Raffaele Pezzella ha investito milioni anche nel ricco Salento. Altra interdittiva antimafia per il casalese “trapiantato”

7 Novembre 2023 - 13:29

La decisione ha provocato la “cancellazione” del provvedimento di autorizzazione all’utilizzo dello scalo Lecce Lepore alla Fly Mediterraneo

CASERTA (l.v.r.) – Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso della società Fly Mediterraneo di Lecce, operatore che aveva in gestione l’aeroporto privato di Lecce Lepore San Cataldo, colpita da interdittiva antimafia il nove dicembre 202, poi confermata nel 2021, a causa della presenza come vice presidente del consiglio di amministrazione e quale detentore della quota sociale di maggioranza di Raffaele Pezzella, imprenditore di Casal di Principe classe 1965, recentemente colpito da un maxi sequestro (clicca qui per leggere l’articolo in esclusiva).

Si tratta vedi l’imprenditore che, come raccontato in diversi articoli da questo giornale, è stato arrestato per due volte tra il 2020 e il 2021.

Il primo caso, il potere tenuto responsabile di concorsi esterne in associazione mafiosa e corruzione, ovvero nel procedimento che ha visto già condannato l’ex dirigente della provincia di Caserta Sandrino

Diana. Ed è questa l’inchiesta che ha fatto partire l’interdittiva che, come si sa, è un provvedimento amministrativo cautelare, sull’ipotesi di infiltrazione mafiosa di un’impresa e che si sviluppa per evitare la presenza di contratti tra la società in esame e la pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda, invece, l’indagine aperta dalla procura di Benevento, Pezzella è accusato “soltanto” del reato di corruzione, compiuto sempre grazie alla disponibilità di un dirigente dell’Ufficio Tecnico dell’amministrazione provinciale di Caserta rimasto incredibilmente ignoto.

La società Fly Mediterraneo ha provato a evitare questo atto che, ripetiamo, blocca ogni tipo di contratto tra imprese e la pubblica amministrazione, portando dinanzi al Consiglio di Stato prima della documentazione che attestava un tentativo di pulizia dell’impresa, quel self cleaning che viene richiesto alle società per evitare provvedimenti quali l’interdittiva antimafia.

Troppo pesanti, però, le posizioni di Pezzella, che Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan non definisce quale camorrista propriamente detto, ovvero interno alla cosca, ma come imprenditore amico, businessma di riferimento del clan, uno di quelli che grazie anche al potere criminale faceva incetta di appalti milionari alla provincia di Caserta.

Troppo pesante, forse, anche la posizione di Pezzella nella Fly Mediterraneo, visto che le ricopriva il ruolo di vicepresidente e, su due milioni di capitale sociale, un milione e 6 era nelle mani dello stesso Pezzella, attraverso un’impresa a lui riconducibile, la Ibis srl.

L’ interdittiva Antimafia la Fly Mediterraneo aveva provocato anche la decadenza dell’ autorizzazione data all’impresa dall’Enac, l’ente nazionale che si occupa del volo.

Pezzella avrebbe iniziato ad investire sull’aeroporto leccese già dal 2004. E si tratta di un’importante immissione di denaro, basti pensare che, come detto, la società ha come capitale sociale una somma pari a due milioni.

L’estromissione di Pezzella dall’impresa, la variazione degli organi sociali dell’impresa, le citate operazioni di self cleaning, già ritenute insufficienti dal Tar Puglia, sezione di Lecce, hanno ricevuto lo stesso parere negativo da parte dei giudici del Consiglio di Stato.

Proprio sulle posizione in società, per concludere, è interessante prendere un passaggio della sentenza del Consiglio di Stato che riportiamo testualmente:

non sussiste alcun vizio di illogicità, irragionevolezza o sproporzionalità nel
considerare “il balletto di cariche” come una modifica “di facciata”, tenuto
conto che – secondo la giurisprudenza costante di questo Consiglio di Stato –
le modifiche societarie, specie se intervenute poco dopo l’interdittiva
antimafia, costituiscono uno strumento utilizzato da sempre dalle imprese per
eludere la normativa antimafia

Si tratta di un dispositivo lungo e dettagliato. Chi vorrà, cliccando nel link qui in basso, potrà leggere l’intera sentenza dei giudici amministrativi.

la sentenza del consiglio di stato