LA NOTA. Giorgio Magliocca vola alto: la sua calma contro i persecutori è come quella del Dalai Lama. Ma qui calmi devono rimanere coloro che assistono al modo con cui gestisce la Provincia sempre più a trazione casalese

28 Dicembre 2022 - 13:44

Ci ha incuriositi una pubblicazione social comparsa un paio di giorni or sono sul profilo Facebook del sindaco-presidente. Ne abbiamo tratto spunto su una nostra valutazione sulla quale, così come facciamo da anni, auspichiamo una replica o delle repliche che mai sono arrivate, nonostante il nostro sforzo per riempire di argomentazioni e documentazioni le tesi esposte negli articoli di CasertaCE

il post di giorgio magliocca e a seguire il nostro articolo

CASERTA/PIGNATARO MAGGIORE (gianluigi guarino) – Nonostante non siamo approfonditi studiosi della storia del Tibet e della nobilissima religione che lo connota, non ci risulta che il Dalai Lama abbia mai svolto il ruolo di Stazione Appaltante.

Anche se il mondo è bello perché è vario e scopriamo che il Monaco Buono dell’Altipiano ha ricoperto, derivandole dal governo in esilio e forse per hobby, la carica di sindaco della capitale Lhasa o di presidente di qualche provincia tibetana e, magari, insieme a qualche reincarnazione (che questa religione contempla) di qualche ascendente di Franco Biondi, Gerardo Palmieri, Luigi Vitelli, Paolo Madonna e Raffaele De Rosa, Lello per gli amici, abbia distribuito incarichi sotto soglia per la riqualificazione dei templi buddhisti.

Diverso è il discorso riguardante il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca. Ma mo’, cosa ci azzecca Magliocca con il Dalai Lama? Poco o nulla, ma siccome internet ha stravolto ogni abitudine del genere umano, la citazione a effetto, che magari prima implicava l’acquisto di un libro ad hoc o la consultazione di una rubrica pubblicata in un giornale, oggi è accessibile a tutti, in un esercizio democraticissimo, per alcuni anche troppo…democraticissimo, con un clic.

Siccome per noi casertani il presidente dell’amministrazione provinciale è comunque un’autorità, non possiamo liquidare con un’alzata di spalle il post pubblicato sul suo profilo Facebook nella serata del 26 dicembre e che facciamo campeggiare all’inizio dell’articolo.

Si chiama calma e mi è costata tante tempeste“.

Magliocca ha dimenticato di aggiungere le virgolette, ma, tutto sommato, non fa niente. La frase viene attribuita, infatti, proprio al Dalai Lama, ovvero l’87enne Tenzin Gyatso e appartiene a un florilegio di diverse declinazioni di calma, espresso come manifestazione emotiva (CLICCA E LEGGI).

Se Magliocca, dunque, cita il Dalai Lama; se Magliocca ritiene di poter paragonare la sua manifestazione emotiva riguardante la calma a quella del premio Nobel per la Pace, è chiaro che lo fa, trattandosi di una personalità politica rilevante e conseguentemente densa di cospicui contenuti culturali, perché si sente perseguitato, specularmente alle vicende storiche che hanno connotato tutta la vita del Grande Monaco.

Mentre questi è stato da sempre preso di mira dalla Cina comunista che non vuol mollare un palmo del territorio del Tiber, Magliocca, invece, riteniamo si sia sentito perseguitato dalla magistratura che, ingiustamente, stando alle risultanze delle varie sentenze, lo tenne in carcere per diversi mesi, al punto che lo Stato dovette corrispondergli un risarcimento per ingiusta detenzione.

Ma se lo scrive oggi, durante le festività natalizie dell’anno 2022, vuol dire che Magliocca, perseguitato, si sente ancora una volta.

Siccome non ci risulta che ci siano inchieste concretamente avviate da parte della magistratura inquirente sul modo con cui svolge la sua funzione, dobbiamo ritenere che faccia riferimento ai nostri articoli e alle nostre inchieste giornalistiche, dato che non ci risulta neppure che qualsiasi altro giornale casertano, della Campania, d’Italia e del mondo si chieda perché l’amministrazione provinciale di Caserta sciorini affidamenti milionari, o anche meno lucrosi, solo e ribadiamo solo a imprese e imprenditori provenienti da Casal di Principe e agro Aversano, tra cui si notano soggetti economici amministrati da persone fisiche addirittura attinte da gravi procedimenti giudiziari, arrestati di recente, come è successo ai fratelli Antonio e Luigi Petrillo.

Ma seguiamo la traccia della citazione senza virgolette scelta da Magliocca. Cos’è, allora, una persecuzione? Potremmo tranquillamente utilizzare la rete per reperire definizioni di questo termine accuratamente declinate dai più grandi vocabolari della lingua italiana.

Riteniamo, però, di possedere scienza e coscienza per poter dire che questa parola, cioè persecuzione, faccia il paio, anzi, esista nel momento in cui nella storia del genere umano si è formata e si è insediato il concetto discriminante e superiore di giustizia e d’ingiustizia o del suo sottoprodotto, ovvero equità e iniquità.

Esiste, dunque, una persecuzione, in quanto questa è filiazione di un’ingiustizia e, conseguentemente, della prevaricazione, dello sfruttamento della forza bruta, fisica o morale che sia.

