titolo gratuito le strutture sportive comunali. Le casse comunali piangono lacrime amare, ma Lombardi insiste: strutture gratis, abbasso l’avarizia. Babbo Natale è qui.

Salvo scoprire poi che i cittadini di Calvi, malgradi lo slancio di generosità fatto con le tasche del Comune, pagano eccome per accedere e utilizzare tali strutture. Pagano col la solita formula dell’iscrizione, che sulla carta sarebbero necessarie per coprire le spese dei consumi e saldare le bollette delle utenze. Ma chi sono, in realtà, queste «fortunate società di gestione» e poi esisteva o non esisteva con questa generosa concessione il rischio d’incappare e restare invischiati in un rapporto, sebbene indiretto, più di asservimento psicologico che formale con il clan dei casalesi?

Le indagini investigative punterebbero proprio a sciogliere questo dubbio amletico. Il motivo è semplice: una delle società sportiva che utilizzava il campo di calcio comunale situato in via delle Palme, a carico del Comune, era la ANC, la si vuole come collegata, per via parenterali e traverse ai Papa di Sparanise. Ora non è che eventuali colpe si tramettano tra un parente l’altro, ma la cautela doveva essere all’ordine del giorno. Questi soggetti, e anzi la loro genia superiore, risulterebbero affiliati al clan dei Casalesi nella fazione di Michele Zagaria. Usiamo il condizionale, ma esistono due testimonianze video a supporto: la prima risalente al 2 maggio 2019 e la seconda al 17 settembre 2019. In tali registrazioni si può osservare come segno di gratitudine l’allora presidente della società sportiva consegnasse una targa commemorativa e di ringraziamento all’allora sindaco Lombardi durante i festeggiamenti della Madonna delle Grazie nella frazione di Visciano a Calvi Risorta.

Successivamente alla cessazione dell’attività della società sportiva della famiglia Papa, il campo sportivo di Calvi Risorta venne gestito da una nuova società sportiva anch’essa con alle spalle – si direbbe – una storia significativa da narrare. Infatti, la società di Football dell’epoca sembra pure indirettamente riconducibile al clan dei Casalesi della fazione Zagaria-Schiavone secondo gli atti investigativi e le intercettazioni effettuate dalla procura antimafia di Napoli. Dubbi, possibilità, ipotesi che già da sole avrebbero dovuto mettere in allerta, in guardia, la politica locale dall’operare certe scelte negli affidamenti di beni pubblici a soggetti privati. In sintesi, verificate tali circostanze e sciolti i dubbi, si potrà affermare poi che la camorra abbia per un periodo trovato modo di infiltrarsi anche nella gestione delle strutture sportive attraverso alcune società sportive legate al clan dei Casalesi. Mentre il comune di Calvi Risorta non ha mai impedito o revocato tali autorizzazioni, magari pur essendo consapevole di correre tali rischi e di incorrere in problemi con la legge. Ciò dimostrerebbe ancora di più, se ve ne fosse bisogno, e oltre questa nostra iniziale inchiesta giornalistica che purtroppo il comune è stato condizionato dalla presenza delle organizzazioni camorriste.