IL DELITTO. Il presunto assassino del professore: “Mi ha prestato 10mila euro e in 20 anni gliene ho restituiti 50mila”. Operazione lecita o un caso di usura?

6 Novembre 2023 - 18:12

Gli inquirenti cercano di stabilire il movente dell’omicidio.

BAIA DOMIZIA. Rispetto alle cose rimaste in sospeso nell’articolo di stamattina (clikka e leggi), è emerso qualcosa di maggiormente chiaro dall’interrogatorio del presunto omicida di Pietro Caprio.

Angelo Gentile, l’84enne arrestato ieri, ha addirittura definito la vittima “un benefattore”. Una persona che lo ha aiutato in un momento di bisogno, prestandogli, nel 2002, la somma di 10mila euro. Prestito poi restituito, poche settimane fa, versandogli un totale di 50mila euro. Bisogna capire se l’evoluzione di questa cifra, che si è quintuplicata in circa 20 anni, sia avvenuta per effetto dell’applicazione di interessi di mora leciti, o se , invece, siamo di fronte ad una ipotesi di usura, fermo restando che questa è la versione di Gentile che, va sicuramente verificata.

Sono queste, pressappoco, le dichiarazioni rese, quindi, dal presunto assassino di Pietro Caprio, il 58enne docente di Scienze motorie, trovato lo scorso 3 novembre carbonizzato, nella Ducia Duster parcheggiata nella pineta di località Pietre Bianche, in quel di Cellole. L’84enne Angelo Gentile, accusato di avere ucciso l’insegnante, rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha risposto alle domande dei sostituti procuratori Chiara Esposito e Gionata

Fiore, che nei suoi confronti hanno emesso un fermo per omicidio e distruzione di cadavere.

L’indagato ha dunque spiegato di avere conosciuto Caprio proprio in ragione di quel prestito di denaro, definendolo “un benefattore”. Benefattore che, comunque, stando alle sue dichiarazioni, si era visto restituire una cifra maggiorata del 400% rispetto al prestito originario. Eppure, pare proprio che il presunto assassino nel suo racconto, ha mostrato segni di rancore verso quel “benefattore”.