LA NOTA. Il vertice segreto tra i sindaci di CASALE, GRICIGNANO, Marcello De Rosa e co. per Zannini & Colombiano. Ecco perché è un’operazione pianificata da certe imprese che puntano ad altri milioni della Provincia
26 Maggio 2025 - 20:10

Chi come noi ha studiato centinaia e centinaia di determine di affidamento in questi anni sa che la partita è pericolosa. Non si può non valutare il numero altissimo di esponenti della famiglia di Michele Zagaria ora in libertà. Che sia, poi, Forza Italia dei possibili arrestati, Fulvio Martusciello e Peppe Guida, non stupisce affatto. Anzi, il connubio strettissimo tra Zannini e il ben noto ai nostri lettori, Francesco Silvestro, costituisce una sorta di marchio naturale a questo partito che non prevede assolutamente nessun ragionamento sull’opportunità di intraprendere una strada ricca di insidie e, addirittura, come scritto nei giorni scorsi, inquietante
CASAL DI PRINCIPE (gianluigi guarino) – La percezione chiara che si dipana davanti agli occhi di chi come noi ha seguito l’ordito tra la politica e l’imprenditoria dell’agro Aversano, tutta dedita agli appalti pubblici, stradali, immobiliari eccetera, non può non cogliere in questo momento specifico una sorta di riproposizione, seppur rimodellata rispetto ai tempi che cambiano, di questo patto.
La nostra non è un’astrazione suggestiva alla Roberto Saviano, il quale, mancando di una profondità di autentiche conoscenze storiche sull’evoluzione della camorra casertana e del clan dei Casalesi in particolare, avendo utilizzato ampiamente, come sancito anche da un giudice della Repubblica italiana, il sistema del copia-e-incolla, espone il suo pensiero strutturato su convinzioni di carattere generale relative a tesi di cui lui si innamora a prescindere dalla loro identità oggettiva, alle quali appresta racconti frutto di deduzioni il più delle volti illogiche e largamente infondate.
Noi, al contrario, veniamo da anni e anni di lavoro durissimo, trascorso all’interno di quell’autentica cloaca rappresentata dal sito online dell’amministrazione provinciale di Caserta, a cui abbiamo associato, giusto per non farci mancare nulla nell’esercizio olfattivo del fetore casertano, una
Su questo lavoro, che ci ha consentito di conoscere come nessuno altro in questa provincia un meccanismo che ha portato nelle tasche delle centinaia di imprese, una pletora impressionante, con una densità unica al mondo, in azione formalmente o di fatto, tra Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano, Villa di Briano, Lusciano e in parte minore Aversa, Villa Literno, Frignano e Parete, abbiamo maturato la solida convinzione del ruolo politico svolto da ditte amiche tra loro, sicuramente consorziate, e stabilmente attive nel costruire fraudolentemente le condizioni affinché gli affidamenti di lavori apparissero regolari, grazie ad un copione concordato tra questi soggetti economici affratellati, già a monte del procedimento amministrativo della gara d’appalto o di quelle garette che, dopo la sciagurata applicazione del nuovo Codice degli Appalti, possono essere attivate fino ad un valore, incredibile ma vero, alla soglia di oltre 5 milioni di euro, dopo la quale si inserisce la procedura europea.
COLOMBIANO E’ UN TIPO CONCRETO. E SE RAGIONATE SUL TEMPO…
Non è un capriccio di Anacleto Colombiano la sua pretesa, fortemente manifestata, di candidarsi alla presidenza della provincia di Caserta da sindaco di San Marcellino.
Tra le altre cose, se ci pensate un attimo, Colombiano dovrebbe lasciare la sua poltrona di qui ad un anno, dato che avendo fatto il sindaco per due mandati, non potrà concorrere per la terza volta, facendo decadere il requisito fondamentale per poter occupare la poltrona di successore di Giorgio Magliocca.
E allora la sua discesa in campo non può non essere collegata ad un’urgenza praticissima, attinente a quel particolarissimo, peculiare pragmatismo tipico dei territori in cui Colombiano. Bisogna, a nostro avviso, nello schema di Zannini e del sindaco di San Marcellino, affrontare immediatamente, dopo il cortocircuito frutto delle dimissioni obbligate di Giorgio Magliocca, questioni che hanno a che fare con le necessità di quello che è il maggiore interlocutore politico del presidente della provincia: il “Grande Consorzio” delle potentissime imprese di Casal di Principe, di San Cipriano, di San Marcellino, di Villa di Briano, di Parete, di Lusciano, di Casapesenna, di Aversa, di Villa Literno e, in misura minore, di Teverola, Carinaro e Gricignano d’Aversa.
