NICOLA SCHIAVONE. Il Tribunale di Roma si dichiara incompetente per giudicarlo. Della sua Ferrari e della Porsche si occucperanno i giudici di…
2 Ottobre 2018 - 18:11
CASAL DI PRINCIPE (Tina Palomba) – Intestazione fittizia di beni, in particolare di auto di lusso, aggravata dal metodo mafioso. Di questo dovrà rispondere a breve dinanzi al Tribunale di Cassino, il neo collaboratore di giustizia Nicola Schiavione jr, dopo che è stata dichiarata l’incompetenza territoriale del Tribunale di Roma.
Si tratta di un procedimento stralcio per il figlio di Sandokan che nel passato ha visto sotto accusa notissimi imprenditori del settore auto, molti dei quali sono stati assolti o hanno beneficiato della prescrizione. Schiavone, difeso dall’avvocato Stefania Pacelli, con quelle che dovrebbero essere dell sue confessioni, visto e considerato che da alcuni mesi viene considerato un pentito di camorra, chiarirà i ruoli di questi noti professionisti ed i suoi rapporti nelle società che si occupavano della vendita di vetture. In particolare chiarirà sul riciclaggio del clan dei Casalesi in auto di lusso. Alcuni anni fa in questo procedimento (per molti conclusosi appunto con la prescrizione) sono state messe sotto accusa molte persone: Gennaro De Angelis, Pellegrino Tozzi, Nunzio Sacco nipote di Salvatore Giugliano (la mamma è la sorella di Salvatore), Luigi Zonfrillo, Giulio Pelagalli, Danielo Turchi, Silvio Rossi, Bernardo Quagliere. In questo marchingegno sono stati trovati collegamenti anche con il clan Belforte e con Bruno Buttone. L’indagine accertava ad esempio che Saladino Saidi veniva controllato con Guido
In questo processo si parlerà anche del famoso controllo, cui Schiavone fu sottoposto a bordo di una Ferrari 360 Spider, in quel di Cassino (FR), auto che risultava essere di proprietà della “Sauchelli Auto srl”.
Questo episodio, insieme ad altri, ha costruito nella fase delle indagini da parte della DDA, l’idea che Sauchelli fosse una sorta di socio di fatto di Nicola Schiavole. Ovviamente, siccome indiscutibilmente il Sauchelli era ‘uomo di De Angelis’, si è creata una sorta di filiera delle presunte relazioni affaristico-mafiose. Confermerebbero il legame fra i tre gli assegni di Schiavone negoziati ed incassati da Sauchelli. Ma la passione per le fuoriserie del figlio di Francesco Schiavone ‘Sandokan’ non si è certo fermata al già citato scarrozzamento a bordo della Ferrari 360 Spider. Dagli atti dell’indagini risulta, infatti, la vendita di una Porsche, di tipo non meglio precisato, da parte di sauchelli a Cesario Oliva, prestanome di Nicola Schiavone, pagata in contanti per circa 52.000 euro, era stata trovata in possesso di Schiavone.