CLASSIFICA QUALITA’ DELLA VITA. Covid o non covid, CASERTA fa schifo uguale: in una provincia in cui la borghesia “mangia e caca”, inutile compiere gli sforzi da noi fatti in passato

14 Dicembre 2020 - 10:59

In calce al nostro articolo di breve riflessione, un comunicato che ovviamente sarà letto da nemmeno 3 persone

 

CASERTA(g.g.) Chi scrive ha sempre vissuto i giorni della pubblicazione dell’annuale rapporto del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane come un momento atteso, all’interno dell’algoritmo del Natale, vissuto con l’entusiasmo di chi ritiene di riuscirsi a misurare con la sfida quotidiana della conoscenza, da finalizzare ad una buona, competitiva esposizione di contenuti apparentemente complessi e che dunque ben si prestano ad una lettura interpretativa che, dallo specifico territorio a cui si riferiscono, cioè da ognuna delle 107 province italiane, riesce ad arricchire la valutazione e anche l’utilità di un’indagine come questa.

Se, infatti, una fotografia, quand’anche raffinata, iper-professionale, viene accompagnata da una spiegazione del suo contenuto, realizzata da chi di quello scatto è stato oggetto, target, l’attività supplementare di illustrazione finisce per valorizzare ancor di più la suddetta fotografia. Sin dal 1989, anno della prima pubblicazione di questo rapporto socio-demografico-cultural-economico, mi sono sempre interessato, prima come semplice lettore, poi, anno per anno, per elaborare giornalismo.

Quell’idea appena spiegata con l’esempio della fotografia, ha trovato una sua plastica ed evidente affermazione alla fine degli anni 90, precisamente nel 96 e nel 97, quando, ora lo posso confessare, approfittando del fatto che l’editore de Il Sannio Quotidiano, giornale che io avevo co-fondato con lui, essendo uno dei maggiori stampatori italiani, aveva anche una commessa importante da parte del Sole 24 Ore e dunque tra le sue rotative usciva anche questo speciale, io avevo a disposizione i dati addirittura 7 o 8 giorni prima del resto d’Italia, perchè questo inserto era pronto, nel grande centro stampa di Santo Stefano di Vitulano, già dall’inizio di dicembre.

Questo mi consentì di far uscire nel giorno della pubblicazione in edicola del rapporto, due giornali: 32 pagine del Sannio Quotidiano con le informazioni giornaliere e un altro giornale, ugualmente di 32 pagine, uno speciale in regalo dedicato esclusivamente all’approfondimento su scala locale del rapporto del Sole 24 Ore sulla qualità della vita.

In quelle pagine, di cui vado ancora fiero e peraltro mai ripetute, almeno nelle province campane, analizzavamo, una alla volta, le aree di rilevazione contenenti ognuna diversi indicatori.

Con CasertaCe, pur non raggiungendo questa cifra di lavoro, abbiamo, per diversi anni, speso buona parte della giornata di pubblicazione del report, ad esaminare, approfondire, confrontare numeri e trend, tirando fuori dei veri e propri speciali, di 10 o addirittura 15 articoli.

Siccome il guaio di questa provincia è che ha una borghesia, cioè quel settore della società che dovrebbe rappresentare un costante propulsore di sviluppo, tra le più ignoranti d’Italia, se non la più ignorante, il riscontro di questo “lavoraccio” non è mai stato granchè, per non dire peggio. Questo accade a Caserta perchè abbiamo la Confindustria che abbiamo, formata dai ceffi che la formano; capita qui, perchè abbiamo una classe dirigente che in realtà è una classe digerente, dato che fondamentalmente esaurisce la sua attività in un circuito che. con rispetto parlando, possiamo metaforicamente definire magia e cachi, parafrasando un vecchio spot di un famoso succo di frutta.

