E ora anche CASAGIOVE vuole costruire il suo IMPIANTO PER L’UMIDO. Progetto da 1 milione e 300 mila euro a due passi dalla Nazionale Appia

10 Febbraio 2022 - 19:24

Nelle scorse ore è stato approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Vozza lo studio di fattibilità per la realizzazione di un impianto di compostaggio. Il terreno è di proprietà dell’imprenditore Funari, ma c’è chi dall’opposizione, come ad esempio il consigliere Moscatiello, già segnala le cose che non vanno sull’idea dell’impianto

CASAGIOVE (l.v.r.) – E così come Maddaloni, anche Casagiove ha il suo progetto per un impianto dedicato ai rifiuti umidi. Nelle scorse ore è stato approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Vozza il progetto di fattibilità per la realizzazione di un impianto di compostaggio.

Lontano dai numeri dell’impianto da 40.000 tonnellate che Carlo Marino si è impuntato nel voler far costruire nella zona Asi di Ponteselice, quello di Casagiove andrebbe a gestire circa 1.000 tonnellate l’anno, cifra vicina alla metà di quanto i casagiovesi producono come rifiuti organici solidi urbani, cioè 1.900 tonnellate all’anno. Un’operazione, a quanto pare, diversa da quella prevista per il biodigestore di Ponteselice, con una diversa trasformazione della frazione umida in compost.

Lo studio di fattibilità è stato presentato con l’obiettivo nella mente di chi amministra il comune di Casagiove di inserire questo progetto all’interno dell’elenco delle proposte da presentare al ministero per la Transizione Ecologica,

in modo tale da ricevere il finanziamento collegato del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Nella redazione di questo carteggio si è impegnato l’ingegnere Francesco Girardi, professionista nato e cresciuto nella nostra provincia, ma ormai spostatosi col suo studio in Toscana. Girardi è colui che, tra le altre cose, si è occupato di mettere in piedi il piano industriale operativo per la gestione del servizio della raccolta rifiuti per il comune di Castel Volturno.

La spesa per mettere nero su bianco questo progetto è stato di euro 2.500 per il comune di Casagiove. Un lavoro a dir poco rapidissimo, dato che il 7 febbraio viene affidato l’incarico all’ingegnere e poi, due giorni dopo (ieri, 9 febbraio), è stato approvato il progetto redatto dallo studio di Girardi.

Il costo dell’impianto andrebbe a sfiorare il milione e 300 mila euro, precisamente un milione e 286 mila. La casa dell’impianto dei sogni per Casagiove dovrebbe essere un terreno attualmente di proprietà, ma in fase di acquisizione a patrimonio comunale, dell’imprenditore del automotive Antonio Funari, di fronte la Nazionale Appia. In pratica non distante da dove il sindaco Marino vuole installare il mega biodigestore, ma con la differenza che questo ricade sul territorio di Casagiove e Ponteselice, invece, è una porzione del capoluogo.

Dopo Maddaloni, come detto, anche Casagiove prova a creare il suo impianto dei rifiuti umidi e la speranza vive nella possibilità che il MITE approvi il progetto messo in piedi da Girardi e che dovrà essere inviato entro il 14 febbraio, praticamente subito.

Quello che non abbiamo trovato nella documentazione del comune di Casagiove, però, è il riferimento alla regione Campania. Perché scriviamo ciò? Perché non bastano i soldi. Infatti, a occuparsi della gestione del trattamento dei rifiuti è la regione. Come sarà possibile inserire all’interno del piano regionale il nuovo impianto quando questo non lo prevede?  Ci sono, quindi, dubbi che restano vivi relativamente all’impianto di Casagiove che il sindaco Vozza intende costruire.

Dall’opposizione arrivano le prime risposte contrarie all’idea impianto. A mettere già nero su bianco il suo pensiero è il consigliere comunale Francesco Moscatiello. L’avvocato, infatti, in un post su Facebook esprime la preoccupazione per un eventuale crollo del mercato immobiliare intorno alla zona dell’impianto, il quale porterebbe anche a dei disagi gravi alla viabilità, in considerazione dello spostamento di mezzi pesanti sulla Nazionale e per le strade intorno. Inoltre, viene sottolineato che questa zona di proprietà di Antonio Funari avrebbe un vincolo di urbanizzazione, condizione che renderebbe impossibile la costruzione dell’impianto stesso. Soprattutto, Moscatiello ci tiene a sottolineare il fatto che il tutto sarebbe stato deciso in pochi giorni e nelle stanze chiuse del comune, senza che la cittadinanza venisse minimamente interpellata su un progetto di tale importanza.

Ci sarebbe anche da capire, poi se questi impianti (Casagiove e Maddaloni) mini, aggetivo che possiamo conferire rispetto a quello che Marino ha in mente per Ponteselice, siano la dimostrazione che il fronte contrario al biodigestore di Caserta si stia rompendo. Oppure, potrebbe essere questo un tentativo, cioè la proposta di strutture per la trattamento dei rifiuti umidi di dimensioni decisamente inferiori a quello progettato per Caserta, di rendere inutile l’impianto da 40.000 tonnellate, facendo cadere anche quel motivo legato ad una “utilità pubblica”, tanto sponsorizzato dal sindaco Carlo Marino. Chiaramente questo è il primo nostro articolo che dedicheremo alla vicenda. Nei prossimi giorni proveremo ad approfondire tutte le questioni messe sul tavolo.