Camionista casertano muore dopo le cure “ai funghi” del noto medico no vax: CONDANNATO

15 Gennaio 2025 - 10:04

SAN MARCELLINO – Roberto Petrella, ginecologo di Teramo, è stato condannato a un anno di reclusione, pena sostituita da una multa di 54.000 euro, in seguito alla morte di Gennaro Sanges, camionista 68enne di San Marcellino.

La sentenza è stata emessa dopo il processo in primo grado, con l’accusa di omicidio colposo, ma senza l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera professionale. Petrella, radiato dall’Ordine dei medici a maggio per le sue posizioni contro il vaccino contro il papilloma virus, è stato ritenuto responsabile di aver causato la morte del suo paziente a causa di una condotta negligente e imprudente.

Il caso risale al gennaio 2021, quando Gennaro Sanges, già in cura dal ginecologo dal 2020, iniziò a sentirsi male, presentando febbre alta e sintomi preoccupanti. Nonostante le condizioni peggiorassero, Petrella, contattato telefonicamente dalla moglie del camionista, continuò a sconsigliare il ricorso all’ospedale e suggerì rimedi come vitamine e integratori a base di funghi. Quando la situazione divenne critica, la moglie, nel panico, chiamò nuovamente il medico, ma Petrella le consigliò di non portarlo in ospedale, dicendo che i medici lo avrebbero “intubato e ucciso”. Solo il 8 gennaio, quando Sanges era ormai in agonia, la moglie decise di chiamare la guardia medica, che immediatamente allertò il 118. Tuttavia, il camionista morì prima che potesse ricevere assistenza adeguata.

A distanza di un anno, nel febbraio 2022, un’autopsia eseguita dopo l’estumulazione del corpo di Sanges ha confermato che la causa della morte fu un infarto acuto del miocardio. Sebbene Sanges avesse altre patologie pregresse, l’autopsia ha dimostrato che se fosse stato curato tempestivamente, avrebbe avuto buone probabilità di sopravvivere. La mancanza di intervento da parte di Petrella è stata quindi determinante per la tragedia.

Nel processo, la parte civile, rappresentata dagli avvocati Giovanni Vairo e Paola Pesce, ha sostenuto che la responsabilità di Petrella non riguardava le sue posizioni ideologiche, ma la sua gestione imprudente del caso. I pubblici ministeri hanno evidenziato come il ginecologo fosse diventato un punto di riferimento per Sanges, che gli si affidava completamente per la sua salute. Nonostante ciò, il medico non ha agito con la dovuta prudenza quando il paziente ha iniziato a deteriorarsi. La richiesta di condanna a due anni di carcere è stata presentata dai pm, ma alla fine Petrella è stato condannato a una pena più lieve.

Dopo la sentenza, Petrella e il suo avvocato, Tommato Navarra, hanno scelto di non commentare, mentre l’avvocato Giovanni Vairo, a nome della famiglia Sanges, ha dichiarato di essere soddisfatto dell’esito del processo. “Questa sentenza non restituirà mai la persona che abbiamo perso”, ha affermato, “ma oggi è stata accertata la responsabilità del dottor Petrella per la sua condotta negligente”.