Campionessa di pugilato di SAN PRISCO senza cittadinanza. Appello a Mattarella
13 Dicembre 2018 - 18:26
SAN PRISCO – E’ un talento della boxe italiana, ma non può combattere con i colori della nazionale perché non ha la cittadinanza, nonostante viva e risieda in Italia da 17 anni. Sirine Charaabi, di origine tunisina, ha 19 anni, residente con genitori e sorelle a San Prisco, ha i numeri della campionessa ma non puo’ dimostrarlo, perché senza cittadinanza non può prender parte con la nazionale a tornei ufficiali, come gli europei, i mondiali, ed e’ costretta a mettere da parte il suo “sogno”, i giochi olimpici. Nel maggio 2017 Sirine, appena maggiorenne, ha fatto richiesta di cittadinanza al Ministero dell’Interno, allegando anche una lettera della Federazione Italiana pugilato che la considera “atleta di interesse nazionale”; avrebbe i titoli essendo residente da più di dieci anni in Italia, ma da oltre diciotto mesi Sirine ancora attende, sospesa come il suo sogno. Cresciuta e allevata nella storica Tifata Boxe del maestro Giuseppe Perugino, qualche giorno fa la 19enne ha visto sfumare il suo primo vero obiettivo, quello di diventare campionessa italiana; ai campionati di Pescara e’ infatti arrivata seconda in un match, spiega, in cui “l’arbitro non ha visto la gomitata rifilatami dall’avversaria”. Un episodio che peraltro ha fatto molto discutere perché il match e’ stato trasmesso in tv. Sirine ha già combattuto con la nazionale, ma in match amichevoli; il suo vero cruccio e’ dunque quella cittadinanza, che le aprirebbe porte importanti, ma “che sembra non voler arrivare”. “Certe volte penso che non interessi a nessuno la mia richiesta” dice con un pizzico di rassegnazione. Sirine ha scritto al presidente Mattarella, chiedendo che le conferisca la “cittadinanza per meriti sportivi”. Lo scorso anno, quando la politica parlava di ius soli, “il giorno dopo il mio 18esimo compleanno – racconta – fui invitata dal Pd alla Camera per parlare della mia vicenda personale. Pensavo che la mia situazione potesse finalmente sbloccarsi, feci domanda al Ministero, ma poi tutto sembra essersi fermato. C’e’ tanta gente da meno tempo di me in Italia che ha avuto la cittadinanza, persone che conosco e che della lingua italiana sanno davvero poche parole. Penso di meritarla, ma credo che forse e’ una questione di fortuna, visto che ho i titoli per poter diventare cittadina e non lo sono ancora”. Cirine si e’ diplomata quest’anno; “dopo il diploma volevo concentrarmi un anno sulla boxe, che e’ la mia grande passione, per poi iscrivermi all’università; ma attendo, e spero di essere riconosciuta presto per ciò che sento di essere”.