MARCIANISE. Il dirigente Fuschetti non vuol avallare l’operazione kamikaze delle assunzioni al Comune promesse da Velardi. Consiglieri, così andate verso la Corte dei Conti

18 Gennaio 2022 - 13:47

Il dirigente Fuschetti “a tutto” non ha voluto firmare. Pare si stia cercando nell’organico comunale qualche sconsiderato che sia pronto a rischiare e a non considerare, per l’appunto, un fatto clamoroso di questa storia, e cioè che Velardi le due delibere di cui oggi la minoranza chiede la revoca in autotutela non le ha votate, dunque non esponendosi a rischi con la Corte dei Conti

 

MARCIANISE (G.G.) – Non ha torto Anacleto Fuschetti a nutrire una forte perplessità nell’avallare l’ennesimo pressing subito dal sindaco Antonello Velardi affinché produca un parere che consenta di superare, almeno parzialmente, la richiesta di revoca in autotutela – presentata dai consiglieri comunali di opposizione – delle due delibere con le quali il consiglio comunale ha collocato l’avanzo di amministrazione, una cifra superiore a 6 milioni 156mila euro, in una spesa di finanziamento di opere pubbliche e in una strana, sorprendente, rimodulazione di un debito che il Comune di Marcianise ha già spalmato in 4 bilanci per complessivi 2 milioni da corrispondere alla Sma Campania per canoni di fognatura e depurazione dal 2007 al 2011.

Non ha torto perché il sindaco Antonello Velardi, a questo punto veramente chi lo appoggia ancora andrebbe tutelato come una specie protetta di ingenuo universale, non ha partecipato al voto di quelle due delibere.

A quanto ci risulta, Fuschetti, costretto ad assorbire anche la delega alle Finanze e al Bilancio, materia totalmente estranea alle sue competenze da ingegnere, pare abbia ribadito la propria contrarietà a rilasciare un parere che conterrebbe il via libera alla sola delibera relativa ai 2 milioni di euro Sma, chiaramente finalizzata a finanziare nuove assunzioni al Comune di Marcianise.

Insomma, Velardi non vota le delibere perché sa bene che in futuro potrebbe doverne rispondere davanti alla Corte dei Conti e usa i suoi consiglieri comunali.

Per evitare di essere tacciati di “signor no”, anche l’opposizione votò queste due delibere.

Non ci sarebbe dunque nessun interesse politico a chiederne la revoca.

Ed effettivamente non c’è. Siccome si sono consultati con esperti della materia hanno capito, quelli della minoranza, che davanti alla Corte dei Conti rischiano di finirci pure loro che quelle delibere, come detto, hanno votato.

Di qui la richiesta di revoca in autotutela, accompagnata da quella complementare di trasmissione di questa mozione alla Procura Regionale della Campania della citata Corte dei Conti allo scopo di scansare quantomeno la minaccia del dolo.

Di Anacleto Fuschetti abbiamo già scritto tante volte. Onestamente, uno come lui, con numerosi anni di lavoro a stretto contatto di lavoro con i Pubblici Ministeri e con investigatori di grande esperienza per i quali ha svolto il ruolo di Ctu, cosa ci faccia con uno come Velardi non si sa, e non crediamo che l’ottimo stipendio intascato possa essere una ragione sufficiente per correre i rischi che sta correndo su molti fronti.

Tra le altre cose, come scrivevamo in un articolo pubblicato sabato, più volte è stato avvistato negli uffici del Comune Salvatore Zinzi, l’ex dirigente dell’Area Finanza andato in pensione da qualche tempo. A Zinzi sarebbe stato mostrato anche questo dossier.

Ovviamente, non rischiando nulla, ha detto che si poteva andare avanti. Però, col piffero che ha accettato la proposta, che pur gli è stata formulata, di firmare un contratto di un anno senza corrispettivo, così com’è previsto dalla legge per i dirigenti che vanno in pensione.

Con Fuschetti ancora propenso per il no, Velardi dovrà trovare un kamikaze negli uffici, cucendogli i gradi di facente funzione. Uno che non pensa e che non si ponga il problema del motivo per cui lui, il sindaco, si è ben guardato dal votare quelle delibere.

Non vogliamo entrare troppo nel tecnico.

Giusto per capirci, la partita si gioca sull’identità significativa di alcuni debiti fuori bilancio.

La base del lavoro di analisi è fornita dall’articolo 187 comma 2 del Tuel, il quale stabilisce che la parte non vincolata di un eventuale avanzo di amministrazione deve essere tassativamente utilizzata con questo ordine di priorità:

a) per la copertura dei debiti fuori bilancio;
b) per i provvedimenti necessari per la salvaguardia degli equilibri di bilancio di cui all’art. 193 del
Tuel ove non possa provvedersi con mezzi ordinari;
c) per il finanziamento di spese di investimento;
d) per il finanziamento delle spese correnti a carattere non permanente;
e) per l’estinzione anticipata dei prestiti.

Ora, è chiaro che il blitz sulle opere pubbliche, un vero e proprio saggio di ignoranza catastrofica mostrata anche dall’assessore al ramo Gabriele Amodio, non sta più né in cielo né in terra.

Diverso è il discorso della rimodulazione del debito con la Sma. Perché questo potrebbe anche essere un’attività di “salvaguardia degli equilibri di bilancio”.

In maniera più che discutibile, visto che quel debito sembrava essere correttamente spalmato.

Ma c’è il problema dei debiti fuori bilancio. Siccome questi qua hanno fatto mille promesse e alle assunzioni non possono rinunciare, portano avanti la tesi che 6 milioni e 300mila euro di debiti commerciali, lapalissianamente esposti nella piattaforma del MEF, e anche un altro debito da più di 6 milioni nei confronti della Sma, non avrebbero completato quella fase minima di asseverazione dovendo essere ancora precisamente definiti dall’attività di ricognizione dei vari dirigenti.

In realtà, e su questo la minoranza ha ragione, nè c’è il minimo dubbio che se la Corte dei Conti dovesse occuparsene andrà in questa direzione, sia i debiti commerciali ormai antichissimi, obsoleti e pietrificati, sia quelli con la Sma relativi al mancato pagamento dei canoni per il servizio fognario degli anni 2007-2011, posseggono lo status di debiti fuori bilancio conosciuti.

Per cui, se la sciatta gestione finanziaria del Comune di Marcianise, l’incapacità, peraltro sotto gli occhi di tutti per come è combinata la città, di utilizzare e di spendere correttamente le risorse, ha condotto ad un avanzo di amministrazione dannoso per Marcianise, non si può non partire dai debiti fuori bilancio.

E siccome i due di cui abbiamo scritto sono riconoscibili e riconosciuti, correttamente nella cognizione degli uffici comunali, allora c’è poco da fare, visto che questi debiti sono ampiamente fuori dai fondi stabiliti e appostati in sede del riequilibrio del Bilancio comunale, votato nel luglio scorso.

Poi ci sarebbe il problema del Bilancio farlocco del Consorzio Idrico non votato dal Comune di Marcianise ma comunque approvato, che crea un obbligo a carico di tutti i soci dello stesso Consorzio, quindi soprattutto a carico del Comune di Marcianise, che di questo immondo carrozzone possiede il 21% delle quote.

Ma di quest’altra vicenda torneremo a scrivere nei prossimi giorni.