OSPEDALE CASERTA. Infermieri, Oss e tecnici ancora una volta umiliati su progressione e straordinari. ORA E’ STATO DI AGITAZIONE
4 Febbraio 2020 - 17:01
CASERTA (g.g.) – Carmine Mariano, commissario dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta per grazia ricevuto (Ovviamente è un modo di dire che utilizziamo abitualmente per commentare i metodi di spoil system che non ci convincono) dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, applica il concetto della “coperta corta” in maniera piuttosto originale. D’altronde, a quanto pare, lui lo ha confessato candidamente, facendo una battuta al cospetto degli interinali con cui si stava confrontando: “Sono un precario anche io“. Ed effettivamente, lui da commissario, senza un mandato temporalmente definito, può saltare anche dall’oggi al domani. Piccolo particolare: Carmine Mariano sarà anche un precario come lo sono quelli che soffrono all’interno della Manpower, ma con una differenza: quei precari là prendono 1100 euro di stipendio (se gli va bene), lui, precariamente, di euro al mese ne raccoglie minimo 5 mila, per non parlare di integrazioni annesse e connesse.
Si tratta di una battuta di cattivo gusto finalizzata solamente a dire a chi manifesta giustamente per difendere il proprio posto di lavoro, che lui è solo un ingranaggio non in grado di risolvere alcuna questione importante. Detta così, l’idea che si matura è che Mariano esaurisca la sua funzione di commissario nel controllo mensile del suo conto corrente, presidiato per verificare se i soldi dello stipendio siano stati o meno accreditati.
Figuriamoci se un format amministrativo di questo tipo è in grado di risolvere l’antica, annosissima e certo non edificante questione del mancato adeguamento di fascia retributiva superiore al personale del cosiddetto comparto, che tra infermieri, Oss, tecnici di laboratorio e/o radiologici, impiegati amministrativi, autisti e altri ausiliari, esprime più di 800 unità, limitandoci ovviamente solo a quelle che hanno un rapporto di dipendenza con l’azienda e non indirettamente con la stessa, attraverso società interinali o altre concessionarie di servizi interni.
Diritto e coperta corta. Il diritto sacrosanto è quello del personale che, contratto di lavoro alla mano, avrebbe dovuto ricevere l’adeguamento di carriera con collegato l’incremento degli emolumenti mensili da ben 12 anni. All’Ospedale di Caserta questa cosa non è stata mai realizzata. Qualche Direttore generale più furbo ha evitato di dire cose non esatte, perché sapeva benissimo di essere dalla parte del torto, il commissario Mariano, invece, ha sfoderato la sua coperta corta, ma senza riconoscere che la coperta nell’Azienda si è così rattrappita. E così gli straordinari fatti dal personale del comparto sono diventati, a detta del commissario, un privilegio che lo induce a non riconoscere le progressioni orizzontali. E no, commissario, questa è una sciocchezza. Intanto il fondo è vincolato ed è a disposizione solo per questa funzione di spesa. Seconda cosa, non è mai successo che uno del personale del comparto abbia deciso unilateralmente di fare lo Straordinario. Senza straordinario i reparti, cioè i malati, la carne viva, sarebbero rimasti totalmente abbandonati sia di notte, sia di giorno in molte circostanze, questo perché tra il 2018 e il 2019 sono andati in pensione 100 infermieri, senza che nessuna posizione sia stata rimpiazzata, né con concorso e né con mobilità, che solo adesso è stata attivata. Quindi, non c’è dubbio che lo straordinario, accordato con il giusto e pieno consenso dei primari e capi dipartimento, che in caso contrario avrebbe lasciato soli per ore e per tante notti i malati, ha potuto turare una falla che non sono stati certo gli infermieri, gli oss o i tecnici a creare.
Per cui, commissario mariano, ma cosa c’azzecca lo straordinario con la fascia? Diciamo che la coperta è corta e che i processi di turn over sono stati fortemente rallentati dalla crisi economica della sanità campana, per anni e anni commissariata. Questo lo può dire, ma non può affermare al cospetto dei dipendenti del comparto che, siccome fanno lo straordinario, non possono accedere al diritto della progressione. Semplicemente perché è ingiusto, è iniquo. Se un direttore generale intasca lo stipendio che intasca è perché ha il dovere di affrontare e risolvere problemi complessi, trovando un equilibrio in un utilizzo sagace della coperta, che resta corta. Di fronte a queste affermazioni a dir poco naif, è del tutto motivata la decisione del Nursing UP, sindacato più rappresentativo all’interno dell’ospedale di Caserta, di proclamare lo stato d’agitazione. “Siamo letteralmente spossati, stanchi dopo tanti anni di soprusi subiti“, dichiara il segretario provinciale di Nursing Up Rosa Nuzzo. “Facciamo sul serio, non intendiamo più subire angherie dalle dirigenze. e stavolta abbiamo veramente l’intenzione, sapendo bene che si tratta di una decisione molto delicata, di incrociare le braccia“.
“Tra le altre cose, questa storia dello straordinario – chiarisce in conclusione Nuzzo – è una barzelletta. Perché nell’ultimo mese l’azienda ha tagliato pesantemente il trattamento economico per le ore che i dipendenti del comparto hanno già svolto, garantendo la continuità terapeutica. E’ una vera e propria vergogna.”