CASERTA. La gara di 6 mesi per la gestione dei rifiuti la vincerà Ecocar. Peppe la Porchetta trionfa su tutta la linea: fatelo subito sindaco, prefetto e anche santo

19 Luglio 2019 - 16:37

CASERTA (g.g.) – Questa è una città pazzesca, paradossale, anche se in questo caso non siamo di fronte a un mistero torbido. La cosiddetta garetta per attribuire il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Caserta è in fase di risoluzione. Vi hanno partecipato la Ecocar che, dopo essere stata interdetta per più di un anno per infiltrazione mafiose, da marzo, dopo la gestione (si fa per dire) del commissario della prefettura di latina, ha recuperato la titolarità a partecipare alle gare e, udite udite, la EnergetikAmbiente, cioè l’impresa oggetto di una pensate indagine dei magistrati della Dda che a suo tempo perquisì anche la casa del sindaco Carlo Marino, sono convinti che una volta bruciato il Consorzio Cite, era diventata la proposta operativa del faccendiere Carlo Savoia allo stesso Marino e al comune di Caserta per la gestione del servizio per un bando fatto su misura, per lo stratosferico importo di 116 milioni di euro, durata 7 anni.

La gara la vincerà Ecocar e la speranza, dato che nessuno mai ha ritenuto che fosse meritevole di attenzione da parte dell’autorità giudiziaria il fatto che la vecchia Ati (Ipi+Ecocar) che si aggiudicò la gara del 2014 era formata dal consorzio Ecocar e non dalla società, che questa volta sia chiaro il nome e la partita Iva di chi la gara si è aggiudicato, perché, ripetiamo, in questa vergognosa città che diventa sempre peggiore perché impunita, perché non controllata come si dovrebbe dall’autorità giudiziaria, capita che il Consorzio Ecocar, unico sopravvissuto di quell’Ati, è titolare dell’appalto, ma il comune di Caserta ha liquidato i soldi alla società Ecocar srl, persona giuridica diversa dal primo, identificata da un’altra partita Iva, un altro codice fiscale.

E d’altronde chi mai potrebbe venire a Caserta e partecipare ad una gara che garantisce sei mesi di servizio, dovendo ereditare tutte le vergognose magagne che abitano dentro Ecocar? Lo sanno l’amministratore straordinario, il prefetto di Latina, quello di Caserta che oggi il comune capoluogo paga ogni mesi soldi pari ad un servizio svolto da 180 dipendenti quando da una vita questi non superano più quota 160? Non lo sanno. Ma siccome sono dei notabili e hanno tutte le relazioni giuste, nessuno li chiama e gli dice: “Scusate ragazzi ma voi rappresentate lo Stato. E mai possibile che il signor Giuseppe Zampella, ovvero Peppe La Porchetta, continui a fare il bello e cattivo tempo, gestendo e ipotecando assunzioni? Attuando un regime che tiene lontano da Caserta altri operatori che certamente non voglio sedersi allo stesso tavolo operativo?”

E non deve sorprendere che Sirio Vallarelli & co. siano in pole per la gestione dei rifiuti, nonostante questi anni che a definirli burrascosi si è forse sin troppo buoni. C’è la questione dei mezzi. La Eco.Car., da sola e non in un consorzio, ha già i mezzi di sevizio e quindi non dovrebbe spendere denaro nel trasportarli qui a Caserta. Dovendo lavorare un altro anno e non dovendo spostare di una virgola niente e nessuno, avrebbe la possibilità di continuare con le attuali attrezzature, logorando gli stessi mezzi utilizzati in questi anni, che i sindacati nel mese di marzo hanno bollato come pochi e in precarie condizioni. Inoltre, la Eco.Car. già riceve denaro per 180 lavoratori, nonostante siano realmente in servizio 160, e quindi solo sulla carta non avrebbe bisogno d’integrazioni. E se ce ne fosse bisogno, il buon Peppe la Porchetta saprebbe già chi portare alla corte di Vallarelli, quali ingranaggi oliare per rimpinzare quel mondo clientelare e delle raccomandazioni che, ahi noi, vive a Caserta per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti. Sarebbe, in pratica, un continuo, una deroga alla deroga del contratto, resa, però, valida e inattaccabile dalla nuova gara d’appalto.