CASERTA. CAMORRA & “FATTURATI”. Maravita: “Faccio 100 mila euro a settimana (6 milioni l’anno) con la droga”. Fulvio Della Ventura: “Ho chiuso, me ne vado in Costa Rica”
6 Giugno 2020 - 12:35
Un interessante colloquio in carcere tra i due cognati, al quale partecipa anche Lena Della Ventura
CASERTA (g.g.) – Che di Michele Maravita sia difficile distinguere ciò che è vero, concreto nella sua vita criminale e ciò che invece è figlio di chi le spara grosse, sognando di diventare un grande camorrista, partendo dalle figurine, dai poster, dai modelli che lui ammira nella camorra napoletana è dimostrata dalla frase che la moglie Maddalena Lena Della Ventura fa durante un colloquio in carcere, quando i coniugi incontrano Fulvio Della Ventura, figlio del boss Antonio O’ Coniglio, fratello di Lena e cognato del citato Maravita. La donna dice in pratica che lei non può essere un bersaglio delle forze dell’ordine perché nessuna “la calcola“. Ma siccome questa affermazione arriva dopo che Maravita, dopo aver visto l’occhio della telecamera durante i colloqui puntata verso il loro tavolo, deduce che esiste un’attività della Guardia di Finanza che cerca di capire da dove prende tutti i soldi che ha, è chiaro che la Della
Detto questo, però, non può non essere sottolineato che, se è vero che Maravita si è mosso in maniera sconclusionata e facendo di tutto per dare nell’occhio, perché oltre ai viaggi al casinò di Monte Carlo e agli alberghi da 2.200 euro a notte, non è che uno che voglia fare il camorrista si mette ad aprire un night club a Valle di Maddaloni ritenendo di essere diventato una sorta di Al Capone, è anche vero che i soldi questo qua li ha fatti soprattutto con la droga. E quando al cognato dice che lui riusciva a incassare il doppio di 50 mila euro a settimana, cioè 100 mila, forse non si spara “la solita posa” alla Michele Maravita ma dice il vero o quasi, perché, come abbiamo scritto ieri, 50 mila euro in passato venivano portati ogni settimana a Marcianise, almeno fino a quando Mimì Belforte, ma soprattutto Salvatore Belforte, non sono stati messi fuori gioco dalle forze dell’ordine e dalla magistratura.
Per cui, la potenzialità dei 100 mila euro a settimana e dunque del mezzo milione (quasi) al mese e dunque di circa 6 milioni di euro l’anni, frutto dello spaccio di stupefacenti nella città capoluogo, nelle tradizionali piazze indicate precisamente dal giudice, cioè davanti al Caffè di Notte di via Bramante, presso il vicino Bar Tahiti di via Settembrini e davanti al circoletto, noto a molti casertani, di via Fratelli Rosselli, nel cuore del rione Cappiello, è più che verosimile.
Michele Maravita è su di giri durante questo colloquio avvenuto il 2 dicembre 2017. E lo rimane pur temendo di essere a sua volta arrestato. L’umore è diverso per Fulvio Della Ventura. Il quale, essendosi accertato del fatto che Maravita stia pagando regolarmente i suoi legali e quelli di Antonio Della Ventura, accusato di omicidi, al punto che la figlia teme la scercerazione prossima per fine pena possa essere cancellata da altre condanne, dice chiaramente alla sorella e al cognato che lui, quando uscirà dal carcere, se ne andrà in Costa Rica. Al riguardo, Fulvio Della Ventura rivela di “aver già parlato con una persona che mi organizza tutto“.
Maravita ha difficoltà a configurarsi come boss con i suoi adepti, anche perché sta sempre lì a tessere le lodi dei camorristi napoletani, che ammira così come un giovane può ammirare una rockstar. I suoi discorsi lo portano sempre lì. Rivela di essere stato anche direttamente a San Giovanni a Teduccio, incrociando la preoccupazione di sua moglie che ben si rende conto del fatto che quella camorra è terribilmente sanguinosa. La cosa, però, non pare preoccupare Maravita, che continua a parlare del clan Abete-Aprea, scaturito dalle scissioni dei cartelli di Seciondigliano-Scampia. Sa tutto di loro, Maravita. Cita Il Cinese, cioè Ciro Abrunzo, ucciso in un agguato nel 2012. Ma soprattutto descrive con precisione cosa è avvenuto dopo la morte di questi. Non manca anche il racconto gossip che è molto congeniale al carattere e agli usi di Michele Maravita, sempre in salsa napoletana, riguardante l’abbandono proprio del nipote de O’Cinese da parte della moglie.