CASERTA. E ti pareva: l’ex comandante dei Vigili Urbani Luigi De Simone fa il comandante a Giugliano senza decreto e senza contratto di lavoro. E la Rescigno scrive al Ministro

22 Agosto 2025 - 18:27

A volte è difficile ricominciare discorsi che la gente comune fa fatica a comprendere per quanto siano assurdi e surreali. La verità è che la funzione dei prefetti e dei loro derivati necessita di una profonda riforma. L’autoreferenzialità, l’arroganza da vero e proprio mandarinato cinese con cui anche in questa vicenda il commissario di Giugliano Valente o la prefetta di Caserta Volpe si comportano, è insopportabile per chi crede nei principi di una democrazia compiuta, in cui non esistono classi di intoccabili e di indiscutibili

CASERTA/GIUGLIANO (g.g.) – Ci hanno additati come mangia-prefetti, quelli del pensiero debole, quei borghesi piccoli piccoli (cfr. Alberto Sordi e Monicelli) che vivono la relazione con le gerarchie istituzionali rassegnati al sussiego del complesso di inferiorità rispetto ai potentati che, essendo tali, possono vendicarsi; ci hanno tacciati di arroganza senza mai motivare questo giudizio perché, essendo loro dei mediocri, vivono la loro esistenza all’interno di un compartimento stagno in cui non abitano le idee, la logica della ragione, e dunque questa viene riconosciuta solo in base al censo, solo perché un prefetto, un magistrato, un importante ufficiale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, un dirigente di Polizia sono tali, e quindi hanno ragione a prescindere.

Pensiero debolissimo che mina i principi della democrazia. Perché, come ci può essere un ottimo operaio metalmeccanico e un pessimo operaio metalmeccanico, ci può essere un buon prefetto e un pessimo prefetto, un buon questore e un pessimo questore, un buon magistrato e un pessimo magistrato. Ogni cittadino, e dunque ogni giornale, ha il diritto, nel rispetto delle leggi che valgono per tutti, di affermare che il signor X è un pessimo prefetto, il signor Y è un pessimo questore, il signor Z è un pessimo magistrato.

Un diritto che risplende nel momento in cui la definizione è accompagnata, supportata da argomentazioni solide. Si chiama eguaglianza, e i borghesi piccoli piccoli questo fatto non lo capiranno mai, perché il loro cervello è piccolo piccolo.

Oggi, dunque e purtroppo, ci ritroviamo qui costretti a parlar male di prefetti e dei loro sottoprodotti. Costretti perché noi non siamo né demolitori agnostici delle gerarchie di una democrazia né vogliamo “fare i massicci” dimostrando di non aver paura del potere costituito, del potere che Fabrizio De André ha saputo bollare di bellezza immortale nei suoi versi quale elemento debole di una democrazia fragile. Siamo costretti perché a noi farebbe molto piacere parlare bene di un organismo dello Stato che dello Stato è punta avanzata in ogni provincia. E invece, purtroppo, siccome c’è qualcosa che non va nella costruzione delle carriere, siccome abbiamo maturato da tempo l’idea che anche per queste delicatissime funzioni la meritocrazia, la preparazione culturale, il talento occupino la posizione di coda nella classifica delle discriminanti, non possiamo che allargare le braccia con il segno tipico della desolazione, constatando atteggiamenti in cui sono molti i difetti, soprattutto quello dell’arroganza, che, indossando l’abito dell’autorità costituita, della potestà monocratica, ritiene di potersi permettere il lusso di non dare conto ad alcuno, scivolando così nel pantano della democrazia incompiuta.

L’EX COMANDANTE DI CASERTA LUIGI DE SIMONE E IL COMMISSARIO CHE SE NE INFISCHIA

Il commissario prefettizio che governa le sorti del comune di Giugliano si chiama Carmine Valente. Riteniamo si tratti di un viceprefetto di Napoli. Giugliano è comune commissariato ancora, per motivi politici, perché non c’è più un sindaco, una maggioranza che lo sostiene, in quanto il circuito della rappresentanza si è interrotto per volontà di uomini e donne che questi organi incarnavano in quota parte.

Poi c’è la commissione d’accesso e non è escluso che di qui a poco, allo scioglimento per motivi politici, si vada a sovrapporre quello per motivi di camorra. Insomma un posto complicato, pieno di problemi. Ma qui non dobbiamo raccontare una storia complicata. Purtroppo per Valente è una storia semplice, ed essendo tale è molto facile individuare le sue responsabilità. La sfortuna lo coglie nel momento in cui subisce un articolo del genere, da parte di uno dei pochissimi giornali in grado di farlo, perché tra i suoi piedi è capitato un personaggio della Provincia di Caserta molto conosciuto da Casertace, in quanto l’ufficiale dei vigili urbani Luigi De Simone da San Felice a Cancello è stato per molti anni comandante della Municipale del Comune di Caserta.

Noi abbiamo letto e riletto l’esposto, anzi, per la precisione, la richiesta urgente di informazioni, inoltrata proprio per conoscere la posizione attuale nell’organico del Comune di Giugliano di Luigi De Simone, da un po’ di tempo comandante della Polizia Municipale di quello che è il quarto comune per popolazione di tutta la Regione, dopo Napoli, Salerno e Torre del Greco.

Lo abbiamo letto più volte perché conosciamo chi questa richiesta ha formulato. Carmela Rescigno, medico chirurgo di Nola, è attualmente consigliera regionale della Lega dopo essere stata eletta nella lista di Fratelli d’Italia alle elezioni del 20 settembre 2020.

Si tratta di un esponente politico di rilievo che potrebbe benissimo rinunciare a farla, la politica, se il problema della sua vita fosse rappresentato dal dover portare in qualche modo il pane a casa sua.

Quando noi incrociamo gente del genere ne traiamo di solito, già a monte, una sensazione positiva. In più la Rescigno è anche presidente della commissione speciale di controllo del Consiglio Regionale contro i fenomeni della criminalità organizzata, in pratica di un organismo speculare alla Commissione Antimafia di Camera e Senato.

Sapete perché abbiamo declinato brevemente la carta d’identità professionale e politica della Rescigno? Lo abbiamo fatto per i borghesi piccoli piccoli di cui prima. Perché noi dobbiamo anche farci carico dell’esistenza di questa grande, quand’anche inutile e deleteria per il consolidamento e la crescita della democrazia, coacervo sociale.

Perché un borghese piccolo piccolo lo sbandi se gli racconti che una consigliera regionale, peraltro molto abile con bisturi e pinze in sala operatoria, possa essere trattata nella maniera in cui è stata e ancora è trattata da autorevoli organismi dello Stato. Li sbandi, i borghesoidi, perché cavolo quello è un viceprefetto, però quella è una dottoressa che salva le vite, e poi è una consigliera regionale, mica una scappata di casa.

Messi a pensare i borghesucci, ragioniamo con quelli che la pensano come noi liberali, cioè con quelli che ritengono che non ci sia una persona, una carica, una istituzione che possa dirsi esente dalla possibilità di essere criticata, e dunque, rispetto a questo circuito virtuoso della democrazia, il proverbiale scopatore – facciamo netturbino che è meglio – è esattamente come il presidente del Consiglio e finanche come il presidente della Repubblica.

LA MOGLIE DEL PLURI-DEPUTATO PAOLO RUSSO, ARRUOLATA A PALAZZO CHIGI E LA CONSIGLIERA RESCIGNO

Il discrimine è solo la legge. Se chi critica rispetta la legge, al criticato resta una sola possibilità, altrimenti sta zitto, incassa, incarta e porta a casa: il diritto di replica. E allora parliamo del contenuto di ciò che è espresso in questa istanza di Carmela Rescigno.

Premettiamo che a Giugliano manca da tempo il titolare della carica di comandante dei vigili urbani, cioè la moglie dell’ex iper parlamentare nolano di Forza Italia Paolo Russo, non più candidato ma evidentemente ancora in grado di presentare le qualità professionali della sua consorte, distaccata a far qualcosa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il commissario Valente, il 25 febbraio scorso, ha firmato un decreto – precisamente il 215 – con il quale ha conferito l’incarico di dirigente a tempo pieno e determinato, ai sensi del “solito” articolo 110 del TUEL, del quale i nostri lettori hanno la nausea, tante sono le volte in cui hanno letto le nostre spiegazioni al riguardo, di dirigente del Settore Polizia Municipale, con funzioni di comandante. Ciò, così è scritto nell’istanza presentata dalla Rescigno, fino al 19 aprile 2025, termine di scadenza naturale del collocamento in posizione di comando presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del dipendente del Comune di Giugliano, titolare della funzione di dirigente a tempo indeterminato e pieno del settore Polizia Municipale con funzioni di comandante. La moglie di Paolo Russo aveva assunto l’incarico presso la Presidenza del Consiglio il 14 aprile del 2022, presumiamo per tre anni.

MA CHE FA IL COMANDANTE DEI VIGILI DE SIMONE?? LAVORA IN NERO???😂😂😂

Ad oggi – continua la consigliera regionale della Lega, nonché presidente della commissione speciale anticamorra, Carmela Rescigno – nonostante la scadenza del 19 aprile 2025, non risulta pubblicato all’albo pretorio del Comune di Giugliano l’analogo decreto che proroghi l’incarico al comandante dottor De Simone, il quale – nonostante tutto – risulta ancora svolgere lo stesso, adottando atti amministrativi, cioè firmando determinazioni, ordinanze e proposte di delibere, nonché atti di Polizia Giudiziaria, ossia informative di PG, segnalazioni ecc“.

Inoltre – scrive ancora la Rescigno – nella cennata qualità, il comandante risulterebbe anche in possesso dell’arma in dotazione a tutto il personale del corpo della Polizia Municipale.

Ora, costringere un rappresentante delle istituzioni qual è Carmela Rescigno, che rappresenta 6mila cittadini circa che l’hanno votata nel 2020, a pescare, a prelevare dal recipiente dell’ovvio che più ovvio non si può, le conseguenze di questo ragionamento, la dice lunga sull’incomprensibile, sconcertante atteggiamento del commissario prefettizio di Giugliano. È evidente che, in assenza di un decreto di conferimento dell’incarico e probabilmente (aggiungiamo noi addirittura, ndd) del contratto di lavoro, che copra il periodo a partire dal 19/4/2025 a tutt’oggi, l’intera attività posta in essere dal comandante dottor De Simone sarebbe nulla perché illegittima e, in parte, anche illecita.

In merito – sottolinea Carmela Rescigno – si richiama l’articolo 38, comma 9, del vigente regolamento sulle modalità di reclutamento del personale, approvato dal Comune di Giugliano in Campania con delibera n. 139 del 16/10/2023, “il quale prevede che il sindaco (in questo caso il commissario prefettizio che ne ha assunto le funzioni, ndd) emetta il decreto di conferimento dell’incarico dirigenziale, demandando successivamente al dirigente del Servizio Personale gli adempimenti gestionali conseguenti e la stipula del contratto individuale di lavoro.

Un politico che rappresenta un’istituzione, questo lo aggiungiamo noi prima delle conclusioni tratte da Rescigno, avrebbe sempre il dovere di tirare le somme alla fine di un ragionamento logico. E in effetti, stavolta, la consigliera regionale della Lega lo fa, nel momento in cui afferma che, ad oggi, De Simone opera senza un regolare contratto di lavoro, stante l’assenza del decreto di conferimento dell’incarico per il periodo successivo al 19 aprile 2025.

E ora veniamo ai tormenti casertani. La commissaria straordinaria del Comune capoluogo, Scolamiero, non si è ancora perfettamente ambientata, mentre la prefetta Lucia Volpe si è ambientata perfettamente e spesso e volentieri asseconda i ritmi storicamente dormienti, quando non addirittura collaboranti, con chi ha bisogno di sfuggire al controllo dello Stato di diritto. Si è abbioccata nel suo ufficio, ammesso e non concesso che non faccia giacere il suo corpo sicuramente affaticatissimo al sole di qualche riviera o al fresco di qualche ubertoso prato montano.

LA STRAFOTTENZA DELLA PREFETTA DI CASERTA VOLPE E DELLA COMMISSARIA SCOLAMIERO

Risultato: quando Carmela Rescigno – ma togliamo di mezzo il suo nome perché noi non stiamo parlando ai borghesi piccoli piccoli che abbiamo già sfamato prima, ma a quelli che qualcosa ne capiscono di Stato di diritto – quando una consigliera regionale che rappresenta il popolo sovrano, a differenza di quello che capita per un prefetto o un commissario prefettizio che non sono stati eletti da nessuno, ha tentato di ricevere informazioni su Luigi De Simone, che, come risulta anche dagli atti amministrativi del Comune di Giugliano, è dipendente di quello di Caserta, sciolto qualche mese fa per infiltrazioni camorristiche, in uno stato di aspettativa senza assegni ai sensi della determina dirigenziale n. 1045 del 21 ottobre 2024, dal commissario prefettizio Scolamiero ma soprattutto dalla Volpe, ha solamente creato le condizioni non per vedersi umiliata come persona, ma per veder umiliato il popolo sovrano che l’ha votata.

La prefetta Volpe le ha fornito rassicurazioni, le ha detto che si sarebbe informata immediatamente. E siccome il concetto di tempo in una Prefettura è molto aleatorio, ad oggi sono trascorsi tre mesi e il popolo sovrano che ha votato la Rescigno non ha ricevuto ancora nessuna informazione. Lo stesso è successo quando la consigliera regionale si è rivolta alla commissaria prefettizia.

Di qui la giusta, anzi doverosa reazione, perché qui di mezzo c’è il rispetto delle regole basilari della democrazia, che dei prefettizi, che non sono stati votati nemmeno dai propri congiunti, ritengono di potersene fregare del lavoro che una consigliera regionale fa in nome e per conto di chi l’ha votata e anche di chi non l’ha votata.

Per cui è partita questa richiesta, inoltrata stavolta anche alla Prefettura di Napoli, ma soprattutto al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Riguardando un casertano, peraltro dipendente del problematico Comune capoluogo, noi continueremo a seguire questa vicenda.