CONCESSIONI & BRACIOLE. Soppressate e cotechini d’oro nel cesto di Natale per la variazione illegale a favore di Meat Market. E quel trenino da 5 mila euro…

2 Luglio 2019 - 13:44

TRENTOLA DUCENTA (g.g.) – Che si tratti di una indagine fatta bene è evidente, fatta ancor più bene in quanto non sostenuta dalla comodità di uno o più collaboratori di giustizia e in quanto esauritasi in tempi molto limitati, circa nove mesi, con la necessità di imprimere uno sprint nel momento in cui gli indagati scoprirono di essere controllati dalle cimici poi rimosse all’interno degli uffici comunali.

A studiarla in maniera più analitica e dettagliata, la buona indagine si trasforma in molto buona, anzi in un’ottima indagine, perché è stata lavorata col cosiddetto olio di gomito.

Il segno della validità del lavoro degli inquirenti, cioè dei magistrati della Procura della Repubblica di Aversa-Napoli Nord e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, è fornito dall’attenta lettura del capo D, che ipotizza la commissione del reato di corruzione in concorso per i titolari di incarichi pubblici di tipo politico e di tipo burocratico, leggasi sindaco Andrea Sagliocco, Mauro Felaco, responsabile dell’Area Urbanistica, Elena Bassolino, delegata ai Lavori Pubblici, ma anche di imprenditori e mediatori che, in questo capo di imputazione provvisoria rispondono al nome di Salvatore De Marco, gestore di fatto della società “Meat Market Srl”, il cognato Luigi Letizia, legale rappresentante della stessa e Luigi Lorvenni, agente di polizia.

Tutto ruota intorno al desiderio del titolare formale e di quello di fatto della società di regolarizzare la destinazione d’uso di un deposito che veniva usato come laboratorio per la lavorazione di carni e salumi.

La prima Scia, letteralmente irricevibile, era stata bocciata dal precedente dirigente Liberato Teberino, colui che tolse o dovette togliere il disturbo, con l’approdo al potere di Andrea Sagliocco. All’imprenditore delle carni fu indicata la strada. Volutamente gli fu archiviata definitivamente la prima Scia e gliene fu fatta presentare un’altra che presentava aspetti che potessero giustificare il via libera. In qualche modo, giusto per dire, visto che tutta l’operazione era patentemente illegale, dato che, essendo basato su una sostanziale modifica del carico urbanistico, che si attivava nel momento in cui quel deposito veniva “benedetto” come laboratorio dentro al quale avrebbero dovuto lavorare, ma in realtà già ci lavoravano, maestranze, l’operazione sarebbe stata possibile solo attraverso al procedura più articolata e complessa di una richiesta di permesso a costruire.

Il ruolo di mediatore tra i due imprenditori delle carni e il sindaco è stato svolto da Luigi Lorvenni, agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Napoli-Secondigliano. A casa di Andrea Sagliocco, nel natale scorso, proprio nei giorni in cui l’ufficio tecnico del comune metteva a punto questa braciola, arrivò un cesto del valore di mille euro. Non solo, agli imprenditori fu chiesto di finanziare integralmente l’attivazione di un trenino natalizio, da affittare a 5 mila euro più iva. Il trenino arrivò pure ma, pensate un po’, i viigli urbani furono costretti a fermarlo subito, in quanto non provvisto di copertura assicurativa.

Il resto, ancor più dettagliatamente, lo potete leggere nello stralcio dell’ordinanza che trovate qui in basso.