“È malato, non può stare in carcere”. Ras dei casalesi torna a sperare

17 Febbraio 2024 - 12:42

Il tribunale di sorveglianza gli nega i domiciliari ma la Cassazione richiede una nuova ‘verifica’

VILLA LITERNO – La prima sezione penale della Corte di Cassazione presieduta dal giudice Monica Boni ha accolto il ricorso presentato dal legale di Tammaro Iavarazzo, 60enne di Villa Literno, l‘avvocato Giovanni Cantelli, avverso l’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Ancona che aveva respinto l’istanza di applicazione della detenzione domiciliare per il sodale del clan dei Casalesi in quanto per i giudici la sua condizione non costituiva incompatibilità con il regime carcerario e per la sua pericolosità sociale. Di qui il rifiuto di applicazione della detenzione domiciliare.

Proposto ricorso in Cassazione per violazione di legge e per vizio di motivazione dell’ordinanza impugnata la Suprema Corte ha accolto le motivazioni del legale ritenendo che “le condizioni di salute del detenuto non sono state vagliate sotto il profilo dell’incidenza delle stesse sulla gravosità dell’espiazione inframuraria e la proficuità di un percorso trattamentale, negato”. Quindi al giudice del rinvio spetterà “accertare la compatibilità delle condizioni di salute con il trattamento non inumano del regime carcerario nonché l’attualità della pericolosità sociale del recluso”.