CORONAVIRUS. E’ polemica sull’uso, come infermieri, dei volontari provenienti da strutture private. Per quelli del 118, sono pericolosi per se stessi e per gli altri

25 Agosto 2020 - 12:27

IL CASO MONDRAGONE. C’è un malcontento che serpeggia, soprattutto negli ultimi giorni, in merito a una vicenda che ci piacerà, magari, appronfondire meglio

 

CASERTA – Sta suscitando più di una polemica, da parte del personale addetto al servizio 118, l’utilizzo, sempre attraverso lo strumento, a nostro avviso, discutibilissimo, della cooperativa Misericordia di Caivano, di volontari che si occupano abitualmente di altre mansioni di assistenza socio sanitaria, nella attività di soccorso e di primo intervento su presunti casi di covid.

Secondo il personale stabilmente applicato nel servizio 118, anch’esso solo sulla carte e nell’ipocrisia di un paese e di un territorio che continua a tenere in piedi quello che è diventato un vero e proprio monopolio, cioè il rapporto tra aziende sanitarie campane e la citata Misericordia, queste unità aggiuntive non avrebbero la preparazione per il tipo di intervento molto delicato che si fa quando ci si avvicina ad un presunto caso di coronavirus.

Pericolosi per gli altri e anche per se stessi, obiettano sempre gli “stabili precari” del 118, in quanto gli esterni, venendo a contatto con pazienti contagiati, il più delle volte asintomatici, correrebbero il rischio di trasmettere il virus nelle strutture dove svolgono la loro prima attività.

Al riguardo, viene citato, a mò di esempio, ciò che sarebbe capitato nei giorni scorsi, quando un’ambulanza della postazione 118 di Mondragone, si sarebbe recata alla clinica Pineta Grande per trasferire da lì un paziente con coronavirus conclamato, all’ospedale covid di Maddaloni.

L’infermiere che ha accompagnato questo paziente, entrando in contatto con lui nel vano sanitario dell’ambulanza, risulterebbe essere dipendente di una struttura privata, simile a quelle da cui proviene la maggior parte di questi volontari, considerati dai loro colleghi, utilizzati in pianta stabile nel servizio 118, non preparati e non all’altezza del compito assegnato loro.