LUTTO NELLA POLIZIA. Morto l’ex capo della quadra Mobile Luigi De Stefano. Catturò Pasquale Scotti, poi evaso dall’ospedale

10 Febbraio 2020 - 16:10

Caserta (p.m.) – E’ venuto a mancare ieri pomeriggio, dopo un ricovero di urgenza avvenuto all’ospedale Rummo di Benevento lo scorso 20 gennaio a seguito di un infortunio domestico, il dirigente della Polizia di Stato in pensione Luigi De Stefano, che negli anni ’80 ha prestato servizio nella nostra provincia prima come capo della squadra Mobile della questura di Caserta e poi quale dirigente dei commissariati di S.Maria C.V. ed Aversa, riscuotendo sempre stima e considerazione unanimi.

Il 75enne alto funzionario, originario di Somma Vesuviano, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, entrava in polizia nel 1973 venendo assegnato alla questura di Milano, dove si distingueva immediatamente per le spiccate capacità operative. Trasferito nel casertano, dove guidava gli uffici di contrasto al crimine che abbiamo ricordato, veniva successivamente chiamato a reggere il commissariato di Scampia a Napoli nel momento difficilissimo della prima faida di camorra, per passare poi alla questura di Roma richiestovi dal questore Arnaldo La Barbera che ne conosceva l’acume di investigatore di razza.

Nel corso della sua lunga e proficua carriera, vissuta sempre in prima linea con capacità e coraggio non comuni in contesti criminali difficilissimi, otteneva successi operativi notevolissimi ed è sufficiente citarne solo alcuni per cogliere lo spessore del professionista: dalla cattura di

Pasquale Scotti, soprannominato ‘o collier , arrestato a Caivano nel 1983, a quella di Francesco Schiavone “Sandokan”, arrestato in Francia a Millery, da quella del terrorista Nicola Bortone a quella del marcianisano Antonio Delli Paoli, detto o’ pullastriell, feroce killer del sodalizio camorristico della Nuova Famiglia. Basta essere dei semplici orecchianti dei fatti della delinquenza organizzata del nostro Paese per sapere che si è trattato dei criminali più pericolosi e sanguinari a capo della camorra, che hanno deciso il destino di centinaia di vite umane e che non è stato e non è davvero da tutti saper affrontare.

Con riguardo al periodo della sua dirigenza della squadra mobile di Caserta, per far comprendere quale fosse il contesto criminale estremo in cui si trovò ad agire, è possibile citare quella che viene ricordata come la strage dei quaqquarone di via S.Martino, avvenuta a Marcianise nel novembre 1986. Nell’ambito della guerra di camorra che opponeva la NCO di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia anche nel marcianisano, un commando di almeno 5 persone si appostava difronte all’abitazione del capoclan Antimo Piccolo dove era in corso un summit e allorché ne uscivano in strada i partecipanti apriva il fuoco uccidendone quattro e ferendone altri due. Un eccidio vero e proprio.

Nella foto, il dott. De Stefano, primo a sinistra, alla presentazione del suo libro a Caserta nel febbraio 2016. Accanto a lui il giudice Raffaello Magi.

Nel febbraio 2016 il dr. De Stefano fu coautore del libro Il camorrista fantasma – Le mille vite del superlatitante Pasquale Scotti, sulle vicende di questo enigmatico protagonista della malvivenza, al centro di numerose trame politico-criminali, reo confesso di 25 omicidi, latitante per trent’anni in Brasile con una nuova identità e una nuova famiglia, catturato nel 2015 e rimpatriato per scontare le condanne subite in Italia.

Il libro venne presentato anche qui a Caserta e nella circostanza il funzionario svelava che dopo il primo arresto a cui l’aveva sottoposto nel 1983 “Scotti ha vissuto sei mesi insieme a me [in quanto dichiaratosi pentito, ndr]… dopo la sua fuga ho capito che era stato protetto dai servizi segreti che gli hanno fornito una nuova identità e una nuova vita”. Ed aggiungeva: “Dotato di una intelligenza superiore… se vuole, Scotti è in grado di rivelare molte cose…”. D’altro canto, Scotti stesso ha avuto modo di rivelare in questo frattempo proprio le modalità inquietanti della sua fuga: “La cella mi è stata aperta da due carabinieri. Loro mi hanno messo in un’auto e mi hanno portato via“.

La data ed il luogo del funerale del dottore Luigi De Stefano non sono ancora stati resi noti dalla famiglia e dalle due figlie che lascia.

Frattanto si moltiplicano le espressioni di cordoglio manifestate da quanti, amici, colleghi e collaboratori, dentro e fuori della Polizia di Stato lo hanno conosciuto ed apprezzato.