GUARDA LE FOTO. CASERTA. Bivacco davanti alla residenza del Re. Nel frattempo il sindaco…
2 Maggio 2018 - 16:30
CASERTA (Pasman) – La settimana scorsa abbiamo affrontato il tema della condizione di anarchia nella quale la città capoluogo – già quotidianamente abbandonata a se stessa – precipita le domeniche e nei giorni di festa primaverili, quando, con il bel tempo, le presenze nel centro cittadino aumentano sensibilmente. E abbiamo descritto la “caciara” indecorosa che andava in scena esemplificativamente il 25 aprile, festa della liberazione. Con il campionario di trasgressioni commesse da un traffico incontrollato, di abusivi svelti ad invadere tutte le strade principali e con la farsa oramai dei bar e dei locali pubblici che si estendono con tavolini e sedie sui marciapiedi come se fossero cosa propria.
Con puntualità, per la festa del 1 maggio il copione si è poi regolarmente ripetuto.
Della giornata proponiamo alcune sequenze fotografiche rappresentative della situazione del centro turistico. I venditori abusivi di accessori, borse, cappelli, occhiali, giocattoli, dischetti di musica, film ed affini, nonché degli immancabili palloni, hanno fatto la loro regolare comparsa sia in corso Trieste che in via Mazzini e grosso modo negli stessi punti di maggiore passaggio di persone, quasi a far immaginare l’esistenza di una sorta di monopolio. Anzi, i venditori dirimpetto alla caserma della forestale, da uno che ce n’era nel giorno della liberazione diventavano due. La sosta vietata in piazza Dante ha assunto – come era facile constatare – anche il carattere dello status symbol, perché si sa, mentre la borghesia milanese pratica la più assoluta discrezione, quella casertana rappresentata dai parvenu predilige l’ostentazione, specie quella che consiste nel fermare le proprie macchine e moto di lusso dove non si dovrebbe ed intrattenersi amabilmente con amici e conoscenti, per dare prova della considerazione goduta, perché nessuno si attenterà di fargliele spostare.
Per i locali pubblici e bar niente di nuovo, se non che il sindaco Carlo Marino è stato visto intrattenersi davanti ad uno di essi, plausibilmente per una verifica della situazione che si determina davanti agli esercizi del tratto adiacente alla Reggia a causa degli arredi allestiti.
Ma tutto questo è niente rispetto allo sconcio che si verifica in piazza Carlo III.
I soliti venditori abusivi, in entrambe le giornate, si sono schierati in forze in sella ad agili biciclette per muoversi tra i turisti vicini e lontani. Le foto che pubblichiamo mostrano un gruppo di essi mentre si accinge ad entrare in azione.
Altri fotogrammi fanno vedere l’assalto subito dai “campetti” da parte di comitive di tutti i tipi. Quelle che sono venute per la più classica delle scampagnate, con mesale, borsa termica, fornacella, palloni e radio a volume fragoroso. Le comitive dei ciclisti. Le comitive dei cinofili. E quelle dei podisti, dei campeggiatori e dei motocrossisti. Quelle dei cultori della birra, da gustare nella stupenda “location” della Reggia, il cui basamento corona l’esperienza della bevuta fungendo da appoggio per zaini e bottiglie. Dato il caldo, non pochi pensano che non ci sia niente di male a mettersi a dorso nudo per giocare meglio a calcetto o a pallavolo.
Non male per una piazza monumentale e per il decoro del luogo storico, pure tutelati da un’ordinanza comunale – carta straccia, viene da dire – che proibirebbe tutto ciò.
Ripetiamo, gutta cavat, che Caserta è essenzialmente la Reggia di Vanvitelli. Coloro che continuano a non tutelarla non salvaguardando anzitutto piazza Carlo III, per incomprensione, per incapacità, per ricerca di consenso deteriore, come che sia, stanno facendo danni enormi alla città e non si sa fino a che punto potrebbero arrischiarsi, come sembra indicare l’affare del Biodigestore. Il fatto che ci si accinga a impegnare qualche milione di euro per la riqualificazione del luogo o che un privato, la Ferrarelle, per liberalità ne stia assumendo la manutenzione biennale, come viene opposto implicitamente per giustificare tanta colpevole e grave inerzia, non vuole dire nulla. Saranno, come frequentemente capita in questa città, soldi buttati, se non cambia, da parte di quest’amministrazione comunale, tale atteggiamento da strapaese.
Intanto prepariamoci al peggio per i prossimi appuntamenti festivi.