Se ci fosse la classifica della trastola, scoppierebbe il pannello di controllo di rilevazione dei click. Trattandosi di una cosa seria, invece, che necessita di un minimo di applicazione, non interessa, in questa terra selvaggia e selvaggiamente superficiale, a nessuno o a quasi nessuno. Ecco perchè, fermo restando che una guardatina gliela daremo alle varie categorie di rilevazione, quest’anno vi pubblichiamo la prima agenzia che abbiamo trovato, giusto per “devozione”, per omaggio rituale e chi si è visto, s’è visto.

 

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QUI SOTTO UN’AGENZIA DI STAMPA DI PRESENTAZIONE

Tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualita’ della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, presentata sul Sole Ore di oggi, parte proprio da questo interrogativo. L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – e’ raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori. L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessita’ della vita nelle province italiane: 1. Ricchezza e consumi; 2. Demografia e salute; 3. Affari e lavoro; 4. Ambiente e servizi; 5. Giustizia e sicurezza; 6. Cultura e tempo libero. Con una scelta di campo importante: all’interno di queste aree sono stati inseriti 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attivita’ economiche e vita sociale. Tra questi nuovi parametri, ad esempio, ci sono i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio e’ stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalita’ di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani. La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8), Forli’ Cesena (14), Modena (15) e Reggio Emilia (17). In particolare, Bologna e’ prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106?)

Sul podio ci sono Bolzano e Trento, habitue’ della top 5 della Qualita’ della vita, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia, benche’ siano ora attese alla prova di un inverno difficile per l’economia della montagna. A parte queste due province, dall’indagine risulta come soprattutto il Nord della Penisola esca penalizzato dagli effetti su larga scala del virus: qui, infatti, si registra la diffusione piu’ elevata del Sars-Cov-2 in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano – vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 – che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).

La crisi penalizza le aree metropolitane piu’ turistiche, come Venezia (33, in calo di 24 posizioni), Roma (32, -14), Firenze (27, -12) oppure Napoli (92, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le localita’ di mare: peggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e Ragusa. In controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, dove addirittura Genova (19) celebra con una buona performance la riapertura del viadotto sul Polcevera dopo il crollo del ponte Morandi recuperando 26 posizioni. A registrare ‘scatti di crescita’, piazzandosi nella top ten, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (4, +3 posizioni), Udine (6, +10 che ottiene la sua migliore performance in Giustizia e sicurezza) e Cagliari (9, +11, regina della categoria Demografia e salute). I bilanci post pandemia sono ancora prematuri. Ma per il momento, pur colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte piu’ alta della graduatoria, non e’ riuscito a trascinarli sul fondo. Il Sud, infatti, resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre.

Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perche’ il virus ha picchiato piu’ duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato. Questo anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno. L’effetto Covid in 25 indicatori Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020 – e inevitabilmente ha influito sulla la qualita’ della vita nelle province – l’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Tra questi: il Pil pro capite; le ore di cassa integrazione autorizzate; il Reddito di cittadinanza; i decessi e le nascite; le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese; il numero di bar e ristoranti; la litigiosita’ in tribunale. Dall’analisi dei 25 parametri emerge la profondita’ della crisi economica e sociale, per ora tenuta a bada da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il Reddito di cittadinanza, per esempio, aumenta nelle grandi metropoli e al Sud: a Milano, dove gli assegni sono poco meno di 13 ogni 1.000 abitanti, tra dicembre 2019 e agosto 2020 ne sono stati emessi il 40,3% in piu’. A Napoli e Palermo si tocca quota 49 e 51,5 contributi ogni 1,000 abitanti, in salita del 36% e del 33,2 per cento. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 per cento, con la situazione aspra in tutte le province d’Italia. Alcune aree hanno incrementato la spesa sociale per rispondere a bisogni come l’assistenza domiciliare e il trasporto di anziani e disabili. Lo rilevano i primi dati comunicati alla banca dati Siope (anche se bisognera’ aspettare i bilanci consuntivi): Bologna registra un aumento pro capite del 53,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ci sono, tuttavia, territori in cui, tra gennaio e giugno, la spesa sociale sembrerebbe calata molto rispetto allo stesso periodo 2019. Il dinamismo imprenditoriale, poi, caratterizza alcuni territori piu’ inclini a cogliere le opportunita’ anche nella pandemia. In particolare, a Lecco (+30,77%), Prato (+29,69%), Brindisi (+26,61%), e Matera (+26,23%)?sono aumentate le imprese che fanno e-commerce, mentre il boom di start up si registra a Imperia (+200%), Viterbo (+66,67%), Arezzo (+54,55%) e Siena (+50%).

