CAMORRA a MADDALONI. Quando D’Albenzio e Spallieri rischiarono di andare in rovina e dovettero riorganizzare l’estorsione a un noto negozio
26 Maggio 2020 - 20:27
MADDALONI – Quelle che per il giudice sono estorsioni, compaiono nelle conversazioni intercettate e inserite nell’ordinanza che ha sgominato il gruppo D’Albenzio di Maddaloni, come dei “regali” che gli affiliati chiedevano ai commercianti. In particolare, dopo l’arresto di Giuseppe Amato, finito dietro le sbarre il 19 dicembre 2018 perchè beccato in flagranza di detezione ai fini di spaccio di cocaina, D’Albenzio e Spallieri erano stati costretti a riorganizzarsi e a spostare in anticipo il versamento del rateo estorsivo per la Pasqua.
Una delle conversazioni, infatti, nella quale si riorganizza l’estorsione ad un noto negozio di abbigliamento per bambini, è stato registrata il 22 marzo 2019, con un mese di anticipo sulla Pasqua, che ricorreva il 2 aprile. Questo perchè “il denaro (che avrebbero ricavato dall’estorsione, n.d.r.) era destinato a recuperare le perdite determinate dall’arresto del compagno di Cervino, cioè Giuseppe Amato” così come sostenuto dal giudice. Insomma, le casse, senza introiti dovuti allo spaccio di droga di Amato, stavano cominciando a risentirne.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA