CASERTA. Paziente muore al Sant’Anna e San Sebastiano. L’ospedale condannato a pagare quasi 200 mila euro

3 Febbraio 2024 - 09:34

Il risarcimento danni è stato però impugnato e ci sarà appello in secondo grado

CASERTA – Avrà un seguito presso la Corte d’Appello di Napoli, sezione civile, la richiesta di risarcimento danni presentata dai familiari di una paziente, deceduta, al loro avviso, ma anche secondo quanto espresso dalla giudice Feola del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a causa di cure non corrette tenute dai sanitari dell’ospedale Sant’Anna e san Sebastiano di Caserta.

La donna era deceduta il 10 ottobre del 2013 e, a dieci anni di distanza, dopo la richiesta di risarcimento danni presentata dai parenti della deceduta, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel novembre scorso aveva emesso sentenza di responsabilità dell’ospedale di Caserta per l’80% rispetto alla somma dei 205.000, ritenuta congrua come risarcimento danni.

Una decisione che, però, è stata descritta non corretta dai consulenti tecnici dell’ospedale di Caserta, i quali segnalano errori nella decisione presa dal giudice, legata a una valutazione sbagliata da parte dei consulenti tecnici d’ufficio.

Per questo motivo, l’avvocato che ha seguito in primo grado la causa, il legale Sandro Salera, di Cassino, ha proposto di continuare nel procedimento, presentando ricorso in Corte di Appello.

Il direttore generale dell’ospedale di Caserta Gaetano gubitosa, su segnalazione del capo dell’Ufficio Legale del Sant’Anna e San Sebastiano, Domenico Sorrentino, ha quindi deciso che la vicenda giudiziaria proseguirà in corte d’Appello, con l’ospedale che presenterà ricorso contro la condanna al pagamento del 80% di 205.000 stabiliti dal giudice.

La

querelle sarà seguita per l’ospedale, di nuovo, dall’avvocato Salera che, per questo processo di appello, riceverà poco più di 8500 euro.

Particolare il fatto che sia lo stesso avvocato che riceverà l’incarico a proporre all’Ufficio legale e all’ospedale di continuare nel procedimento. Certamente, Salera lo fa tramite una consulenza dei tecnici del Sant’Anna e San Sebastiano.

Però si rischia che procedure simili diano l’impressione che venga data la possibilità, riferendoci in termini semplici, all’acquaiuolo di dire che l’acqua è fresca,ovvero che ad un avvocato privato sia la data la possibilità di proporre un incarico a suo favore.