MARCIANISE. Velardi, pur di tenere in piedi il suo show rischia di diffondere infezioni dentro e fuori all’ospedale
18 Agosto 2018 - 12:39
MARCIANISE (gianluigi guarino) – Per carità non vogliamo dedicare ai summer games di Antonello Velardi troppo energie. La novità è che da ridicola si sta trasformando in preoccupante. Ci limitiamo, dunque, a dare al sindaco un consiglio, per poi evidenziare un paio di concetti che un dipendente dell’impresa delle pulizie ha espresso in maniera lucida, affermando con francescana pazienza (subito santo per l’attitudine all’indulgenza e al perdono), che lui comunque conserva stima per il sindaco di Marcianise.
Il consiglio è il seguente: Velardi indossi, in queste giornate torride, nelle sue sortite quotidiane, in stile strumtruppen, che assomigliano tanto a quelle del famoso sindaco-pistolero di Taranto, Giancarlo Cito, un adeguato cappellino. Il sole, infatti, può giocare brutti scherzi. Anche se, a pensarci bene, le sue castronerie sono distribuite per le 4 stagioni in maniera abbastanza uniformi. Ma quella di stamattina è da autentico fuoriclasse. Per cui, forse, c’è un agente specifico, un ruolo che la calura e i raggi UVA stanno svolgendo.
Come leggerete nel posto che noi, testardamente, pubblichiamo in versione integrale come abbiamo fatto per tutti i suoi scritti, (perché il liberalismo si pratica con i fatti e non con le chiacchiere), il nostro eroe scrive che la separazione dei rifiuti dell’ospedale di Marcianise toccherebbe all’impresa di pulizie.
Il dipendente che gli risponde, si dimostra, a differenza di chi rappresentando un’istituzione dovrebbe far funzionare la qualità dei concetti più che la truculenza del linguaggio, di una civiltà disarmante, limitandosi a sottolineare che il contratto tra l’Asl e l’impresa non prevede che la monnezza sia separata ad opera della ditta. Insomma, aplomb inglese. Ma voi avete mai visto, non una impresa di pulizie, ma un’impresa specializzata nella raccolta dei rifiuti che, rovistando a mani nude nei sacchetti, separa le scorze di formaggio, quelle di frutta, da un pezzo di carta o dai bicchieri di plastica?
Ebbene, una cretinata del genere non l’avevamo mai letta e forse, a memoria d’uomo, non è stata mai scritta.
La sottolineatura sull’intervento di risposta inviato a Casertace incrocia il passaggio in cui viene evidenziata, con grande lucidità e serietà, la vergognosa situazione venutasi a creare davanti al nosocomio. Uno stato, non più latente, di pericolo per la salute dei cittadini e di chi, a vario titolo, è presente dentro e attorno all’ospedale. E siccome il sindaco è la massima autorità per la tutela della sanità pubblica, la decisione di non rimuovere quei rifiuti, potenziali creatori e vettori di infezioni e malattie, rappresenta un coinvolgimento diretto del medesimo sindaco in una situazione in cui ad avviso del dipendente, ma anche a nostro avviso, si determina una plateale interruzione di un pubblico servizio.
Avevamo promesso di essere brevi, cerchiamo dunque di chiudere. Riflettete un secondo: davanti alla Lea il sindaco, pur avendo a portata di mano la possibilità di risolvere il problema in un minuto con un’ordinanza, non l’ha fatto fin quando è stato costretto da una diffida dell’avvocato Adinolfi. Ha preferito, invece, costruire uno show, una buffa celebrazione di se stesso, una esposizione farsesca, comunque utile per stare su certi giornali a partire dal suo, e sui social, non certo utile per i cittadini di cui dovrebbe essere il massimo rappresentante e l’autentico difensore.
In queste settimane, poi, si è dovuto cercare un’altra vetrina. Ma se avesse rimosso i rifiuti per il bene della salute dei marcianisani e di chi usufruisce dell’ospedale, lo show avrebbe avuto un minore effetto. Come dice giustamente il dipendente dell’impresa di pulizia, avrebbe dovuto rimuovere e multare, poi ancora rimuovere e multare, mettendo insieme l’assolvimento pieno di una soluzione che sta invece clamorosamente disattendendo, quello di massima autorità della salute, e il problema di un ospedale, che non riesce a trovare un modo per risolvere la comunque complicata esigenza di realizzare una differenziata decente, coinvolgendo i pazienti, i quali, il più delle volte, hanno altro e forse ancor più cruciali preoccupazioni.
Se avesse fatto questo l’ago della bussola si sarebbe orientato verso la città, verso gli interessi collettivi, che vengono prima di tutto e dei quali, scriviamo da anni, non ha mai fregato e non frega un cavolo.
Questo è tutto. Per quanto riguarda il pugno di ferro, quello del sindaco, è selettivo. Dice di reprimere atti di illegalità come quello dell’ospedale. Ma nulla fa e niente dice sullo sperpetuo che si sta verificando nella zona dell’interporto tra nuove costruzioni irregolari e pateracchi vari. Ma questa è un’altra storia che a partire dall’art. 5 della convenzione, firmata da Velardi insieme ai suoi amici Varletta ecc., affronteremo. Quest’amministrazione ha venduto letteralmente la città agli speculatori. Non è un’affermazione nostra ma è scritto a chiare lettere in quell’articolo 5 di cui abbiamo già trattato e di cui torneremo ad occuparci.
Qui di seguito la risposta del dipendente
“Secondo il contratto stipulato con la Asl Caserta la ditta ha solo il dovere del ritiro e trasporto dei sacchi all’isola ecologica.
Gli operatori addetti alle pulizie non possono dividere i rifiuti all’interno dei sacchi. La ditta più volte ha inviato documentazione fotografica ( dove si evince che la spazzatura è mischiata già a monte dagli utenti dell’ospedale) alla asl ce per dimostrare la sua estraneità a quanto sta succedendo, probabilmente se la ditta non ha ancora preso penale ci sarà un motivo (si parla di centinaia di foto ) La società appaltatrice delle pulizie pulisce a Caserta nove, non uno, di ospedali e 12 distretti sanitari sparsi sull’intera provincia casertana e non si sa per quale motivo deve essere infangata solo a Marcianise, forse è una società che non scende a compromessi con nessuno, piuttosto preferirebbe lasciare l’appalto e andarsene altrove. Sottolineo che in tutti i comuni di Caserta la modalità di raccolta indifferenziata è sempre la stessa.
Si parla di salute pubblica, quella che non è stata tutelata da lei permettendo a quei sacchi indifferenziati di rimanere più di un mese stazionati nell’isola ecologica con una puzza esagerata proprio fuori alla camera mortuaria e con un grande rischio biologico sia per gli operatori che entravano per lavoro e sia di coloro che ci transitavano. Senza sottovalutare il rischio di incendio.
Lei da primo cittadino, colui preposto alla tutela della salute di tutti MARCIANISANI, non lo doveva permettere,doveva multare e togliere multate e togliere. Si può parlare anche di in interruzione di pubblico servizio.
Mi permetto di lanciare una lancia anche a favore della direzione sanitaria, non siamo in Svizzera e non vedo altre vie d’uscita se non quelle di rendersi conto, a tutti i livelli, che una quota di indifferenziata (o spazzatura mischiata ) in un ospedale è FISIOLOGICA. Pensiamo a quanti utenti transitano all’interno degli ospedali con un riciclo continuo.
Ho grande stima per lei ma su questo punto credo che abbia preso un grande scivolone”.