LA FOTO OSPEDALE DI CASERTA. La denuncia: “Per ingessare il braccio a mio figlio 11enne hanno impiegato 11 ore”. Ed è uragano-Facebook
29 Marzo 2019 - 19:57
CASERTA (g.g.) – La denuncia è circostanziata, addirittura corredata da una foto che parla da se. E neanche si può dire che il signor Lello Miale di Caserta sia un fake oppure un mitomane sparaballe. Perché l’informazione che ha affidato al social media più frequentato, ha avuto un riscontro clamoroso, con decine e decine di commenti, pubblicati da persone, da professionisti noti e di valore che conosciamo personalmente, e che a loro volta hanno dimostrato di conoscere Miale.
Sapete perché abbiamo scritto questa premessa, anche se ci siamo rotti le scatole ormai di dover spiegare col cucchiaino il perché di queste scelte giornalistiche? Per evitare, anzi no, evitare è impossibile, ma per spuntare l’arma di chi risponde alle informazioni, alle notizie date da questo giornale, non entrando nel merito delle stesse e replicando, ma buttandola puntualmente in caciara, costruendo farneticanti processi alle intenzioni e a fantomatiche ragioni di tipo pregiudiziale che sarebbero alla base del nostro agire.
Certificata, dunque, la genuinità e, perché no, anche l’autorevolezza di questa denuncia e dei commenti che ne fanno da corona, sintetizziamo in poche parole quello che sarebbe successo, secondo il signor Minale: un ragazzino di 11 anni, che successivamente, grazie ai commenti, ciò a dimostrazione della genuinità dei contenuti, viene indicato il figlio del denunciante, sarebbe stato ingessato al braccio in un tempo “record” di 11 ore. Roba che neanche un intervento chirurgico a cuore aperto. La foto ha innescato una reazione durissima che finisce per rafforzare la tesi di Miale che ovviamente e comprensibilmente dice tutto il male possibile dell’ospedale civile di Caserta.
La rafforzano perché, come potrete leggere in calce a questo articolo, tra un attestato di solidarietà, un “in bocca al lupo”, un frizzo e lazzo (straordinaria la battuta di chi raccomanda al Miale di far ripetere la radiografia in una struttura privata perché probabilmente non c’è neppure la frattura) ci sono altri racconti, altre storie di pesante malasanità.
Ora, lungi da noi l’idea di sponsorizzare o di cavalcare quella che sarebbe una bugia, una configurazione inesatta della realtà del massimo nosocomio casertano, dove nel quale ci sono anche reparti, strutture e specialisti di primissimo ordine che riescono anche a far funzionar bene, in efficienza ciò che dirigono. Ma è chiaro che una coralità di commenti che peraltro rappresentano al massimo un campione minimo rispetto all’universo di chi può dire la sua, avendoci avuto, direttamente o indirettamente, a che fare, sull’ospedale di Caserta.
Occorrerebbe un sondaggio. Ma i sondaggi sono una cosa seria e farli con un sito internet necessita applicazione, cura, grande attenzione nel sorvegliare fenomeni di duplicazione nel modo. E siccome noi il tempo non l’abbiamo, cerchiamo di evitare il più possibile l’utilizzo di questo strumento.
Il resto lo leggete nella pagina Facebook che offriamo alla vostra attenzione.