ELEZIONI. Enzo Iodice è il vero anti-Zannini. L’ha denunciato e solo per questo meriterebbe l’applauso (e il voto) degli onesti che non vivono genuflessi davanti all’illegalità

6 Novembre 2025 - 19:31

È un confronto-scontro emblematico, in cui l’ex sindaco di Santa Maria, candidato nella lista Fico, propone le sue idee, ma anche un esempio: con il coraggio della legalità si può battere la protervia stracciona di chi pensa ad asservire e non servire

CASERTA (g.g.) – Che storia la mia storia, la nostra storia con Enzo Iodice! Chi scrive lo conosce dal 1999, cioè da tanti, tanti anni. Non l’ho sempre, e non l’abbiamo sempre, elogiato. Ma lui ha, invece, sempre, ma prima di tutto sempre, incassato le nostre punture di spillo con aplomb anglosassone, riconoscendomi e riconoscendoci, bontà sua, una sorta di ius, di diritto a esprimere la critica aspra nei suoi confronti, sia durante le sue stagioni della politica, vissute prima da sindaco di Santa Maria Capua Vetere, con digressione da candidato alle Europee dell’allora Pds, poi da segretario provinciale del Pd, sia quando ha attraversato il cursus del management sanitario: da direttore del distretto di Marcianise e poi da dirigente dell’ospedale della medesima città, per proiettarsi verso la carica di direttore sanitario dell’Asl e, ultimamente, da direttore dei distretti di Aversa e di Lusciano.

Questo suo atteggiamento, che estendeva la sua intelligenza fino al perimetro nobile del pieno e consapevole rispetto della libertà di pensiero e di critica, me lo ha reso e ce lo ha reso sempre più familiare. Non più simpatico, ma più familiare. Tale si mostrava rispetto alla concezione che ha sempre ispirato il nostro lavoro, la nostra missione di controllo sul modo con cui la pubblica amministrazione, variamente connotata, gestisce e utilizza il denaro della nazione, il denaro dei cittadini.

Un sorriso ampio e non rituale ha accompagnato, quindi, il particolarissimo piacere da noi provato nel raccontare della scelta di Enzo Iodice di collaborare con la magistratura inquirente, raccontando per filo e per segno le angherie subite dalla coppia formata da Giovanni Zannini e dal capo burocrate della sanità campana Antonio Postiglione. Quel giorno è come se si fosse completato un cerchio, con la saldatura tra le nostre battaglie contro un modo para-criminale di fare politica e la repulsa, la ribellione di colui che resta un politico a tutti gli effetti, ma che, con la sua testimonianza, col suo atto di coraggio, ha detto basta a un certo modo di esercitare la funzione elettiva con strumenti abbondantemente illegali.

I ritmi inurbani e spesso inumani che scandiscono le mie giornate di lavoro e quelle dei giornalisti e dei collaboratori di Caserta ce hanno ritardato di una settimana la pubblicazione di questo articolo, che avrebbe dovuto rappresentare, invece, il tema dei temi al momento dell’ufficializzazione delle liste dei candidati alle elezioni regionali dei prossimi 23 e 24 novembre: Giovanni Zannini da un lato, Enzo Iodice dall’altro. Secondo noi, è il manifesto in quintessenza di queste elezioni.

Da un lato, la peggiore politica, quella fatta di sudditanza, di affiliazione acritica, di deleghe in bianco, di baciamani e baciapile; la politica del clientelismo servile e becero, che spaccia il diritto per favore; la politica della subalternità, del mangime gettato a galletti e galline da un fattore mondragonese che tutto dispone; la politica raccontata dal presidente della Provincia Anacleto Colombiano, che si è detto, in pratica, onorato di essere definito una pecora, in quanto esserlo al cospetto di cotanto pastore per lui rappresenta un onore grandissimo, un’affermazione abominevole che erge Zannini al rango di Gesù in terra.

Dall’altro lato, la politica di Enzo Iodice: uno che ha alzato la testa, che non ha voluto subire e che, attraverso la strada della legalità, si è ribellato ai ricatti di Zannini, ma soprattutto alla prevaricazione volta all’instaurazione del regime del non-diritto, dell’illegalità a scapito della civiltà di una vera democrazia in cui i cittadini non vivano appecoronati, ma pretendano di essere proprietari, padroni del proprio destino.

E allora, per quello che è diventata la provincia di Caserta negli ultimi anni, non è esagerato considerare Enzo Iodice, per ciò che ha fatto quando ha denunciato alla magistratura le vessazioni subite da Zannini, il migliore strumento del diritto e della civiltà, l’argine più solido di fronte al dilagare definitivo di una politica incivile, quella con la quale Zannini ha fatto rinculare Caserta e la sua provincia nel meandro oscuro e profondo di un feudalesimo protervo e straccione.