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MARCIANISE. La legge parla chiaro: Velardi non può più sanare l’abuso edilizio. Se non abbatte è sopruso classista contro quelli da lui costretti ad abbattere

16 Febbraio 2021 - 12:44

Negli ultimi giorni prima di essere giubilato, il dirigente Fiorenzo De Cicco aveva scritto una determinazione sancendo il diniego alla istanza. Non ha fatto in tempo a renderla esecutiva, ma a nostro avviso non serviva a nulla, perché il Testo Unico dell’Edilizia non lascia adito a dubbi sui termini della risposta

 

 

MARCIANISE – Ritorniamo a scrivere sulla vicenda dell’abuso edilizio compiuto dal sindaco Antonello Velardi nella casa in cui abita in viale Kennedy.

Eravamo rimasti alla richiesta di sanatoria, che chiamiamo così in maniera semplice, per capirci, la quale con la firma dell’ingegnere Pietro Bernardo era stata depositata al Protocollo del Comune di Marcianise il 20 maggio scorso.

Sul tipo di difformità e dunque di abuso compiuto da Velardi (e a questo punto confermato, confessato, con la citata richiesta di sanatoria), abbiamo scritto più articoli (LEGGI: https://casertace.net/marcianise-ecco-i-veri-motivi-per-i-quali-e-sospettato-di-aver-compiuto-due-abusi-edilizi-nella-casa-in-cui-risiede/).

Da quel momento è praticamente successo di tutto: per diversi mesi, il dirigente preposto, cioè l’ex guida del V Settore Fiorenzo De cicco, se ne è stato in silenzio.

Ultimamente, prima di essere in pratica segato da Velardi, aveva preparato una determinata, di cui siamo entrati in possesso, che non ha fatto però in tempo a firmare e rendere esecutiva.

In questo documento, apponeva il suo diniego alla richiesta di sanatoria, aprendo dunque la strada all’abbattimento delle parti della casa del sindaco costruite in difformità, cioè compiendo un abuso, che ricordiamo essere reato penale.

Ma anche questa determina, poi abortita, di De Cicco, sarebbe stata, a nostro avviso irrilevante, dato che la partita si è chiuso il 20 luglio 2020, cioè 60 giorni esatti dopo la presentazione dell’istanza di sanatoria.

Al riguardo, il Testo Unico dell’Edilizia, Dpr 380/01, parla chiaro e recita testualmente all’art. 36 comma 3:

Sulla richiesta di permesso in sanatoria il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale si pronuncia con adeguata motivazione, entro sessanta giorni decorsi i quali la richiesta si intende rifiutata.

Ci limitiamo a pubblicare la parte che conta, ma mettiamo a disposizione dei nostri lettori, in calce dell’articolo, l’intera formulazione dell’articolo.

Questo è.