Focus sul digitale con 10 parametri: chi eccelle nella svolta digitale L’analisi dei dati territoriali 2020 presenti nella Qualita’ della vita permette di rilevare – attraverso un’ulteriore selezione di dieci dei 90 indicatori – i divari esistenti nel Paese sul fronte dell’evoluzione digitale, che ha registrato una spinta senza precedenti e rappresentato un’ancora di salvezza per tanti settori, diventando un asset sempre piu’ importante per il futuro. La geografia dell’Italia digitale, pero’, non e’ per niente scontata. E l’arrivo del virus non ha trovato tutti pronti allo stesso modo. Tra i primati si rileva Firenze, premiata dall’indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa, mentre Viterbo e’ in testa per il numero di Spid erogate ogni mille abitanti, Monza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa e, infine, Milano per l’incidenza di imprese che fanno ecommerce sul totale. Dati consultabili e scaricabili online Per la prima volta in trentuno edizioni della Qualita’ della vita verranno pubblicati i dati raccolti quest’anno per elaborare le classifiche: un contributo di valore che Il Sole 24 Ore vuole dare a chiunque legge nei numeri tendenze e correlazioni per ‘misurare’ la crisi economica e sociale in corso, allo scopo di orientare al meglio i processi decisionali.

Tutti i 90 indicatori, in particolare i dati alla base dei punteggi attribuiti dalla redazione, e i trend relativi ai 25 parametri utilizzati per raccontare l’effetto del Covid sui territori saranno per la prima volta accessibili e scaricabili online su qualitadellavita.ilsole24ore.com con mappe interattive e pagelle per ogni citta’. I dati saranno disponibili in formato machine readable per consentirne il riuso e la rielaborazione (eccetto l’uso commerciale), in una pagina GitHub del Sole 24 Ore – https://github.com/IlSole24Ore – e riutilizzabili dalla comunita’ di cittadini, ricercatori, media e decisori. Si tratta di dati raccolti da fonti istituzionali o forniti alla redazione da realta’ certificate. Il Convegno lunedi’ pomeriggio per commentare i risultati ‘Il futuro delle citta’ oltre la pandemia’ e’ il tema dell’evento digitale che Il Sole 24 Ore propone in diretta web oggi alle ore 16.00, in occasione della 31? edizione dell’indagine sulla Qualita’ della vita nelle province. Il webinar vuole fornire un contributo di idee sul rilancio dei centri urbani e dei territori dopo l’emergenza sanitaria. In primo piano ci sono le nuove priorita’ chieste dai cittadini: prima fra tutte, il rafforzamento della tutela della salute; poi, i servizi di prossimita’ sul territorio; la digitalizzazione delle citta’ e l’utilizzo intelligente dei big data; lo smart working; il rapporto centro-periferie e le dinamiche grandi-piccoli centri; la nuova mobilita’ urbana e la svolta green; le amministrazioni locali e il Recovery Fund. Questi temi saranno affrontati in un’intervista con il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, e durante una tavola rotonda. L’evento si concludera’ con le testimonianze dei sindaci sull’anno difficile della pandemia. La partecipazione al webinar e’ libera e gratuita previa iscrizione sul sito: ilsole24ore.com/qdv