Giovani casertani oltre che disoccupati siete fessi: all’Asl assunto anche il figlio di Arcangelo Correra, già direttore sanitario e oggi capo dell’ospedale di Maddaloni. E’ un Tari due

25 Gennaio 2022 - 17:52

Ogni tanto andiamo a scorrere la famosa graduatoria della vergogna, il refugium peccatorum con il quale, partendo da 50 posti messi a concorso, si è arrivati fino a 140 e oltre. E ne troviamo sempre una nuova…

 

 

CASERTA/MADDALONI (g.g.) Faremmo volentieri a meno di utilizzare una parola passata dal rango di rarità pressoché sconosciuta nel vocabolario della lingua italiana, a termine di tendenza che si butta lì a ogni pie’ sospinto, giusto perché, utilizzandola, si cavalca il trend. Ma stavolta è proprio la parola giusta. E noi che negli ultimi due anni abbiamo esposto un sorrisino sardonico, ripensando a quelli che dissero, anche al tempo in cui la utilizzavamo nei nostri articoli, che noi scrivevamo difficile, incomprensibile, andando a pescare parole in disuso o desuete, avremmo fatto volentieri a meno di riesumarla proprio perché adesso la usano tutti.

Cara, vecchia “resilienza”, ricordi i bei tempi andati, quando quello tra te e Casertace era un solitario tete a tete? Bei tempi. Ora è resiliente anche un dolcetto alla pasta di mandorle, anche un’insalata scondita oppure anche condita, lo scarico del gabinetto, il telefonino che si scarica. Tutto è resiliente. L’hanno inserito finanche nella definizione nel piano di rilancio più importante, varato dal “Marshall” in poi. Tutto, insomma, è resiliente.

E resiliente è diventata una parola omnibus, omnicomprensiva.

Non per noi. Per Casertace quello significava e quello significa. Resilienti lo siamo da 12 anni, cioè da tempi veramente non sospetti. Teste dure, tenacemente idealiste. E ce ne vuole tanta di resilienza per continuare a star qui a scrivere che non è giusto che siccome uno è il figlio di un potente, debba trovare necessariamente un lavoro al di là del fattore meritocratico.

Così va il mondo, così vanno le cose. Ce l’hanno detto un sacco di volte.

Intanto, non è così. Così va il Sud dell’Italia, così va la Campania, così va la provincia di Caserta, non il mondo, non l’Europa, non il resto dell’Italia. Non è che in Friuli un papà del luogo, un raro esemplare che lavora nella pubblica amministrazione in luoghi in cui lo spirito imprenditoriale è prevalente, provi in assoluto a sistemare il figlio se questo ha difficoltà a trovare un impiego o se non è in grado di andarsi a cercare la fortuna altrove. Accade anche lì, ma sono casi molto più rari, ma proprio molto più rari. Ma soprattutto noi sfidiamo chiunque a trovare all’interno della Asl di Udine, di Gorizia, di Pordenone, di Asti, Alessandria, Bologna, Genova (guardate che le scriviamo tutte!) un solo caso in cui il figlio vince un concorso e viene assunto nella stessa Azienda sanitaria dove ancora lavora il padre. E sfidiamo chiunque, ancora di più rispetto al caso appena citato, a trovare una sola situazione in cui a vincere un concorso sia il figlio di un potente, cioè di un dirigente della stessa Asl ancora in servizio.

Dunque non è vero che il mondo funziona così e l’equità nelle chances di ingresso nelle strutture del lavoro rappresenti solo un principio vuoto e inattuato, una delle tante ipocrisie che rendono gli ordinamenti, le regole scritte delle autentiche barzellette di forte a prassi materiali che cementano nel tempo sempre di più meccanismi iniqui e ingiusti.

