È la morte a chiudere il processo di un uomo casertano accusato di aver falsificato documenti
19 Febbraio 2024 - 17:56
SANTA MARIA CAPUA VETERE – A volte i processati non sopravvivono ai processi. Sicuramente a fare la differenza è l’età anagrafica o le condizioni di salute dell’imputato, ma ci sono casi in cui questa situazione è favorita dai tempi lunghi della giustizia.
Se nei dettagli anagrafici non riteniamo di dover entrare, possiamo però dire che nei giorni scorsi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere è stata emessa sentenza di non doversi procedere per morte dell’imputato.
Si tratta del procedimento che vedeva alla sbarra D.R., accusato di aver falsificato la sua situazione reddituale nella domanda per poter ricevere il patrocinio gratuito di un avvocato.
Si tratta di un reato previsto dall’articolo 95 del DPR del 30 maggio 2002 numero 115, ovvero il Testo unico sulla materia delle spese di giustizia, che punisce le false indicazioni o le omissioni nelle dichiarazioni per le richieste di patrocinio.
Nessuna punizione, chiaramente, dopo che l’avvocato dell’uomo, la legale Eva Scialdone, ha consegnato il certificato di decesso dell’uomo.