IL RAPPORTO SEMESTRALE DELLA DIA/2. Una polizza assicurativa da 4 milioni di euro, i Balivo e tanto altro ancora

19 Luglio 2019 - 13:27

CASAL DI PRINCIPE – Sulla ‘mente imprenditoriale’ del clan dei CASALESI  si sono soffermati gli investigatori della Dia.  ‘Altro punto di forza del cartello criminale è la capacità di impiegare i proventi illeciti in attività imprenditoriali, creando un vero e proprio impero, in grado di produrre profitti e di acquisire consenso sociale attraverso l’impiego in attività commerciali di riferimento del sodalizio’ , si legge nella relazione del secondo semestre Dia. ‘La vastità di tale impero è attestata dai numerosi provvedimenti di sequestro emessi negli anni a carico di imprenditori che hanno messo a disposizione del  cartello  le loro aziende‘. Una modalità di azione confermata anche nel dettagliato rapporto.  Inoltre spiegano gli operatori: ‘Nel mese di luglio, la Polizia di Stato ha eseguito un decreto di sequestro (emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione misure di prevenzione) che ha riguardato diversi immobili situati nei comuni di Trentola Ducenta, Sessa Aurunca e Aversa, nonché a Fiuggi (Frosinone), nonché società operante nel settore edile e in quello dei prodotti ortopedici. I beni sarebbero riconducibili a due fratelli, imprenditori, organici al clan Zagaria , coinvolti in un’inchiesta del 2015, che aveva portato, nel mese di maggio  allo scioglimento del Comune di Trentola Ducenta per infiltrazioni mafiose‘.

“I legami del  cartello  del clan dei CASALESI  con settori politico-imprenditoriali, già confermati da procedimenti giudiziari, continuano peraltro ad emergere in inchieste recenti‘. Sulle nuove attività di riciclaggio, aggiungono “il 18 ottobre, la Guardia di finanza ha eseguito un provvedimento cautelare e un sequestro di beni nei confronti di un imprenditore, che sarebbe stato favorito per l’aggiudicazione di diversi appalti pubblici, tra cui, in particolare, quelli relativi all’ampliamento dei cimiteri di Trentola Ducenta e di Casapesenna. Dal canto suo, l’imprenditore avrebbe riversato sistematicamente nelle casse dell’organizzazione una quota degli importi derivati dagli appalti, monetizzato assegni di provenienza illecita e favorito la latitanza del capoclan. Il provvedimento ha sottolineato il progressivo passaggio dei capi dei gruppi Iovine  (attualmente collaboratore di giustizia) e Zagaria dall’ala militare a quella imprenditoriale del cartello, puntando al riciclaggio di denaro attraverso imprenditori di riferimento’“.   I CASALESI hanno investito anche in polizze assicurative per evitare i controlli. Al riguardo,  ci sono stati indicano gli investigatori ‘due decreti di sequestro di polizze e prodotti finanziari, del valore di oltre 4 milioni di euro, eseguiti a luglio da militari della Guardia di Finanza nei confronti delle figlie di un pregiudicato, deceduto nel 2016, legato al clan dei CASALESI‘.