Le PASSIONI di SANDOKAN. Quel mastino napoletano che vagava nel cunicolo per abbracciare il suo padrone che gli dedicò uno dei suoi quadri

3 Agosto 2019 - 12:11

CASAL DI PRINCIPE – Il mastino napoletano, il cane che Francesco Schiavone Sandokan amava, avendolo scelto non casualmente, di quella razza, guerriera e spavalda, camminava nel cunicolo che poi sarebbe stato la chiave decisiva per la cattura del capo dei capi, avvenuta l’11 luglio 1998 in via Salerno in quel di Casal di Principe.

L’allora capo della squadra mobile Aldo Mannella, come abbiamo scritto qualche giorno fa, fu come quel calciatore che scaglia verso la porta un tiro perfetto, che manca per un millimetro i 7 metri e mezzo di una porta, infrangendosi contro il palo interno e attraversando, beffardamente, tutta la linea del gol finendo la sua parola sull’altro palo e poi nelle braccia del portiere.

Per un millimetro Francesco Schiavone non fu preso, grazie ai movimenti di quel cane fedelissimo. Fino a lì, gli uomini della mobile di Caserta c’erano arrivati controllando i movimenti di Giuseppina Nappa, la moglie del boss, tallonata grazie anche ad una microspia collocata nella sua auto.

Mancava, però, l’ultimo steet: il nascondiglio, il covo. Sulla scia del sentimento perchè anche un assassino sanguinario e spietato come Francesco Schiavone, nutriva a suo modo delle emozioni affettive, si poteva chiudere il cerchio. Sandokan amava quel cane al punto da averlo dipinto in uno dei suoi quadri. Quando fu catturato, i poliziotti della questura di Caserta capirono che i movimenti frenetici del mastino napoletano in quel cunicolo non erano altro che l’espressione di una ncessità di unirsi al suo padrone.

Una storia. Un aneddoto, che certo non incide minimamente sulla valutazione di quello che è stato Francesco Schiavone Sandokan, ma che, in sede di ricerca storica, di analisi e di racconto, non può non essere citato come fatto significativo, importante. Non per definire tale di valori nella considerazione morale del personaggio, ma semplicemente perchè questo e solo questo è il mestiere dello storico, che entra in campo ad analizzare le ragioni dei fatti accaduti, quando questi fatti hanno sviluppato ed esarito la loro attività.