MARCIANISE. L’utilizzo (illegale) dell’avanzo di Bilancio passa grazie ai due voti decisivi di Giuseppe Golino e G.B. Valentino. Cosa pensiamo dell’uno e dell’altro

20 Gennaio 2022 - 12:45

MARCIANISE (g.g.)  – Occorre una trattazione asciutta sull’esito del consiglio comunale, svoltosi ieri sera, il cui argomento di gran lunga più importante era rappresentato dal voto sulla mozione della minoranza che chiedeva l’annullamento in autotutela delle delibere, votate proprio dal consiglio comunale, numeri 86 e 87.

Inutile, infatti, stare qui a ricostruire le puntate precedenti.

Siccome però è importante conoscere l’antefatto, vi consigliamo di dare un’occhiata CLICCANDO QUI, in modo da accedere ad un articolo molto ampio, che alla questione abbiamo dedicato qualche giorno fa.

La mozione non è passata: i “no” sono stati 12, i “sì” 10. L’unico voto mancato alla minoranza è stato quello di Lina  Tartaglione la quale, nonostante un serio impegno familiare, era pronta ad arrivare in aula qualora se ne fosse manifestata la necessità.

Ma il suo voto, che sarebbe stato l’11esimo, stanti i numeri dell’aula, non risultava decisivo. Per cui, non è stato aggiunto al computo di quelli che si sono pronunciati per il sì e che, riteniamo, adesso faranno tutti i loro passi affinché, oltre al contenuto delle delibere confermate 86 e 87 la Corte dei Conti colga bene il motivo di questa richiesta, perché ciò è fondamentale per evitare in un eventuale e a questo punto probabile procedimento giudiziario della Procura presso il Tribunale della contabilità dello Stato, un’accusa anche ai consiglieri di minoranza con allegata contestazione di dolo.

Per il “no” hanno votato Giuseppe Golino e Giovan Battista Valentino, neo-costitutori di un gruppo consiliare autonomo rispetto a quello, fino a ieri unico, della maggioranza.

Il dato politico è evidente e comunque non va enfatizzato più di tanto, visto e considerato che qualche voto negativo rispetto alle posizioni della maggioranza strettamente velardiana, da parte di Valentino e di Golino ha riguardato questioni secondarie, mentre quando hanno dovuto votare su un fatto sostanzioso, importante, politicamente dirimente, i due sono rimasti ben saldi nella maggioranza e in appoggio al sindaco Antonello Velardi.

Questa è la realtà che contiene anche un dato su cui la minoranza farebbe bene a riflettere: è vero che ci sono dei processi che portano gradualmente alla consunzione definitiva dei rapporti, ma è anche vero che allo stato dei fatti, dentro alla fotografia del presente, le posizioni di Giuseppe Golino e di Valentino esprimono una valenza strumentale, più che politica.

Insomma, il vecchio giochino.

“Io mi dissocio”, “Costituisco un gruppo autonomo”, faccio di tutto per far emergere che flirto con la minoranza in modo da rendere il più remunerativo possibile il peso specifico del mio decisivo voto in consiglio comunale.

Come si suol dire, si alza il prezzo per ottenere di più. Questo vale soprattutto per Valentino, che non a caso ha cominciato a litigare con Velardi da quando questi non gli ha dato più carta bianca nella determinazione della posizione del Comune di Marcianise nelle dinamiche nefande del Consorzio Idrico.

Poi, magari, sarà stata anche una coincidenza. Ma noi che biologicamente diffidiamo di G.B. Valentino, e non da ora, saremo qui a guardare con occhi sicuramente meno indulgenti di quelli di una opposizione che legittimamente cerca di far cadere il sindaco Velardi e la sua amministrazione.

Di Valentino c’è da fidarsi poco. E se per caso ha creduto, in queste settimane, di potersi garantire una indulgenza da parte nostra, in funzione di una sua ricollocazione al Comune di Marcianise, si sbaglia di grosso.

Per Casertace contano i fatti. E il fatto che ieri sera abbia votato per Velardi contribuendo a bocciare la fondatissima mozione della maggioranza sull’utilizzo illegale dell’avanzo di amministrazione non depone certo a favore di Valentino e non va certo nella direzione di una nostra rinnovata attenzione nei confronti della posizione da lui ricoperta nello scacchiere politico marcianisano.

Diverso il discorso per Giuseppe Golino. Si tratta di una brava persona, non certo di un imbroglione. Però, come capita spesso a chi non è totalmente centrato in tutti i suoi pensieri sulla costituzione e sull’alimentazione di interessi personali di tipo materiale, si tende ad enfatizzare l’umanissima necessità di un costante riconoscimento morale.

A volte lo si confonde con una forma di vanità un po’ ingenua, naif, un po’ kitsch, ma è bonomia.

Va da sé che un “bonaccione” come Giuseppe Golino diventi una preda facile per chi non si pone il problema di far quadrare e di mettere in un sistema di coerenza ciò che si pensa di una persona e ciò che a questa persona si dice per farla contenta.

Di cinismo, in politica, non ne parliamo proprio dalle parti della stanza di Velardi, ce n’è in abbondanza.

A Golino piace, ed è un atteggiamento ripetiamo legittimo e comprensibile, essere citato per le cose che fa, che organizza. Ciò gli fa perdere di vista, qualche volta, un punto essenziale, unico elemento di verifica sulla consistenza di un rapporto politico con il sindaco e con la sua amministrazione: l’importanza, il peso specifico, il discrimine vincolante, della realizzazione di una propria idea grazie all’avallo del primo cittadino e della cosiddetta amministrazione attiva.

Cosa ci vuole a buttare un po’ di fumo negli occhi, due moine, su un’inaugurazione o su un convegno a cui si concede l’aula consiliare.

Non ci vuole nulla. Ma quando Golino ha messo le mani in un’area dell’amministrazione reale, nell’attività di quelle pedine che da un lato garantiscono la sopravvivenza di Velardi, dall’altro sono totalmente prone ai suoi voleri e ai suoi desideri, avete visto – e anche Golino ha visto – quanto ci abbia impiegato il sindaco a togliergli la delega alla Protezione Civile.

Ma ripetiamo, si tratta di discorsi la cui comprensione necessita una solida dotazione caratteriale, di attitudine agli stessi o, in mancanza, la conoscenza di fatti e personaggi storici, dei tanti Richelieu, a partire dall’originale, che la storia hanno popolato, e dei tanti autori che sin dall’antichità hanno scritto e messo nero su bianco il bello, ma anche il brutto della politica, Machiavelli e Guicciardini su tutti.

Questo è ciò che noi di Casertace abbiamo compreso dalla seduta del consiglio comunale svoltasi ieri sera.