Ora, nel momento in cui noi scriviamo che ai concorsi banditi dalla Provincia hanno partecipato il nipote diretto del presidente Magliocca; nel momento in cui scriviamo che è stato assunto il figlio di un’assessora comunale di Pignataro, la quale ha influito pesantemente sulla vittoria elettorale di Magliocca alle elezioni cittadine, obbligatorio viatico in quanto assolutamente propedeutico, affinché questi riuscisse a concorrere e conseguentemente a confermarsi come presidente della Provincia; nel momento in cui decliniamo tra gli assunti i nomi e i cognomi di decine di persone appartenenti alla scuderia del consigliere regionale Giovanni Zannini; nel momento in cui chiediamo di poter incrociare almeno una confutazione civile delle nostre tesi, che non sono verità rivelata, essendo noi mortali e peccatori ben lontani dallo spirito mistico del Dalai Lama; nel momento in cui pubblichiamo il nome della vincitrice di uno dei concorsi che corrisponde a quello della stessa persona (un’architetta di Santa Maria Capua Vetere) che, poche settimane prima, grazie a un incarico diretto, aveva intascato in mezzo minuto 20 mila euro attinti dalle casse pubbliche; nel momento in cui registriamo l’assunzione a tempo indeterminato del fratello del maddalonese Raffaele Cioffi, il quale vive a stretto contatto di gomito e che qualche volta funge anche da autista informale del presidente Magliocca; nel momento in cui scriviamo che la provincia, in relazione al suo rapporto tanto fisico da diventare quasi metafisico che la lega all’amministrazione comunale di San Cipriano d’Aversa, feudo zanniniano almeno quanto lo sono Mondragone, o l’appena sciolto Sparanise, o lo stesso comune di Pignataro, o San Marcellino, attribuisce un incarico a freddo con un affidamento diretto a firma del dirigente Gerardo Palmieri al signor Giuseppe Mastrominico, cugino di primo grado degli omonimi fratelli pluri inquisiti per camorra; nel momento in cui riceve un affidamento diretto per lavori dal valore di 50 mila euro dalla Provincia una società riconducibile a Fabio Oreste Luongo e intestata al cugino di quest’ultimo, stra arrestato e da ultimo pesantemente coinvolto negli appalti truccati al Cira, nel processo sulla tangentopoli sanfeliciana e che il figlio di Sandokan Schiavone, Nicola Schiavone, segnala come imprenditore vicino a lui e al fratello Walter; insomma, nel momento in cui scriviamo tutti questi articoli (e vi garantiamo che si tratta soltanto di una parte infinitesimale alla somma complessiva della nostra produzione su questi argomenti), che non hanno mai ricevuto quella replica sempre auspicata e richiesta, secondo voi, cari lettori, agiamo dentro allo Stato di diritto, sulle cui fondamenta si poggia una democrazia liberale, oppure, come dicono tutti i politici che vengono chiamati in causa da questo giornale, svolgiamo una funzione para terroristica, tecnicamente criminale, attivata da inconfessabili disegni, una volta d’impronta psicotica, oggi, addirittura, d’impronta estorsiva?

Ma non è venuto in testa proprio a nessuno di riflettere sul fatto che questo giornale abbaia problemi solo con politici di tutti gli schieramenti o con soggetti arrivati dal nulla e che la politica rappresenta in posizione strategiche e in enti strumentali, come il caso della presidenta Asi Raffaela Pignetti, valente laureata in Beni Culturali, ma di cui si fa fatica a trovare una consistenza curriculare che si attagli alla funzione di numero uno di un consorzio intercomunale, costituito per amministrare e gestire, in nome del bene comune, le aree selezionate per l’insediamento di attività industriali?

La realtà è questa. Poi, figuriamoci, ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero o di utilizzare le citazioni – seppur gigantesche – che meglio ritiene opportune. Libero è il presidente Magliocca di farlo, come è libero qualsiasi altro cittadino che vive nel contesto di una democrazia.

Non a caso, essendo noi dei liberali incalliti, non abbiamo imboccato la strada del motteggio, della canzonatura di fronte alla molto impegnativa citazione pubblicata da Magliocca.

Invece di ridere e di deridere, dunque abbiamo preferito entrare nel merito, provando a interpretare il motivo per il quale Magliocca si senta perseguitato.

Noi siamo pronti anche domattina a cospargerci la testa di cenere, ma questo accadrà quando il presidente della Provincia risponderà direttamente a questo giornale o anche attraverso note pubbliche diffuse urbi et orbi, nel merito delle questioni che noi solleviamo nei nostri articoli, dato che CasertaCE opera ogni giorno uno sforzo improbo per scansare quel pericolo, quello sì illiberale, del processo sommario, dello slogan non sorretto da adeguate argomentazioni.

Rimaniamo in tranquilla, anzi, controcitando il Dalai Lama per interposta persona, rimaniamo in calma attesa.

In questa vicenda, si potrebbe verificare un’evenienza opposta da quella rivendicata su Facebook dal Magliocca e che cioè la calma, le faticose pratiche della temperanza e della sopportazione, debbano essere un difficile, pesante esercizio di vita da parte di chi (ci rendiamo conto che non sono molti, ma comunque ci sono) ritiene che tutto quello che sta accadendo in questi anni all’amministrazione provinciale rappresenti un’evidente persecuzione delle leggi e del buon vivere, attivandosi e muovendosi fuori dal perimetro dello Stato di diritto.