Lei accusa il marito di abusi sessuali sul proprio figlio. Il tribunale lo scagiona, il bimbo finisce in comunità. Ed è nuova bufera sull’associazione antiviolenza DIRE
6 Novembre 2023 - 17:57
Accuse all’associazione da parete del sindacato forense e dal Comitato Tecnico. Tra i dirigenti del Dire la dirigente comunale di Capua di cui ci siamo occupati in passato, Concetta Gentili
CAPUA – C’è una vicenda che sta suscitando scalpore e indignazione nel mondo giudiziario e della psicologia campana. Che, vi spiegheremo a breve in che modo, è collegata ad avvocati e psicologhe del Casertano. In sintesi: il tribunale di Napoli, dopo una meticolosa e articolata consulenza tecnica di ufficio, stabilisce di allontanare un bambino di otto anni dalla madre e collocarlo in una comunità.
Come tutti i provvedimenti di questo tipo, è possibile fare ricorso alla Corte di Appello. Ricorso che viene inoltrato da
un avvocato di Firenze che assiste la madre del piccolo che vive ad Ischia.
Va anche detto che il padre del piccolo, accusato dalla madre dello stesso di violenza sessuale ai danni del bambino, è stato da tempo scagionato da ogni accusa, ma gli è stato egualmente impedito di vedere il figlio.
Da qui la drastica e sofferta decisione del tribunale di Napoli che, in attesa della decisione dei giudici dell’Appello, sospende il provvedimento. Una delle tante storie, ahinoi, di separazioni conflittuali, ma stavolta, insieme alla via giudiziaria, ne viene sperimentata un’altra.
Il bombardamento mediatico a mezzo di mail indirizzate a professionisti, politici, avvocati, magistrati, giornalisti nelle quali si attacca pesantemente l’operato dei giudici e si fa passare un atto dovuto – la sospensione del provvedimento di
allontanamento del minore dalla mamma – come la vittoria di questo schieramento un po’ guerrigliero alla cui testa c’è la cosiddetta DIRE, Donne In Rete, e una certa Rosa Di Matteo, sociologa, presidente della rete dei centri anti violenza.
Il comunicato parla esplicitamente di “azione stragiudiziale sul Tribunale di Napoli che ha ottenuto la correzione di un provvedimento sbagliato“. Un passaggio, questo appena citato, che il Comitato tecnico su procedimenti minori e famiglia dell’ordine degli psicologi della Campania definisce “eversivo rispetto alle regole democratiche dello stato di diritto” e parla “marcato assedio mediatico ai danni delle istituzioni”, oltre che di “indebita pressione sull’autorità giudiziaria”.
Va precisato che di questo comitato fanno parte giudici, avvocati, medici e psicologi campani. A ruota segue anche un comunicato del sindacato forense che parla di “attività intrusiva del CAV, lontana proprio da quella missione che dovrebbe avere di tutela delle parti deboli“, che non si realizza, dicono gli avvocati, “con la spettacolarizzazione mediatica e le pressioni sull’autorità giudiziaria“.
Cosa c’entra il Casertano con questa vicenda? Tutto. Abbiamo nominato all’inizio dell’articolo DIRE, Donne in rete, associazione che raggruppa oltre cento centri antiviolenza di tutt’Italia. E la coordinatrice della sezione diritto civile di quest’associazione è una nostra conoscenza, che in una piccata replica ad alcuni articoli di questo giornale si è definita una donna che “accarezza il diritto”.
Concetta Gentili, da Capua, consigliera comunale, che si autodefinì, nella replica appena menzionata, una rigorosa operatrice del diritto.
Si tratta della punta di diamante di un’associazione che, secondo le posizioni espresse dal sindacato forense e il Comitato tecnico, avalla e promuove una campagna di condizionamento mediatico e indebita pressione nei confronti dell’autorità giudiziaria.
Il provvedimento finale della Corte di Appello di Napoli è atteso per questa settimana rispetto all’allontanamento del piccolo dalla mamma, recentemente sospeso.
Mentre ci occupiamo di questa vicenda che da qualche tempo CasertaCe ha scelto di affrontare, sviluppando una propria cognizione di causa sempre più consistente, all’orizzonte si profila una storia analoga, di cui, con ogni probabilità, racconteremo nel mese di dicembre.
Una vicenda dolorosa e straziante per un professionista di livello nazionale e padre affettuoso che si sta svolgendo proprio nel nostro territorio. E che vede attrici molte protagoniste della vicenda ischitana e coautrici del “bombardamento” mediatico sul tribunale di Napoli. Alla prossima.