LA MORTE di Mariopio Zarrillo. Inquietante: il ragazzo ha sparato due volte contro il muro per provare la pistola e ha indossato le cuffie

7 Settembre 2018 - 20:48

MARCIANISE – Mentre stanno per essere celebrati, nel duomo di Marcianise, i funerali di Mariopio Zarrillo, la cronaca continua a fare il suo corso che a volte, è duro, doloroso, ma necessario. Come abbiamo scritto in un altro articolo, l’autopsia ha stabilito che Mariopio si è sparato in bocca.

Intanto le indagini proseguono e il fascicolo è ancora aperto. Sembra tramontata, agli occhi degli inquirenti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, la pista di una eventuale istigazione al suicidio: non emergono fatti oggettivamente riscontrabili che conducano ad eventuali minacce, subite dal 21enne e che lo avrebbero potuto spingere a compiere il tragico gesto. 

Dunque, anche quel messaggio, rilanciato un pò da tutti i giornali nei giorni scorsi, in cui Mariopio Zarrillo scriveva ad un amico: “Ho visto una cosa che non dovevo vedere“, dev’essere frutto di quel meccanismo che si attiva quando gli scarsi mezzi a disposizione dei giornali locale, rendono complicatissimi il riscontro e la verifica di una notizia, di un’indiscrezione, di una semplice chiacchiera.

I carabinieri che indagano su questo episodio, avranno sicuramente valutato questa storia del messaggio, saltata fuori da una dichiarazione fatta dal padre di Meriopio, proprio ai militari della Compagnia di Marcianise. Non un messaggio, come era emerso in un primo momento e come era rimasto nel circuito delle notizie, senza la doverosa verifica, ma un altro tipo di meccanismo: il padre ha detto ai carabinieri che il figlio aveva visto qualcosa che non doveva vedere e di questo aveva parlato ad un un amico. Il che ha offerto la possibilità ai militari che indagano di approfondire bene con l’amico questa confidenza ricevuta, ammesso e non concesso che ci si stata. 

E se alla luce di tutto questo, tramonta l’ipotesi dell’istigazione, evidentemente quello che sembrava l’unico elemento che poteva suscitare dubbi sulla fine di Mariopio, si è definita una cosa pressoché irrilevante.

Di concreto c’è quello che abbiamo già notato nei molti articoli che in questi giorni abbiamo dedicato a questa tragedia: una vera e propria programmazione, fredda, razionale del gesto da parte del 21enne, che a fine agosto, i giorni 27 e 28, si e’ recato al poligono evidentemente per chiudere la procedura che gli ha permesso di ottenere il porto d’armi per uso sportivo. Venerdì 31 agosto, come abbiamo ugualmente già scritto, la trasferta a Teano, dove ha acquistato una pistola Beretta calibro 9×21. Tutta l’operazione del porto d’armi e della pistola è costato a Mariopio circa 1000 euro.

Il resto delle sequenze l’abbiamo scritto più volte in questi giorni. L’unica cosa da aggiungere è che il ragazzo, una volta arrivato in una stanza della villetta disabitata, ha provato la pistola sparando due volte, evidentemente contro il muro, indossando, incredibilmente (per uno che ha deciso di morire tra 10 secondi non si capisce a cosa gli potessero servire) cuffie simili a quelle che si usano nei poligoni per tutelare l’udito di fronte agli scoppi ripetuti di chi fa il tiro al bersaglio.

Accertato che la pistola funzionava bene, ha proceduto all’ultimo gesto della sua vita.