ASL CASERTA, uno scandalo dietro l’altro. Hanno aperto quattro “punti prelievo” mai accreditati e autorizzati dai sindaci. ILLEGALE!
18 Marzo 2019 - 16:54
CASERTA – Tra le tante segnalazioni sul modo con cui la sanità viene gestita dalle aziende pubbliche casertane, nel dettaglio l’Asl e l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, selezioniamo quelle che riteniamo più interessanti in considerazione del fatto che purtroppo occorrerebbe un giornale a parte per raccontare tutte le nefandezze che avvengono negli uffici dei dirigenti e del vario funzionariato.
Oggi accogliamo la segnalazione sui cosiddetti “punti prelievo”. Si tratta di strutture che, per legge, possono esistere solo e solamente se il processo di razionalizzazione, voluto dalla Regione Campania e finalizzato a mettere ordine nel sistema confuso e complicato dei laboratori di analisi, riguarda la riclassificazione di un laboratorio di analisi convenzionato in punto prelievo parimenti e specularmente convenzionato.
Fatta la legge, trovato l’inganno.
Nella libera Università della Trastola casertana esiste un concetto di accreditamento mobile. Che si sono inventati questi qua? Noi apriamo, grazie all’ignoranza dei nostri sindaci, che ci firmano un’autorizzazione che dovrebbe essere frutto di un parere chiesto e ottenuto dall’Asl, un centro prelievi con la stessa mentalità con cui si apre una salumeria.
La difficoltà del requisito dell’accreditamento ce la risolviamo alla trastolara maniera: noi preleviamo il sangue, raccogliamo le urine, eccetera, li mettiamo in un furgoncino e li portiamo ad un laboratorio di analisi convenzionato, cioè provvisto di accreditamento regionale.
C’è un piccolo dettaglio, però: questo è esattamente il processo contrario rispetto a ciò che la legge prescrive. Non è che tu come punto prelievo, siccome porti il sangue a un laboratorio accreditato, diventi a tua volta accreditato.
Questo requisito lo devi possedere come condizione irrinunciabile, pena l’illegalità, nel corredo delle tue dotazioni. In poche parole, devi essere stato un laboratorio accreditato per poter essere un punto prelievi autorizzato.
Tutto questo è già avvenuto in quattro comuni: Maddaloni, San Marco Evangelista, Frignano e Carinola.
Addirittura, a San Marco Evangelista il centro prelievi senza accreditamento a monte esiste e opera da tre anni, violando tra le altre cose le regole del mercato.
Ci dicono che il nostro vecchio amico mister Tari, responsabile – ed è tutto dire – della trasparenza nell’Asl di Caserta, abbia perorato e quasi preteso la presenza di una cellula dei Nas e della Guardia di Finanza accanto al suo ufficio.
Ascolti Tari, questi qua non la conoscono bene. Faccio una proposta a lei e al direttore generale Mario De Biasio.
Questo gruppo di strutture che nell’idea teorica ed apparente di Tari funziona col sistema dei vasi comunicanti, riformiamolo. Per un anno Casertace mette a disposizione gratuitamente il suo direttore per occupare altre due stanze, una da aprire prima di quella occupata da Tari, e un’altra dopo, cioè tra quella del responsabile della trasparenza e quelle dei Nas e della Finanza.
Poi vediamo se la legalità e la trasparenza sono seriamente tutelate nell’azienda sanitaria locale di Caserta.
Per quanto riguarda i quattro sindaci, che dire: se non c’è dolo, se non c’è malevolenza, allora non si scappa, sono degli ignoranti catastrofici. Ma siccome la legge non ammette ignoranza, noi saremo qui nelle prossime settimane a verificare formalmente su quali basi giuridico-amministrative loro hanno autorizzato questi punti prelievo che chiamare discutibili è proprio poco.
Probabilmente, i Nas e la Finanza farebbero bene ad aprire una stanza nella sede di Casertace, perché qui sicuramente ricaverebbero molte più informazioni di quelle che raccolgono vicino all’ufficio di Tari.