LA NOTA CASERTANA. Tifosi, ma siete sicuri che D’Agostino ha tutti i soldi che dice di avere? Un’analisi e tre grossi dubbi
12 Marzo 2019 - 17:12
CASERTA – (g.g.) Quanta tensione reale esiste oggi, sulle sorti sportive della Casertana, e quanto invece il dibattito è avvitato, monopolizzato e concentrato su una sorta di letto dello psicanalista in cui si parla solo degli umori del presidente Giuseppe D’Agostino?
A nostro avviso, i tifosi dovrebbero essere preoccupati, più che del deludente percorso dei Falchetti, dall’accentuazione egocentrica delle parole che ormai scorrono a fiumi, su quello che pensa D’Agostino del comune di Caserta, su quello che progetta per entrare sulla piazza di Foggia, che evidentemente considera migliore di quella di Caserta, dimostrando però di non conoscerla bene, visto che da quelle parti, il comune, al di la dell’impianto, nulla concede in termini di aiuto economico diretto o indiretto ad una società in gravissima difficoltà e preda di veri e propri attacchi terroristici da parte di una tifoseria che, domenica notte, ha letteralmente distrutto, incendiandola, l’auto dell’ex idolo locale Iemmello.
Perchè, una stagione si può anche sbagliare; perchè una campagna acquisti, apparentemente straordinaria, può anche rivelarsi inefficace, se non addirittura fallimentare. Ma quello che inquieta maggiormente è che D’Agostino, dopo aver, con una certa furbizia, costruito l’involucro; dopo averlo infiocchettato, ha consegnato un pacco, stile Duchesca, ai casertani.
Castaldo, D’Angelo e Floro Flores
Sotto il vestito, niente. Vi siete chiesti perchè, dopo l’errore compiuto con l’ingaggio di Gaetano Fontana, il presidente D’Agostino, anche per valorizzare il capitale umano a sua disposizione, non ha preso un allenatore di livello, che potesse imprimere una svolta reale, sotto i quattro profili fondamentali, cioè quello atletico, tecnico, tattico e psicologico?
E come mai la Casertana si va ad allenare a Caiazzo, con i giocatori che spesso e volentieri, neanche si trattasse di una squadra di Prima Categoria, sono costretti a tornare nel capoluogo per pranzare, salvo poi rimettersi in auto e ritornare sul campo, concesso gratuitamente dal sindaco del ridente paese della media collina di Terra di Lavoro? Per cui, tutta quanta questa magnificenza economica sembra rappresentare una parte di una narrazione che poi non trova riscontro in un’organizzazione societaria tale da farli vedere sul serio questi soldi che D’Agostino dice di avere.
Poi si sa, il calcio è popolato da personaggi di vario genere: avventurieri, ma anche e soprattutto soggetti che, nella ribalta del pallone, trovano un luogo per cibare il proprio ego. E il fatto di essere, tutto sommato, un buon imprenditore, qual è senz’altro D’Agostino, ma pur sempre, con tutto il rispetto per questa professione, un venditore di mozzarelle, finisce per contare e anche molto nell’identità e nella consistenza degli atteggiamenti.
Per cui sciorinare frasi ad effetto, tipo: “Sono interessato solo all’acquisto di squadre di serie A” oppure “A Foggia mi vogliono assolutamente a capo della società“, sembra più rispondere ad una necessità di affrancamento psicologico, che in passato magari D’Agostino aveva tentato di realizzare, inforcando una Ferrari, che poi portò sfortuna a lui stesso e ad una famiglia distrutta da un gravissimo incidente stradale.
Beninteso, noi non stiamo confezionando un profilo intimo di D’Agostino. Non ce ne frega nulla. Il problema è un altro che si ricollega all’affermazione dell’inizio di questo articolo: se il fulcro dei discorsi è rappresentato dalla chiacchierologia collegata all’ego del presidente, e non ai motivi del deludente rendimento sportivo della squadra, i tifosi sono destinati a rimanere delusi. E qui, per una volta, dobbiamo dar ragione finanche al sindaco Carlo Marino, che, chiamato in causa quale presunto responsabile della mancata agibilità dello stadio Pinto, in occasione del derby con la Juvestabia, ha espresso proprio lo stesso nostro concetto, affermando che D’Agostino farebbe bene a concentrarsi sui risultati sportivi della squadra.
In conclusione, anche un ragionamento di prospettiva, già proiettato sull’anno prossimo, va affrontato con le pinze, perchè oltre al D’Agostino dei prestiti gratuiti dei Vacca e degli Zito e delle relazioni economiche flessibili con i vari Castaldo, D’Angelo e Floro Flores; va valutato con attenzione anche il D’Agostino che fa allenare la squadra in un campo sperduto di Caiazzo, in quanto gratis; il D’Agostino che fa zero sul mercato di riparazione di gennaio, accontentandosi e rischiando con un secondo portiere, riserva di un primo portiere, a sua volta in prestito gratuito, di appena 16 anni; il D’Agostino che quando c’era ancora tempo per tentar qualcosa, tutti ‘sti denari che dice di avere, non li ha mostrati per ingaggiare un allenatore con la A maiuscola.
Punti di meditazione.