“I soldi di Nicola Schiavone investiti anche in Veneto”

21 Febbraio 2019 - 11:00

CASAL DI PRINCIPE – Sono stati definiti del collaboratore di giustizia Salvatore Laisopersone amiche, che facevano regali senza chiedere nulla in cambio e che si mettevano sempre a nostra disposizione“. Il pentito spiega così le figure di Luciano Donadio e Raffaele Buonanno rimasti coinvolti nell’inchiesta della dda che ha portato all’esecuzione dei 50 arresti eseguiti ieri mattina.

Laiso dice di conoscere bene Donadio e di aver lavorato per lui, insieme al fratello tra il 2001 e il 2002: “Per me è dura riferire su Donadio perché lui ed i Buonanno avevano con noi un rapporto molto buono e si sono sempre messi a disposizione con mio”.

Racconta quello che gli aveva riferito il fratello Crescenzo prima di essere ucciso. “I soldi che Luciano Donadio ha impiegato nelle sue attività al Nord derivano anche da Nicola Schiavone che gestisce il flusso di denaro del clan camorrista”.

Del ruolo degli imprenditori arrestati a Venezia, si sarebbe parlato anche in un summit di camorra. “Nell’occasione – racconta il pentito Laiso – si è parlato anche dei vari affari del clan tra cui gli investimenti ed anche di quelli fatti tramite Donadio e Raffaele Buonanno. So che la famiglia cura varie forme di reinvestimento, nel traffico auto e anche nell’edilizia tramite imprese edili di comodo tra cui quelle di Donadio e Buonanno”.