Nell’agro dei diciannove comuni più delicati e complicati d’Italia sanno bene, d’altronde, cosa sia un patto tra politica e affari, tra politica ed imprese che macinano milioni e milioni di euro grazie agli appalti pubblici. Facile pensare a tutto quello che ha messo a punto e realizzato il boss con il maggior spessore imprenditoriale, con la migliore visione del punto di contatto, divenuto solido gradiente di fusione, tra la potestà politico-amministrativa e quella camorristica, ossia Michele Zagaria.
GLI ZAGARIA TUTTI IN GIRO
Oggi, se si eccettua il temporaneo autoesilio in quel di Tenerife di Filippo Capaldo, dove comunque sta svolgendo attività imprenditoriale, il nipote diretto di Michele Zagaria che, sotto al sole della perla spagnola attende che si calmino le acque, dopo gli esiti comunque favorevoli dei processi che lo hanno riguardato, non c’è un fratello, una sorella, un solo congiunto dell’ex Primula Rossa di Casapesenna che non si trovi a piede libero in questo territorio, con ampia facoltà di movimento e dunque senza alcuna limitazione all’indubbia creatività già in passato mostrata da Pasquale Zagaria, Antonio Zagaria, Elvira Zagaria, eccetera, nel settore degli affari.
Purtroppo qui si sconta un deficit grave di percezione da parte dell’autorità giudiziaria, dunque, da parte della DDA di Napoli, la quale paga ancora oggi lo scotto ad un cambio generazionale che tarda a costruire e consolidare un processo di effettiva cognizione sul rapporto tra territori e persone che ancora oggi riescono a vincere gare d’appalto grazie ad una solidità economica delle loro aziende costruita ai tempi in cui erano a disposizione o erano addirittura dei prestanome di Zagaria e degli altri boss.
Rispetto ai duecento, forse trecento articoli scritti da CasertaCe negli ultimi anni e spruzzati di indignazione per come certe imprese, evidentemente controllate anche da quei pochissimi imprenditori attinti da provvedimenti cautelari, abbiano fatto il pieno di appalti nell’amministrazione provinciale targata Magliocca e controllata politicamente – e non ce lo stiamo inventando noi – da Giovanni Zannini, non può succedere che la politica dell’agro Aversano faccia un passo indietro. Non se lo può permettere, dato che la macchina degli appalti è stata per troppo tempo ferma, precisamente per più di sei mesi, cioè dal giorno in cui Magliocca ha mollato lo scranno di presidente della Provincia.
LA STORIA DEL BLITZ DI SANTA LUCIA
Ce la vogliamo concedere anche noi una suggestione alla Roberto Saviano. 13 dicembre del 1990: uno dei politici più potenti di Casal di Principe, ossia Gaetano Corvino, mette a disposizione, mentre lui si trova in comune per una riunione di giunta, la propria capiente abitazione per ospitare il plenum, il comitato direttivo della camorra dei vincenti, ossia quella che due anni prima aveva chiuso la partita con Antonio Bardellino, ucciso in Brasile da Mario Iovine, e con suo nipote, Paride Salzillo, strangolato pressoché contemporaneamente a Casal di Principe.
La camorra dei vincenti, che all’epoca ha già rotto il sodalizio con la famiglia De Falco, si ritrova nel giorno di Santa Lucia attorno al tavolo della casa di un politico importante. C’è Francesco Schiavone Sandokan, c’è Francesco Bidognetti, Cicciotto ‘e mezzanotte, c’è Salvatore Cantiello Carusiello, c’è Giuseppe Russo O’Padrin, c’è Raffaele Diana Rafilotto e Francesco Schiavone Cicciariello, cugino di Sandokan, e probabilmente anche il rampante – al tempo – Antonio Iovine, il quale forse riuscì a scappare, dato che degli occhiali molto simili a quelli che usava O’Ninno furono trovati dai carabinieri appena arrivati in quella casa in cui arrestarono tutti i partecipanti alla riunione, meno uno, come appena scritto.
