Stadio del Nuoto chiuso da 40 giorni. Oggi flash mob delle famiglie davanti alla Provincia. 4 associazioni hanno chiesto l’accesso agli atti
8 Maggio 2025 - 11:30

Ormai le abbiamo scritte cento volte, e in questa occasione abbiamo preferito titolare sui fatti di stretta attualità, anziché ribadire che gli Attila che hanno amministrato la Provincia – Magliocca, Zanni e Peppe Guida, con il quale Magliocca si è persino azzuffato domenica scorsa prima del congresso cittadino di Forza Italia – hanno raso al suolo anche lo sport
CASERTA – Quello che sta accadendo allo Stadio del Nuoto di Caserta è gravissimo. La disastrosa gestione della vecchia presidenza dell’Agis (Agenzia Provinciale per la Gestione degli Impianti Sportivi di Caserta), per anni nelle mani di Peppe Guida – che ha gestito ogni cosa in accordo con il presidente Giorgio Magliocca, il quale oggi arriva addirittura a mettergli le mani in faccia – ha prodotto autentici disastri i cui effetti, come Casertace aveva previsto a suo tempo, si stanno manifestando con effetto ritardato. Lo Stadio del Nuoto è chiuso da 40 giorni.
Non era mai accaduto nella storia di questo prestigioso impianto. A pagarne le conseguenze sono le associazioni sportive che operano al suo interno, pagando canoni significativi alla Provincia, e che ora vedono messi in pericolo molti posti di lavoro.
Gravi anche le conseguenze per le famiglie, per tutti i bambini che praticano sport e ancor di più per quelli che ne hanno bisogno per curare patologie.
E allora, nel pomeriggio di oggi, i genitori degli atleti dell’ASd Taakwndo HWa Rang kwan del Maestro Nicola Fusco e il maestro Nicola Fusco domani pomeriggio alle h.16.15 faranno un flash mobile davanti alla sede della Provincia per far ascoltare la propria voce in merito alla chiusura della palestra e dello Stadio del Nuoto”.
Siamo in grado, anche grazie all’ausilio dell’avvocato Daniele Sparano – che segue la vicenda in prima persona, sia da appassionato e sportivo, sia in nome e per conto di quattro associazioni (che affittano corsie e spazi d’acqua in base a convenzioni firmate con l’Agis) – di ricostruire le tappe della vicenda, a partire dalla chiusura dell’impianto avvenuta il 1° aprile, di cui già scrivemmo a suo tempo (CLICCA E LEGGI).
Il 1° aprile l’AGIS comunicava la chiusura temporanea della piscina “a causa della caduta di due plafoniere nella zona spalti”, avvenuta il 30 marzo, e – su segnalazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco – annunciava che l’intero impianto sarebbe rimasto chiuso fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Il 14 aprile, l’AGIS comunicava il ripristino della sicurezza (mediante la rimozione di tutte le plafoniere nella zona spalti), la riapertura dell’impianto – con l’unica eccezione delle aree al primo piano – e quindi la ripresa delle attività ordinarie.
Ma la soddisfazione durava solo poche ore: il giorno successivo, il 15 aprile, l’AGIS comunicava una nuova chiusura. I Vigili del Fuoco, rientrati nell’impianto per verificare la rimozione delle plafoniere pericolanti, avevano riscontrato irregolarità ben più gravi: la struttura non era conforme alle norme antincendio né risultava agibile, poiché la Provincia di Caserta, nel 2019, aveva presentato una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) incompleta di tutte le certificazioni relative a strutture, impianti e arredi.
Un fatto molto serio, da valutare attentamente, anche per comprendere se l’indubbia negligenza possa configurare responsabilità penalmente rilevanti.
Le associazioni sportive concessionarie, che già si erano fatte sentire in occasione della prima chiusura, si sono mobilitate.
Quattro di queste, il 28 aprile scorso, hanno presentato – tramite l’avvocato Sparano – un’istanza di accesso agli atti per acquisire tutta la documentazione amministrativa relativa alla vicenda.
A quanto ci risulta, le amministrazioni destinatarie dell’accesso – oltre alla Provincia, anche l’Agis – ad oggi non hanno ancora rilasciato alcun documento. Va detto, però, che il termine di legge previsto (30 giorni) non è ancora scaduto.
In assenza di riscontro entro il 28 maggio, l’istanza si intenderà per legge respinta. Va segnalato che, in tal caso, non sarebbero da escludere iniziative presso l’autorità giudiziaria.