ANATOMIA DI UN OMICIDIO. Il fucile che ha sparato, le fiamme, il corpo carbonizzato del prof Caprio, quel prestito di 50mila euro.Tanti nodi ancora da sciogliere

6 Novembre 2023 - 10:19

Avendo deciso di scrivere un articolo, come si suol dire “di ritorno” ci accorgiamo che occorra lavorare ancora molto nella comprensione di alcuni fatti, che al di la degli indizi gravissimi a carico dell’agricoltore Angelo Gentile, vanno comunque spiegati molto meglio di quanto non abbiamo potuto fare noi in questo articolo

CELLOLE – Emergono ulteriori dettagli sull’omicidio del prof Pietro Caprio, 58enne di Cellole, ritrovato carbonizzato nella mattinata di sabato all’interno della sua auto. A farne scoperta Pietro Ciriello, ex vice ispettore della Polizia di Stato, in zona per un servizio di controllo sull’esercizio dell’attività venatoria, quando ha scorto la carcassa della vettura bruciata ed ha ritenuto opportuno allertare i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca.

La scoperta del cadavere

Ciriello, che oggi svolge la funzione di guardia venatoria volontaria Federcaccia, si trovava in zona, insieme ad un collega, stavano per controllare un cacciatore quando hanno scorto la vettura e subito intuito che quel veicolo abbandonato e bruciato in quel punto non prometteva niente di buono.

L’impeccabile lavoro svolto dai militari della Compagnia di Sessa Aurunca ha subito portato alla parziale svolta del giallo. Quell’auto data alle fiamme era di proprietà di una 83enne del posto in uso al figlio, Pietro Caprio docente di educazione fisica in una scuola di Minturno e socio di una cooperativa di salvataggio che opera nel litorale Domizio.

class="has-text-align-center">L’arresto del presunto assassino

Di Pietro Caprio si erano perse le tracce il giorno prima ma non essendo nuovo ad assenze improvvise non ha destato preoccupazione nei familiari. Grazie alle telecamere di videosorveglianza è stato possibile risalire ad una seconda auto, una Fiat Palio, che aveva raggiunto quella del docente proprio nella zona in cui questa è stata poi rinvenuta, e al proprietario, Angelo Gentile agricoltore 82enne del posto, che venerdì poco dopo le 14 in via Pietre Bianche in località Baia Domizia ha incontrato il 58enne.

Ieri notte l’arresto dell’82enne. Quando i militari si sono recati presso la sua abitazione hanno perquisito i locali e sequestrato due fucili da caccia detenuti dall’anziano. Sulle armi sono stati compiuti gli accertamenti balistici al fine di verificare un loro recente utilizzo. A pesare come un macigno sugli indizi a suo carico, oltre alle immagini di videosorveglianza, un prestito di una somma di denaro, erogato dal professore ad Angelo Gentile una 20ina di anni fa.

Le accuse respinte da Angelo Gentile e un presunto prestito da 50mila euro. Usura?

L’anziano agricoltore ha respinto le accuse negando di essere lui l’autore dell’omicidio. “Ero a casa in quelle ore” – ha affermato Gentile . Un alibi piuttosto debole anche perchè non c’era e non ci sarebbe nessuno in grado di confermarlo. Per cui messo ulteriormente alle strette di fronte alle immagini della videosorveglianza e alla rapida perizia, realizzata sul fucile, l’anziano probabilmente consigliato in tal senso dal suo avvocato, ha deciso nell’ulteriore parte dell’interrogatorio di avvalersi della facoltà di non rispondere. Da quello che si sa dalle indagini, non c’è una prova matematica, almeno per quanto riguarda la nostra conoscenza sul fatto che oltre all’auto, le immagini della video sorveglianza abbiano potuto stabilire inconfutabilmente, anche che a bordo della stessa si trovasse proprio Angelo Gentile. Però, ripetiamo, potrebbe anche essere un nostro buco cronistico, che magari cercheremo di colmare già nelle prossime ore. Non si tratta di un dettaglio perchè lascerebbe un margine, quand’anche esiguo, faremmo meglio a dire molto esiguo, alla difesa per continuare a sostenere che in quella auto di proprietà di Gentile, non ci fosse lui e che quel fucile, ugualmente di proprietà di Gentile, sia stato utilizzato da una persona diversa dal suo titolare. Ciò in riscontro eventuale dei pallini, del munizionamento con il tipo di ferita della vittima ammesso e non concesso che il corpo carbonizzato consenta di stabilire qualcosa.

Prima di chiudersi in silenzio, l anziano agricoltore avrebbe ammesso che il professore gli avrebbe prestato nel 2002, quindi 21 anni fa, la somma di 10mila euro moneta, per altro, entrata in corso proprio in quell’anno, descrivendo la vittima come un benefattore. Gentile sembra, però, aver detto tutto e un po’ il contrario di tutto sull’aspetto dei suoi rapporti economici con la vittima dell’omicidio. Sempre durante l’interrogatorio avrebbe anche affermato, infatti, che due mesi fa avrebbe corrisposto al professore una ultima rata proprio di 10mila euro a saldo di un prestito che sarebbe stato di 50.000 euro e allora anche in questo caso, occorrerà fare quattro chiacchiere con gli inquirenti e anche con l’avvocato difensore dell’anziano, Gabriele Gallo, perchè quello che sta emergendo sono ricostruzioni un po’ illogiche visto che non ha molto senso, per noi, scrivere di un prestito di 10mila euro, erogato nel 2002 e di una restituzione a rata di un prestito di 50mila euro che sarebbe poi un’altra cosa, finito di saldare due mesi fa. Dunque, prima cosa da chiarire il fatto relativa alle videocamere di sorveglianza che abbiano potuto o meno immortalare il viso di chi conduceva l’auto Fiat Palio recatasi presso al zona in cui è stato trovato il cadavere del professore. Seconda cosa da chiarire in maniera lineare, questa roba dei soldi. Se di mezzo ci sono stati 50mila euro di prestito e un rientro dallo stesso attraverso una soluzione rateale, occorrerà stabilire prima di tutto se sono state stipulate delle cambiali o comunque forme di garanzia per al restituzione dei soldi e i secondo luogo se sono stati applicati degli interessi e se questi hanno rispettato o meno i limiti di legge per considerare il tutto una operazione lecita, o invece, una operazione usuraria e quindi non legale. Una circostanza questa che ha spinto la Procura ad ipotizzare un movente per l’efferato delitto.

I resti della vittima sono stati trasferiti all’istituto di medicina legale dell’ospedale civile di Caserta per essere analizzati. Resta, infatti, da capire se la morte del professore Caprio sia intervenuta già per gli effetti dei colpi di fucile o se, invece, la vittima fosse ancora viva quando le fiamme hanno avvolto il suo corpo.

L’ipotesi di reato a suo carico è quella di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e distruzione del cadavere. Una formulazione che potrebbe essere ulteriormente modificata, ritoccata nel momento in cui si stabilirà, ammesso e non concesso che si riuscirà a farlo, l’elemento decisivo (colpi di fucile o fiamme) che hanno determinato la morte biologica