Quella era la camorra dei boss, rispetto ai quali le imprese erano una cosa sola, un loro gradiente economico, oppure delle semplici propaggini pronte a spendere la propria denominazione per conto di chi decideva tutto a colpi di kalashnikov.
L’INCONTRO DEI SINDACI
Oggi la situazione è diversa. Sia chiaro: noi non vogliamo dire assolutamente che ci sia un’assonanza tra il significato che emerse dal blitz di Santa Lucia con la riunione svoltasi l’altra sera in agro Aversano, a cui hanno partecipato Anacleto Colombiano, Giovanni Zannini, il sindaco di Casal di Principe, Ottavio Corvino, a cui è stato promesso, come da noi scritto (clicca e leggi) il posto da presidente dell’azienda speciale dei Servizi sociali che nascerà sulle ceneri dell’Ambito C07 con Lusciano capofila, quello di San Cipriano, Vincenzo Caterino, quello di Gricignano, Vittorio Lettieri, figlio di Andrea Lettieri, anch’egli in passato sindaco di Gricignano e assessore ai Lavori Pubblici della giunta provinciale De Franciscis-Ferraro; ma soprattutto quello di Casapesenna, Marcello De Rosa. Eh sì, finiamo di prenderci in giro. E’ lui il vero sindaco del suo comune e dunque si è ben guardato di far andare a quel tavolo strategico Giustina Zagaria, alla quale fa indossare la fascia, così, per sport.
L’incontro tra questi sindaci e Zannini è stato, fino a prova contraria, un confronto politico tra primi cittadini che si mettono insieme per votare Anacleto Colombiano a presidente della Provincia. Ma il problema è che il meccanismo che relaziona la presunta politica di questi territori e le potentissime strutture economiche di un’imprenditoria per larga parte gemmata dalla camorra, e per buona parte ancora controllata dalle famiglie di camorra, è sbilanciato a favore di quest’ultimo potentato economico.
I VOTI DI ZANNINI A CASALE E SCHIAVONE O’RUSS
Vogliamo dare che per buona, anzi, diamo per assodata la buona fede di Giovanni Zannini quando, nel 2020, è andato sulla piazza di Casal di Principe e ha raccolto circa 600 preferenze personali, portate anche al mulino della lista di Vincenzo De Luca.
Ma nel momento in cui un imprenditore esperto, espertissimo della relazione tra politica e affari a Casal di Principe e dintorni qual era e qual è oggi Nicola Schiavone O’Russ, arrestato e condannato per associazione a delinqeuere di stampo camorristico, dice senza mezzi termini al fratello, in una telefonata intercettata e verbalizzata dalla Direzione investigativa antimafia, che quei voti di Zannini erano frutto della mobilitazione – di cui forse, chissà, tutto è possibile nella vita, l’esponente politico mondragonese non si era accorto – da parte di 4/5 potenti imprese di Casal di Principe, si capisce bene che queste elezioni provinciali potrebbero essere condizionate da un ordito di impegni assunti da un pezzo della politica casertana e dalla magna pars della presunta politica dell’agro Aversano con il mondo queste imprese.
COME LE VALIGE LOUIS VUITTON
Per farne solo uno dei tantissimi esempi, un impegno preso con colui il quale, in un’intercettazione tragicomica, realizzata dai carabinieri, si arrabbiava e smadonnava in quanto costretto a trasportare nel suo potente suv un gran numero di trolley della Louis Vuitton, acquistati per un valore di decine e decine di migliaia di euro a Monte Carlo, dunque fuori tracciabilità nazionale, e da consegnare, pregando Iddio di non essere fermato prima da un posto di blocco, ad un dipendente o una dipendente dell’amministrazione provinciale di Caserta, che li avrebbe dispensati a personaggi politici o appartenenti alle burocrazie interne (CLICCA E LEGGI TUTTA LA STORIA).
Queste imprese esigono delle risposte a impegni già assunti, i quali prevedono, come in ogni contratto, una prestazione e una controprestazione. Mettete insieme con serietà tutti i concetti da noi sviluppati in questo articolo e vi renderete conto che siamo di fronte ad una verosimiglianza che sfiora la verità, la realtà effettuale delle cose. Una verità su cui i sindaci partecipanti alla riunione dell’altra sera farebbero bene a riflettere.