Succede da noi che Felice Correra, 32 anni e qualcosa, di Maddaloni, figlio di Arcangelo Correra, già direttore sanitario dell’Asl di Caserta, poi dirigente dell’ospedale Moscati di Aversa, oggi direttore sanitario dell’ospedale, per il momento dedicato Covid, di Maddaloni, sempre comunque sponsorizzato da Nicola Caputo oggi assessore regionale ma soprattutto docilissima protesi del governatore della Campania, conquisti senza difficoltà l’agognato posto fisso.

Abbiamo ripreso la famosa graduatoria del concorsone dell’Asl bandito per l’assunzione di assistenti amministrativi e poi, mese per mese, nella realizzazione di un disegno precostituito che non poteva in partenza, in sede di bando prevedere un’infornata di queste dimensioni e poi, mano mano, ampliatosi con ripetute riaperture della graduatoria, fino ad arrivare all’assunzione del 140esimo classificato e anche  oltre.

Una sorta di refugium peccatorum di cui hanno beneficiato raccomandati di ogni tipo, i cui nomi e cognomi abbiamo già fatto a dicembre quando ci siamo occupati per la prima volta di questa graduatoria. All’elenco degli apparenti miracolati, gente che in realtà fin dall’inizio si sapeva che sarebbe stata assunta, appartiene proprio Felice Correra, classificatosi, come si può vedere dallo screenshot della pagina specifica che contiene il suo nome, in posizione 118.

Tra la pubblicazione del bando, ma soprattutto tra l’esito del concorso e l’ultimo scorrimento della graduatoria sono trascorsi 3 mesi e questo elimina, a nostro avviso, ogni dubbio:  esisteva un disegno predeterminato in origine. Chi è arrivato oltre la cinquantesima posizione, cioè l’ultima utile rispetto alle assunzioni previste dal bando, già sapeva he sarebbe entrato lo stesso e  già sapeva, soprattutto, che sarebbe stato assunto in tempi brevissimi, in pratica sovrapponibili a quelli applicati a coloro che il concorso, sulla carta, l’avevano vinto.

Ma quello di Felice e Arcangelo Correra non è certo un unicum. In passato abbiamo spesso citato un caso incredibile: quello relativo all’assunzione, sempre all’Asl, di un medico, figlio di Michele Tari, un altro mandarino inossidabile dell’Asl di Caserta, un altro inamovibile che oggi opera, a nostro avviso, in maniera tutt’altro che efficiente, così come abbiamo scritto e pensiamo di aver dimostrato più volte, nella struttura che si occupa dell’emergenza Covid in provincia di Caserta. Insomma, padre e figlio, figlio e padre. Quantomeno un altro nostro vecchio target, il ben noto Francesco Balivo, altro super dirigente dell’Asl di Caserta, ha avuto la creanza di andarsene a lavorare altrove dopo aver sistemato la sua figliola dentro a un comodo ufficio a postofisso dell’Azienda sanitaria casertana dove lui, però, al momento dell’assunzione era ancora in servizio quale responsabile della ripartizione economica. Oggi Balivo è direttore amministrativo alla Napoli due Nord in combinazione con  il suo quasi concittadino, l’aversano Antonio D’Amore che di questa Asl è direttore generale ed è anche quello che ha firmato le ormai famigerate assunzioni, solo per ora a tempo determinato, perorate da Giovanni Zannini e per pura coincidenza realizzate dopo l’accordo stretto alla ultime elezioni regionali tra il fratello dell’ex sindaco di Aversa e il consigliere regionale di Mondragone, alla presenza di Piero De Luca, del figlio di Luciano Sagliocco e della signora o signorina Spezzaferri cugina diretta della fidanzata di Francesco Sagliocco, anch’essa assunta poi all’Asl di Caserta.

Quando si sviluppano casi di rozzo familismo come questi appena narrati, tra padre e figlio, tra madre e figli, si tessono trame che definire conflitto d’interessi è veramente riduttivo.

Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo probabilmente tra il tardo pomeriggio di oggi e la mattinata di domani.