Partita a porte chiuse, ma il dirigente avversario vede troppa gente. Chiamata al 113 e presidente a processo

14 Febbraio 2024 - 09:37

CASAGIOVE – C’erano più o meno di 70 persone all’interno del palazzetto dello sport di Casagiove? E su questo numero che si sta tenendo il processo per il reato relativo alle in osservanza degli obblighi determinati dalle autorità ai danni di Francesco Ciccio Costanzo, il presidente del Casagiove Football Club, che si trova sul banco degli imputati in qualità di legale rappresentante della squadra di calcio a 5.

La vicenda nasce durante il match con il Forio d’Ischia di fine 2022.

A seguito di una discussione tra un dirigente della squadra ospite e alcune persone presenti legittimamente, secondo la tesi della difesa di Costanzo, rappresentata dall’avvocato Bruno Moscatiello, l’accompagnatore degli ospiti ha deciso di chiamare la polizia, poiché, a suo avviso, quei soggetti erano la prova del mancato rispetto dell’obbligo di porte chiuse e causa inagibilità del palazzetto.

Quando è arrivata la polizia, però, ormai l’impianto si era praticamente svuotato e, quindi, si è potuto solo provvedere a registrare la denuncia.

Il dirigente Digos della questura di Caserta, sentita nell’udienza nelle scorse ore, però, ha segnato la presenza di un numero di persone vicino alle novanta, circostanza contestata dalla difesa di Costanzo. A favore di quest’ultimo, infine, anche le parole del commissario della Lega Nazionale dilettanti, che gestisce il campionato di calcio a 5. Questi, infatti, ha spiegato che a suo avviso, non erano presenti altri soggetti oltre quelli previsti in lista, arbitri autorizzati alla visione del match e dipendenti comunali legati al funzionamento della struttura.